Battalion 1944 - articolo
La nuova generazione riesce a eliminare la confusione dei moderni FPS.
Battalion 1944 si definisce uno sparatutto multigiocatore "vecchia scuola", minimale e spudorato. Trovo che sia un'affermazione interessante, perché per me vecchia scuola implica salti con il lanciamissili, metalli lucenti e uno stravagante design dei livelli; insomma, i giochi che si sono laureati con lode all'Università di John Romero. Battalion d'altra parte ha studiato al politecnico Zampella, come emerge dai marroni cachi e dai grigi Wehrmacht, dai minimalisti sbuffi di gore e dalla possibilità di accucciarsi. Lezione numero uno, Battalion: nessuno si abbassa in uno sparatutto vecchia scuola a meno che non sia morto. Ora, passiamo all'estetica e all'implementazione della sparachiodi...
Il dettaglio che chiarisce tutto è che Battalion è uno sparatutto 'old school' sulla Seconda Guerra Mondiale. A un livello base, ciò significa "come il multigiocatore dell'originale Call of Duty ma con l'anti-aliasing." Eppure la situazione non è proprio così semplice. Nascoste dietro le siepi condite di proiettili della Normandia, ci sono sfumature di Counter-Strike e di Day of Defeat. È uno sparatutto multigiocatore che spera di ingolosire tanto i tipi attratti da piaceri arcade quanto quelli più dediti agli eSport, premiando lo stile di gioco più misurato e abile tanto quanto i canguri saltellanti della domenica.
Non è un'osservazione mia. È precisamente com'è stata presentata la beta, offrendo sia una componente "arcade" che si alternava fra tre mappe e tre modalità (cioè deathmatch a squadre, dominio e cattura la bandiera) insieme a una quarta modalità, classificata, chiamata Wartide che offriva una leggera variante del disinnesco delle bombe di Counter-Strike. In entrambi i casi i giocatori erano suddivisi in due squadre da cinque, assumendo il ruolo degli alleati o dei soldati dell'asse, e potevano selezionare una gamma di armi che includeva fucili, fucili da cecchino, fucili a pompa e mitragliette.
Ho trovato Battalion immediatamente accattivante per due ragioni. Prima di tutto, svolge un eccellente lavoro nell'espugnare tutta la confusione che fa parte del pacchetto degli sparatutto multigiocatore oggigiorno. Non c'è bisogno di imparare un epico manuale di personaggi e abilità, punti di forza, debolezze, storia personale, parente più vicino, allergie, intolleranze e se mettono il latte e/o lo zucchero nel tè. Non c'è neanche un labirinto di perk, sblocchi e carte stella da decifrare come fossero qualche antico dialetto geroglifico. Scegli una squadra, scegli un'arma ed è tutto.
L'altro punto in favore di Battalion è che le armi della Seconda Guerra Mondiale sono grandiose. In termini di design audio e video, sono un successo: dall'iconico "ping" dell'M1 Garand quando espelle l'ultima pallottola, all'infausta chiusura a scatto del fucile da cecchino Springfield, e allo sferragliare metallico del MP40 tedesco, ogni arma è soddisfacente da tenere in mano a modo suo. Sono anche intelligentemente bilanciate in termini di potenza ed efficacia nelle varie situazioni. Il Thompson, per esempio, è un'arma a tutto tondo che può potenzialmente essere utile in ogni situazione, ma è meno efficace di un fucile nel lungo raggio o di un fucile da trincea nel corto raggio. L'unica arma che sembrava essere scarsamente implementata era il BAR, difficile da tenere in mano e ingombrante, specialmente se confrontato con il suo equivalente tedesco più leggero, il più preciso ST44.
È passato molto tempo da quando ho giocato la modalità multigiocatore dell'originale Call of Duty ma, a confronto con il suo equivalente moderno, che convenientemente è ritornato a pestare il vecchio terreno lo scorso anno, Battalion è uno sparatutto sulla Seconda Guerra Mondiale più stringato, più teso che intenso. Il limite di dieci giocatori significa che i combattimenti avvengono in situazioni più piccole e frizzanti, anziché essere un costante e cacofonico boato. Correre alla cieca per la mappa è scoraggiato poiché c'è un leggero ritardo nel preparare l'arma quando si torna alla velocità normale.
In aggiunta, la barra della salute è piccola e fragile, capace di sostenere soltanto uno o due colpi prima che la telecamera passi a mostrare un altro giocatore e cominci il conto alla rovescia per il respawn. In questo modo Battalion incoraggia un approccio al combattimento più considerato e ponderato, andando avanti a passi lenti, idealmente con un compagno di squadra al proprio fianco, controllando ogni angolo e rimanendo in ascolto per sentire i passi dei nemici quando sono vicini all'angolo della trincea o dell'edificio.
Ciò che non viene scoraggiato, tristemente, è saltare fuori da un angolo come un canguro armato, che, entro la conclusione del fine settimana, ogni giocatore della beta sembrava mettere in pratica, facendosi beffe delle sparatorie da Seconda Guerra Mondiale altrimenti intelligenti e delicate di Battalion.
Personalmente coglierei l'occasione per rimuovere questo egregio elemento degli sparatutto del nuovo millennio eliminando del tutto il salto, rimpiazzandolo con la possibilità di saltare oltre l'ostacolo nelle situazioni in cui è necessario. Accetto di saltare in giro come un pazzo in Quake ma, come abbiamo già discusso, Battalion non è Quake.
Come praticamente qualsiasi altra cosa nel gioco, le mappe sono abbastanza standard per l'ambientazione della Seconda Guerra Mondiale. Battery si ispira alla battaglia a Brecourt Manor, combinando una rete di trincee con una pista sterrata circondata da siepi che circumnaviga l'intera mappa. Nel frattempo Coastal è essenzialmente Carentan-al-mare (o dovrebbe essere par-la-mer?), un idilliaco villaggio francese con un ampio giardino ideale per i cecchini, circoscritto da stretti vicoli e viali tortuosi.
Le mappe vanno bene, a parte in Coastal dove i giocatori dell'Asse possono facilmente chiudere le forze Alleate nell'area di respawn. Eppure sebbene io sia consapevole che Bulkhead Interactive abbia dovuto lavorare con una palette limitata, spero che ci siano mappe che esplorino la Seconda Guerra Mondiale anche al di fuori della visione di Spielberg. Qualche indizio di ciò è presente nella terza mappa (Derailed), che ruota attorno a un tram deragliato in una città in pietra e include sia un cinema, sia una chiesa bombardata dentro cui si può combattere. Ma resta comunque poco distante dal carosello di Band of Brothers che i videogiochi stanno seguendo da praticamente 20 anni.
Più in generale, quando penso che Battalion sia uno sparatutto multigiocatore funzionale e ammirevolmente stringato, ho anche paura che, al momento, gli manchi qualcosa. A volte sembra vivere un ridimensionamento fine a se stesso: le esplosioni e i fori di proiettile sono per lo più deludenti e in alcune aree, soprattutto all'interno degli edifici, i livelli sembrano renderizzati da un motore del 2003.
Una preoccupazione più incombente è la mancanza di una modalità di gioco unica e caratteristica. La principale modalità competitiva, Wartide, segue lo stesso formato di Counter-Strike (brevi round che possono essere vinti sia disinnescando o facendo detonare la bomba sia uccidendo tutti gli avversari), ma con un metodo leggermente diverso di distribuzione delle armi.
Ogni giocatore può scegliere un equipaggiamento predefinito o un limitato equipaggiamento specializzato: se morite portando dell'equipaggiamento specializzato, potrebbe essere rubato dall'altra squadra, incrementando la loro quantità per quello specifico equipaggiamento e diminuendo la vostra.
Ancora una volta la meccanica funziona bene, ma dà comunque l'impressione di essere un po' compassata. Forse è un'inevitabile conseguenza di tornare indietro alle proprie radici: è difficile innovare quando ci si guarda alle spalle. In ogni caso, Battalion è ancora in beta e chi lo sa cos'altro lo sviluppatore Bulkhead Interactive possa aver nascosto nel suo bunker.
In ogni modo, c'è un merito indubbio nello spogliare gli FPS di tutta la chincaglieria e nel puntare sulla sacra trinità di muovi, mira e spara. È anche molto piacevole da giocare, il che è un ottimo punto di partenza. Spero solo che quando arriverà sul mercato, Battalion avrà imparato a essere più a suo agio nelle proprie vesti. È un decente sparatutto sulla Seconda Guerra Mondiale ma, se vuole essere lo sparatutto della Seconda Guerra Mondiale, deve fare di più che ritornare al passato. Deve metterci la propria impronta in un modo più definito.