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Battleborn - prova

La modalità Incursion è un divertente MOBA in prima persona.

Londra - A giocare senza support si perde nella modalità Incursion di Battleborn: l'abbiamo imparato a Londra, invitati da 2K, durante un paio d'ore di accesissimi scontri 5 contro 5. L'impostazione è notevolmente simile a quella di un MOBA: una buona composizione della squadra è fondamentale per la buona riuscita della partita, e senza support non si va da nessuna parte. Il ruolo dei personaggi più difensivi, invece, non è sembrato così al centro dell'esperienza, ma è probabile che sia solo un'impressione iniziale e che non si possa fare a meno di qualcuno capace di attirare su di sé le attenzioni degli avversari, e soprattutto di minion, super minion e mercenari.

Già da queste prime frasi i giocatori appassionati di battle arena avranno già capito di che stiamo parlando. Battleborn infatti, o almeno questa sua specifica modalità, è esattamente un MOBA in prima persona, con tutte le meccaniche del caso. Se invece non vi siete mai avvicinati a DOTA 2, League of Legends o Heroes of the Storm ecco come funziona il tutto: due squadre di cinque giocatori (3 dps, un support e uno più difensivo) si scontrano in arene speculari con l'obiettivo di distruggere le due sentinelle avversarie (che equivalgono alle torri).

Per arrivare a bersaglio è fondamentale scortare i minion che vengono generati automaticamente nella nostra base e lasciare che assorbano il fuoco delle sentinelle nemiche permettendoci di attacarle incontrastati. Gli obiettivi sono due, il primo piuttosto facile da abbattere, il secondo più coriaceo. Ad aiutarci troviamo vari mercenari: creature che dopo essere sconfitte si uniscono alla nostra causa aiutando la spinta delle ondate di minion.

Lui è Whiskey Foxtrot, un DPS che può specializzarsi su colpi ravvicinati o aumentare la precisione sulla distanza.

Insomma, siamo nel terreno del conosciuto, o almeno sulla carta è tutto molto chiaro, ma cosa succede quando ci si tuffa in prima persona nell'azione? Partiamo dalla scelta dell'eroe, al momento ce ne sono 25 (ma chiaramente il numero aumenterà), ognuno con tre abilità speciali e un sistema di progressione che permette di potenziarle all'interno della singola partita. Anche qui nulla di spiazzante, ma solo l'esecuzione di una formula familiare.

La prima cosa che dobbiamo valutare è il feeling dei vari personaggi, quanto risultano divertenti da utilizzare e la loro capacità di alterare effettivamente gli equilibri in campo. Bene, sotto questo profilo non possiamo che dare un giudizio positivo sulle nostre prime due ore di Incursion. Chiaramente non abbiamo potuto provarli tutti, ma quelli che abbiamo impersonato (e quelli che abbiamo visto in campo giocati da altri giornalisti) sembravano tutti dotati di una buona personalità e di un ruolo definito.

Menzione speciale va al curatore Miko, un fungo antropomorfo dotato del solito raggio curante e di tre mosse capaci davvero di tenere in piedi l'attacco dei nostri compagni. Oltre a recuperare vita con la prima abilità (e contestualmente aumentare del 50% le cure effettuate), Miko può posizionare un fungo a terra come mossa finale e curare tutti i suoi compagni nei paraggi. Non manca anche un'opzione offensiva (oltre al comunque efficace colpo base) nella granata velenosa.

Durante la partita, Miko può potenziare il ramo offensivo o quello delle cure, offrendo due interessanti modi per rispondere alle sollecitazioni degli avverasi. Se si stanno subendo troppi danni dovremo optare per il ramo di supporto, ma se il danno nemico è gestibile ci si può anche lanciare verso una build più offensiva e dare alla squadra quel qualcosa in più sul fronte dell'aggressività.

I personaggi sono 25, ma solo 7 sono disponibili da subito. Gli altri si sbloccano tra cooperativa e modalità versus.

I dps offrono chiaramente meno varietà, di fondo devono far danni e farli bene, ma anche giocando i personaggi più offensivi non ci siamo mai sentiti limitati. Se curando ci si sente molto utili, con i personaggi più aggressivi ci si può permettere qualche colpo di testa e correre magari a rubare i mercenari dietro le linee nemiche, o cecchinare il curatore avversario azzoppando l'altra squadra.

Un discorso a parte va fatto per i personaggi dotati solo di attacchi corpo a corpo. L'impressione è che con loro la curva della difficoltà sia più ripida, li abbiamo visti giocati da alcuni sviluppatori che ci hanno affiancato durante le partite e sono sembrati molto efficaci, ma provandoli non abbiamo raggiunto i medesimi risultati. Forse bisogna imparare a gestire meglio il posizionamento visto che fino a quando non si piomba sui nemici si è alla mercé dei loro colpi, o forse semplicemente è questione di tempo e dopo qualche partita si prende dimestichezza.

Gli scontri durano al massimo mezz'ora (c'è un limite di tempo che una volta raggiunto dà la vittoria alla squadra che ha avanzato di più), e l'azione è davvero concitata. Ci è capitato di arrivare a toccare il time-out, ma anche di vedere il finale prima del suono del gong: diciamo che tra i 20 e i 30 minuti si arriva per forza alla fine senza mai annoiarsi, e soprattutto senza mai sentirsi in nettissimo vantaggio. Anche quando le cose stanno andando bene bastano un paio di uccisioni chiave per ribaltare le forze in campo (i tempi di respawn aumentano con il procedere della partita) e pare che i ribaltoni siano tutt'altro che impossibili.

Per quanto riguarda il bilanciamento degli eroi è chiaramente presto per pronunciarsi: per quanto provato l'impressione è che, a patto di avere tutti i ruoli chiave nella propria squadra, ci sia una discreta varietà e i due gruppi di giocatori partano più o meno dalla stessa posizione. Come sempre succede, al lancio del gioco è probabile che venga fuori qualche sbilanciamento, ma già durante le fasi di testing sono state limate alcune asperità e ci aspettiamo un supporto costante e molta attenzione alla community.

Questa è l'elica dei potenziamenti: all'interno di ogni partita si decide come specializzare il proprio personaggio.

Battleborn, o almeno la sua modalità Incursion, è divertente. Se questo basta per rendere piacevole un pomeriggio di competizione a Londra, è vero che è sul lungo periodo che il gioco dovrà dimostrare il suo valore. I presupposti per la nascita di una scena affiatata non mancano, e non dimentichiamo poi che c'è una modalità cooperativa (che abbiamo provato e di cui parleremo nelle prossime settimane) a rimpinguare il pacchetto di fianco ad altre due opzioni competitive.

Maggio, il mese previsto per l'uscita del gioco, sarà ricco di offerte per i giocatori, e allora Battleborn dovrà impegnarsi non poco per riuscire a conquistare un posto al sole. Per ora possiamo dare un giudizio positivo, visto che Incursion ha cambiato la nostra percezione del titolo dopo che la prova dello scorso E3 ci aveva lasciati tiepidini. Per scoprire come si comporta la coop, e cos'altro possiamo aspettarci dalla nuova produzione di Gearbox, l'appuntamento è rimandato alle prossime settimane.

Avatar di Alessandro Arndt Mucchi
Alessandro Arndt Mucchi: Giocatore cronico, lettighiere notturno, cuoco discreto, giurisprudente perplesso, musicista part-time, giornalista dal 2006. Da sempre esperto di versetti.
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Battleborn

PS4, Xbox One, PC

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