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L'eterogenea zuffa spaziale di Battleborn - prova

Gearbox vuole dire la sua in un genere sempre più sotto i riflettori.

Los Angeles - Venticinque personaggi convergono da tutto l'universo su un solo corpo celeste, mescolando spadaccini, soldati, robot, nani coi martelli e cecchini steampunk. Battleborn potrebbe spiazzare ad un primo sguardo, si fatica individuare il minimo comune denominatore tra le varie estetiche coinvolte dagli sviluppatori di Gearbox e ci si rivolge incuriositi al gameplay.

Non è solo uno sparatutto, non è un MOBA in soggettiva, non è Borderlands 3, e allora per scoprire qualcosa di più abbiamo accettato volentieri l'invito di 2K Games e ci siamo accomodati nel booth del publisher a Los Angeles, uno dei più frequentati dello showfloor dell'E3 2015.

La premessa narrativa al tutto è deboluccia, e più che altro sembra una scusa per pescare da immaginari lontani come quelli citati in apertura, e proporre ai giocatori qualcosa per tutte le stagioni. Per il momento è presto per dare un giudizio su questo aspetto della produzione, abbiamo scoperto molto poco sulla storia e bisognerà vedere se la giustificazione trovata dagli sviluppatori per tanta eterogeneità sarà soddisfacente. Se anche così non fosse, in realtà probabilmente poco importa: Battleborn è un gioco che punta tutto sul divertimento, e non bisogna stare troppo a soffermarsi sulla storia.

Dicevamo venticinque personaggi in totale, ma la demo portata in fiera ci permetteva di vederne in azione 5 presi da un roster di 10, un numero comunque più che sufficiente per rendersi conto di come in effetti la varietà degli stili di combattimento proposti non manchi. Noi abbiamo provato Rath il vampiro (che in realtà vampiro non è), armato di due spade per dare una possibilità ai combattimenti melee, ma l'impressione è stata fin da subito di avere sbagliato la selezione visto l'evidente divario in termini di divertimento e comodità che rapidamente si è venuto a creare tra noi e i compagni con attacchi a distanza.

L'idea di mescolare spade e pistole è interessante sulla carta, ma molto delicata sul fronte del bilanciamento, e infatti l'impressione è che gli sviluppatori abbiano ancora un po' di strada da fare per riuscire a gestire al meglio la necessità di divertire con entrambe le tipologie di personaggi.

Il problema principale, per quanto riguarda i melee, è che non si ha una buona risposta delle armi e quasi non si capisce quando si va a segno e quando no a causa di un feedback poco chiaro. Il personaggio che abbiamo provato ha un attacco che colpisce a qualche metro di distanza, ma purtroppo non è semplice capire quando i nemici sono finalmente a tiro e quando invece sono fuori portata.

Un altro problema è legato alla velocità di movimento: i personaggi con attacchi dalla distanza sono sembrati piuttosto potenti, e dunque a volte non si fa neanche a tempo ad arrivare sul bersaglio che già è stato eliminato, soprattutto nel caso di nemici semplici che spariscono dallo schermo in un paio di secondi.

Sul fronte delle abilità disponibili dobbiamo registrare comunque una buona varietà, assegnate ai personaggi con un'impostazione che ricorda i MOBA. Ognuno ha infatti tre abilità più una mossa finale utilizzabile ogni 30 secondi circa, e soprattutto a ricordare i battle arena troviamo l'azzeramento dei talenti dei giocatori ad ogni partita, che dovranno quindi essere assegnati di nuovo.

Le cose da tenere a mente sono parecchie, e chiaramente la condizione migliore è quella del giocatore che conosce bene tutti i personaggi così da cercare di sfruttarne le sinergie, soltanto suggerite durante la nostra prova.

Il fatto di avere affrontato un livello in cooperativa, e non uno scontro in PVP, ha inoltre modificato la percezione del titolo, forse evidenziando la necessità di una maggiore attenzione sul fronte di bilanciamento dell'esperienza: sembrava tutto davvero troppo semplice e permissivo, ma è anche vero che le demo durante le fiere sono generalmente impostate sui livelli di difficoltà più bassi per permettere a tutti di divertirsi.

Le incognite dunque non mancano, e soprattutto non mancheranno i concorrenti visto l'arrivo di proposte come l'Overwatch di Blizzard. Quello degli sparatutto a squadre incentrati sulla forte caratterizzazione dei personaggi è uno spazio tutto da conquistare su console (su PC c'è Team Fortress 2 che non ha certo bisogno di presentazioni), e allora non possiamo che essere curiosi di scoprire cos'abbiano in serbo i creatori di Borderlands da qui all'uscita di Battleborn, prevista per il prossimo inverno.