Battleborn - prova
Abbiamo giocato le missioni in cooperativa, ecco come funzionano.
Battleborn non è solo uno sparatutto competitivo a squadre, anzi, il pacchetto proposto da Gearbox si compone idealmente di due parti dallo stesso peso. Oltre all'ibrido tra MOBA e sparatutto di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa, troviamo anche una serie di missioni da affrontare in modalità cooperativa che avevamo già potuto assaggiare durante lo scorso E3 a Los Angeles.
Invitati da 2K a Londra siamo tornati a impugnare mouse e tastiera per provare anche questa parte dell'esperienza ma prima di tutto occorre una precisazione: le missioni sono pensate per essere giocate in compagnia di altri 4 umani sparsi per il globo, ma sono affrontabili anche in solitaria. La nostra prova si basa sul multiplayer, e non possiamo dare un parere su come funzioni l'esperienza in singolo.
Detto questo, cominciamo tornando a quanto visto lo scorso giugno a Los Angeles, perché è proprio la missione provata in California a ripalesarsi nella sua versione rifinita. The Void Edge, questo il nome del livello, chiede a noi e alla nostra squadra di scortare un robottone lungo un percorso prestabilito, difendendolo dalle decine di nemici che continuano a spawnare nei paraggi.
La prima cosa che notiamo è che, come nel caso del multiplayer competitivo, anche qui si percepisce uno stacco tra i personaggi con armi dalla distanza e quelli da corpo a corpo. I secondi, infatti, continuano a sembrare meno funzionali dei primi, anche se di nuovo potrebbe semplicemente essere una questione di curva d'apprendimento più ripida.
In generale i vari eroi che abbiamo provato sono sembrati tutti piuttosto accessibili, e le loro abilità padroneggiabili nel giro di una manciata di minuti. I combattenti da mischia, però, costringono il giocatore a tuffarsi tra le braccia dei nemici, e dunque a una maggiore attenzione nell'approccio all'azione. Da un lato si è spinti a muoversi rapidamente perché i compagni stanno facendo fuori tutti con le loro armi e magie, dall'altro si rischia di allontanarsi troppo dal gruppo e rimanere circondati.
Al netto di questo aspetto, le due missioni provate (la citata The Void Edge e la missione The Renegade) ci sono sembrate piuttosto simili. Se nella prima si tratta di difendere un obiettivo in movimento, in The Renegade dovevamo essere noi a muoverci da un bersaglio all'altro per conquistarlo e poi proteggerlo dalle ondate di nemici che lo prendevano di mira.
A sottolineare l'enfasi sulle fasi difensive abbiamo trovato anche la meccanica delle torrette da costruire. Sparsi per il mondo si trovano dei cristalli che una volta rotti garantiscono dei materiali da usare poi per la costruzione di torrette fisse, utili per contrastare le ondate di nemici. Si tratta di una meccanica che abbiamo già visto nel multiplayer competitivo e che torna con forse maggiore importanza nelle missioni, visto che le torrette sembrano ricoprire un ruolo non da poco nella gestione dei minion.
L'azione all'interno delle missioni è meno concitata rispetto alla fase competitiva ma non mancano i momenti tesi dove gli attacchi arrivano da tutte le parti e allora la comunicazione coi compagni diventa fondamentale. I livelli si sviluppano anche in verticale, e non si può fare a meno di parlare con il resto della squadra per coordinare le difese.
Più che singoli nemici molto capaci, gli sviluppatori hanno puntato sul numero e ci gettano addosso decine e decine di mostriciattoli che "zergano" verso il punto che stiamo difendendo. Non manca qualche boss battle ma la maggior parte delle volte bisogna sparare nel mucchio e abbiamo sentito la mancanza di una maggiore attenzione verso la strategia.
Va detto che la nostra prova si è svolta al livello di difficoltà normale e se da un lato i nemici base cadono come mosche, non sono mancate le morti e i momenti difficili. Il livello di sfida ci è sembrato comunque buono ma non possiamo tacere sul fatto che l'esperienza sia apparsa meno coinvolgente rispetto al PvP.
Le missioni durano almeno mezz'ora ma l'azione non ha saputo tenerci col fiato sospeso. Chiaramente è ancora presto per trarre conclusioni, soprattutto perché abbiamo provato solo due livelli e una manciata di personaggi, ma l'impressione è che il PvP sia stato studiato meglio e sia il vero cuore del gioco.
Battleborn, in arrivo a maggio per PC, PlayStation 4 e Xbox One, promette di offrire ai giocatori un pacchetto ricco e variegato grazie alla presenza di due modalità principali ugualmente ciccione. Rispetto al PvP però le missioni ci sono sembrate più deboli ma dobbiamo sospendere il giudizio fino ad una prova approfondita. Come nel caso della nostra precedente anteprima, anche qui possiamo solo sfiorare il discorso riguardo i potenziamenti dei personaggi, una meccanica accennata durante la presentazione ma che non c'è stato il tempo di approfondire. Rimanete su queste pagine, perché non mancheremo di farlo in sede di recensione.