Battlefield 3: Back To Karkand - review
Il conflitto si allarga.
Finalmente è uscito Battlefield 3: Back To Karkand, il tanto atteso pacchetto scaricabile di Battlefield 3 messo gratuitamente a disposizione dei possessori della limited edition del gioco e acquistabile per 1200 Microsoft Point (circa 15 euro) da ogni altro utente.
Dopo aver dichiarato guerra ad Activision e alla serie di Call of Duty, DICE ed Electronic Arts hanno deciso di seguire le orme dei diretti rivali anche nel campo dei DLC, andando a rinfrescare l'esperienza del multiplayer online con contenuti aggiuntivi non certo fra i più economici del mercato.
Nonostante il prezzo elevato, tuttavia, gli appassionati non si pentiranno dell'investimento, visto che acquistando Back To Karkand si assicurano la possibilità di rivivere sensazioni già provate in passato su quattro campi di battaglia dell'indimenticabile Battlefield 2.
A questo si aggiunge una buona quantità di elementi di contorno che, molto più di quanto sia mai accaduto con qualsiasi DLC di Call of Duty, arricchiscono l'esperienza globale senza stravolgerla o sbilanciarla.
Al di là delle quattro mappe aggiuntive (che a breve esamineremo singolarmente nel dettaglio), a rendere davvero interessante Back To Karkand è la presenza di nuovi veicoli da sfruttare una volta sul campo di battaglia, di dieci armi inedite e, soprattutto, di un sistema di sfide pensato per premiare il giocatore sbloccando, per l'appunto, i vari elementi del nuovo arsenale offerto dal pacchetto.
Per sbloccare le varie armi, in pratica, durante le partite viene richiesto di eseguire azioni più o meno complesse, un po' come accade con i contratti di Call of Duty. Questi obiettivi possono variare in modo piuttosto profondo, ora chiedendo di effettuare un'uccisione usando lo strumento per la riparazione dei veicoli, ora di conquistare un certo numero di punti strategici.
La cosa interessante, che rende questa aggiunta particolarmente importante nell'economia del DLC (e più in generale dell'intera esperienza offerta da Battlefield 3), è che questa nuova caratteristica viene applicata a tutte le mappe del gioco e non solo a quelle extra presenti in Back To Karkand.
Sbloccando le nuove armi e sperimentandole in prima persona sul campo di battaglia abbiamo particolarmente apprezzato il modo in cui i programmatori hanno continuato a operare il costante bilanciamento che rende ogni partita a Battlefield 3 una vera gioia.
Nessuna delle nuove bocche da fuoco, infatti, svetta sulle altre in termini di prestazioni e caratteristiche, pur garantendo sensazioni differenti una volta impugnata e usata per abbattere i propri bersagli. Naturalmente ci sono delle differenze tra un'arma e l'altra, ma scordatevi di trovare lo strumento di morte universale.
La ciliegina sulla torta è rappresentata da una nuova modalità di gioco che, a dire il vero, non brilla certo per inventiva e spettacolarità, ma che rappresenta un piacevole extra per tutti coloro che non apprezzano completamente nessuna delle formule proposte dal gioco base.
Le regole della modalità Conquista Assalto sono molto semplici, visto che uniscono la struttura a obiettivi della versione base di Conquista alla divisione dei ruoli delle due squadre tra attaccanti o difensori. Ovviamente, in modo da non offrire un'esperienza eccessivamente sbilanciata in favore dei difensori, gli attaccanti partono con un maggior numero di ticket per rientrare in gioco dopo aver subito una kill.
Ma andiamo ad analizzare le singole mappe per capire cos'è cambiato rispetto a Battlefield 2, dopo il lavoro di adattamento svolto dai ragazzi di DICE.
Attacco a Karkand: I veterani di Battlefield 2 si sentiranno immediatamente a casa una volta messo piede in questa mappa. Al di là delle ovvie migliorie grafiche garantite dal Frostbyte 2 (in particolar modo sul fronte della distruzione ambientale), il design generale della mappa non ha infatti subito grossi cambiamenti.
Le modifiche principali riguardano l'aggiunta di alcuni dettagli negli interni degli edifici. In generale, comunque, l'esperienza è rimasta la stessa che gli appassionati hanno tanto apprezzato in passato, con un ambiente urbano pieno di strade spaziose, edifici in cui nascondersi e tetti da cui tendere micidiali imboscate.
Penisola di Sharqi: In questa mappa si può vedere con maggiore intensità l'importanza dell'aggiornamento tecnologico garantito dal passaggio a Battlefield 3. Ogni singolo aspetto è stato nettamente migliorato, tanto che l'impatto visivo generale è davvero impressionante.
Nonostante l'inizio apparentemente tranquillo, questa penisola è in grado di offrire esperienze varie e cariche di adrenalina con la presenza di tre zone calde in cui tendono a concentrarsi gli scontri a fuoco più intensi. Il cantiere, la stazione TV e il punto d'osservazione formano un micidiale triangolo della morte spazzato da carri armati e, soprattutto, letali elicotteri capaci di cambiare in un lampo le sorti della battaglia.
Golfo di Oman: A differenza di quanto è accaduto con Attacco a Karkand, la mappa del Golfo di Oman ha subito molti cambiamenti nel passaggio da Battlefield 2 al nuovo episodio dell'FPS bellico Electronic Arts. Le modifiche più drastiche ed evidenti hanno coinvolto il level design generale, ora caratterizzato da una maggior densità di costruzioni rispetto alle enormi distese desertiche della precedente versione.
Questo non vuol dire, però, che l'aggiornamento abbia portato peggioramenti a livello di gameplay. Al contrario, infatti, grazie a un level design più bilanciato è ora possibile muoversi con una maggiore libertà anche in presenza di velivoli nelle vicinanze, grazie al maggior numero di ripari da sfruttare per sfuggire allo sguardo attento dei piloti di elicotteri.
È in questa mappa che i nuovi veicoli DPV brillano in tutto il loro splendore, grazie alla loro grande velocità che gli permette di sfrecciare nel deserto saltando oltre le dune...prestando sempre molta attenzione ai cecchini, particolarmente agevolati dalla struttura del territorio.
Trattandosi di un livello molto esteso, nella versione console il Golfo di Oman soffre la riduzione del numero di giocatori contemporaneamente online, risultando a volte un po' troppo dispersivo nonostante gli accorgimenti fatti dai programmatori per arginare il problema.
Isola di Wake: Rispetto alla versione originale apparsa in Battlefield 1943, la nuova variante dell'Isola di Wake è stata ritoccata in modo da rendere l'azione più frenetica e meno dispersiva. La modifica più evidente è la cancellazione dei due obiettivi precedentemente posti alle estremità dell'isola dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, ora sostituiti da altrettanti punti di respawn.
Grazie a questa soluzione gli scontri a fuoco si concentrano tutti nella parte centrale dell'isola, opportunamente rivisitata per adattarsi meglio ai ritmi differenti del multiplayer di Battlefield 3. Grazie all'ampliamento delle strade, per esempio, il passaggio a bordo dei carri armati è ora nettamente più agevole, visto che sono necessarie diverse mine per coprire l'intera carreggiata.
Al netto della nostra analisi, quindi, vale la pena investire ben 15 euro in questo pacchetto scaricabile? Esattamente come accade con i DLC di Call of Duty, se siete fan sfegatati del multiplayer di Battlefield 3 non rimarrete affatto delusi dall'ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo. La quantità e la qualità di elementi aggiuntivi presenti in Back To Karkand rendono l'espansione davvero ghiotta. Il problema del prezzo, inoltre, non si pone per chi ha acquistato la limited edition del gioco o ha preso la sua copia al day one dopo averla prenotata, visto che per loro questo piccolo gioiello è completamente gratuito.