Battlefield 4: Dragon's Teeth, solido quanto basta - review
Un buon more of the same.
Fedele alle premesse (e promesse) che DICE aveva fatto alla fine 2013 di risistemare i bachi di Battlefield 4 su PC e Console, e dopo aver pubblicato il tanto atteso aggiornamento sul netcode di qualche mese fa, è ora la volta di tornare ad occuparci di nuovi contenuti per lo sparatutto targato Electronic Arts che arrivano con il quarto DLC ufficiale.
Dopo i discreti China Rising e Second Assault e il più consistente Naval Strike tocca a Dragon's Teeth andare ad arricchire i già abbondanti contenuti del multiplayer di BF4. E lo fa con quattro mappe inedite, nuove armi, una nuova modalità e soprattutto un paio di nuovi gadget in grado di cambiare e non poco il gameplay delle sparatorie.
Ma andiamo con ordine e partiamo dalle quattro nuove ambientazioni: come per ogni DLC, anche questo è stato realizzato "a tema" e l'attenzione è in questo caso concentrata sul concetto di combattimento urbano. Stiamo parlando di scenari urbani di una certa densità e consistenza lontane dall'estensione e dallo sviluppo verticale di Siege of Shangai o Dawnbraker, ma caratterizzate da interessanti varianti sul tema che le rendono del tutto particolari da giocare.
Pearl Market è la prima che abbiamo provato e anche la più piccola del lotto: si tratta di una zona urbana piuttosto densa con palazzi alti non più di tre piani in cui viuzze strette si alternano a strade perimetrali leggermente più larghe e piazzette interne in cui si trovano i punti di controllo.
"Solo gruppi ben organizzati possono, con una certa fatica, riuscire ad assaltare gli obiettivi nemici"
Il gran numero di edifici con stanze interconnesse a uno o più piani, balconi, finestre e ingressi da ogni lato rendono un vero incubo muoversi in solitario: solo gruppi ben organizzati possono, con una certa fatica, riuscire ad assaltare gli obiettivi nemici.
Questo anche considerando il fatto che i blindati utilizzabili sono solo un trasporto truppe Armtrac con cannoncino costretto a muoversi in viuzze strette e detriti e moto da cross veloci ma che lasciano esposti al fuoco nemico. Il gameplay è frenetico e brutale, ottimo per la classe dell'assalto e supporto.
Dopo quest'antipasto siamo passati a Sunken Dragon che spicca per essere una mappa decisamente asimmetrica, si tratta di un porticciolo su cui è attraccato un ristorante galleggiante che può essere semisommerso in qualsiasi momento aprendo le chiuse del porto e creando grossi problemi a chi difende il checkpoint posto al suo interno.
Il resto del livello prevede un ponte, due aree all'aperto e un parcheggio multipiano simile a quello di Flooded District nel gioco originale. L'elemento chiave di questo scenario è il suo notevole sbilanciamento: la fazione che appare di fronte al ristorante deve per forza uscire allo scoperto sull'acqua o attraversare il ponte per non farsi imbottigliare e questo non è particolarmente agevole, se il nemico è ben posizionato. L'uso di blindati rende appetibile questo scenario anche per i genieri.
"L'elemento che cambia realmente il gameplay è l'introduzione dello scudo balistico per il supporto"
Lumphini Garden è una mappa difficile ma se presa nel modo giusto e con le dovute limitazioni agli slot per i cecchini, può risultare piuttosto divertente. Si tratta di una ferrovia sopraelevata che attraversa un parco lacustre ancora in costruzione. Niente mezzi se non qualche quad, spazi aperti in cui correre è un suicidio si alternano a zone ancora in costruzione con vere e proprie trincee tracciate dagli escavatori ad offrire un minimo di copertura.
I punti di controllo sono generalmente nei pressi degli edifici tranne quello centrale in corrispondenza di un convoglio deragliato. La ferrovia è minata e generalmente viene fatta saltare immediatamente per tagliare il collegamento tra i due estremi della mappa.
Propaganda è l'ultima e la più particolare del gruppo: si tratta di una o scenario lungo e stretto ambientato in Corea del Nord in cui una linea ferroviaria attraversa due quartieri. Magazzini ed edifici bassi si alternano a giganteschi palazzi del potere con i loro ampi piazzali in cui si trovano i punti di conquista.
Si tratta della mappa più grande tra quelle proposte che permette un ragionevole utilizzo dei carri armati, facilitato dall'assenza di palazzi alti scalabili o dall'uso di elicotteri. Le aiuole coltivate formano in alcuni punti un dedalo di coperture che spesso porta interi gruppi ad incrociarsi e spararsi a distanze ravvicinate o ignorarsi del tutto. La particolarità è rappresentata dai treni che attraversano lo scenario investendo senza troppi complimenti fanteria o corazzati fermi sui binari.
"Tra le nuove armi spicca il veicolo armato controllabile in remoto"
Nel complesso l'assortimento è buono per la diversità delle situazioni tattiche proposte rispetto a quanto già giocato in Siege of Shangai e Dawnbraker e le dimensioni più contenute permettono di memorizzare le nuove con una certa facilità per quanto solo Propaganda sia gestibile con i mezzi. Tutte le altre sono essenzialmente dedicate all'urban combat in cui Pearl Market eccelle per complessità e con qualche buona intuizione in termini di puro Levolution, soprattutto per Sunken Dragon.
Oltre alle mappe, Dragon's Teeth propone una serie di nuove armi un po' per tutte le classi, ma a spiccare è il nuovo veicolo controllabile remotamente con tanto di mitragliatrice e lanciagranate installato per attaccare la fanteria in posizioni difficili senza rischiare la pelle. Si tratta del RAWR e non può essere sbloccato ma va raccolto all'interno delle mappe ed utilizzato da chiunque, soprattutto assaltare di sorpresa punti di controllo sotto stretta sorveglianza nemica.
L'elemento che cambia realmente il gameplay è l'introduzione dello scudo balistico sbloccabile per la classe del supporto. Com'era accaduto anni fa in Counterstrike si tratta di un dispositivo in grado di reggere pesanti raffiche di mitra o fucili d'assalto di grosso calibro unicamente nella parte frontale.
In mano a un gruppo di giocatori esperti, può risolvere le tipiche situazioni di stallo che i giocatori di BF4 hanno imparato a conoscere negli scenari urbani più ristretti come Operation Locker o il remake di Operation Metro. Ovviamente lo scudo offre scarsa protezione dai lanciarazzi o dal C4 (per non parlare dei blindati) e un bravo cecchino può stendere il suo utilizzatore sparando attraverso il visore blindato, ma è un elemento in più in favore di un gameplay variegato, per quanto quello di Battlefield 4 già sia complesso oltre misura.
"L'unico appunto che si può muovere è l'assenza di uno scenario puramente urbano di piccole dimensioni"
Il secondo elemento di reale novità è la nuova modalità di gioco Chain Link: si tratta di una variante del Conquest dove invece di assaltare semplicemente il maggior numero possibile di punti di controllo a prescindere dal loro posizionamento, si viene premiati se si conquistano aree tra loro contigue che permettano di creare una sorta di collegamento in grado di garantire un esaurimento più veloce dei ticket della squadra avversaria.
L'idea è interessante perché obbliga entrambe le squadre a ponderare con maggiore attenzione il punto di respawn dopo averci lasciato le penne, e progettare il successivo spostamento in direzione del punto di controllo da catturare. La conquista di un obiettivo è molto più rapida rispetto al Conquest Normale e può essere redditizia in modi diversi: completare una catena o interromperne una avversaria è indubbiamente più premiante che lanciarsi all'assalto di un punto isolato "disconnesso" dalla propria rete di obiettivi.
Giocando in modalità Chain Link le aree di conquista sono più ravvicinate rispetto al Conquest normale e questo si sposa molto bene con le mappe intricate come Pearl Market dove i punti di passaggio obbligati sono occasioni per feroci sparatorie a corta e media distanza.
Complessivamente DICE ha sfornato un altro DLC di buona qualità, del tutto paragonabile a quelli pubblicati precedentemente, ma con qualche contenuto extra in più decisamente apprezzabile, lo scudo in particolare.
L'unico appunto che si può muovere a Dragon's Teeth è l'assenza di uno scenario puramente urbano di piccole dimensioni simile a quella follia di piombo che è Operation Locker o le mappe supercompatte del pacchetto Close Quarter di Battlefield 3: molti avrebbero sicuramente gradito.
A parte questo, la valutazione rimane essenzialmente la stessa degli altri: Dragon's Teeth garantisce ulteriori ore liete di carneficina multiplayer, ma preso singolarmente non si può considerare un acquisto obbligato in virtù del prezzo di € 14.99; troppo elevato per non sembrare un messaggio subliminale ad acquistare il pacchetto Premium completo.