Battlefield V - recensione
Il nostro voto all'ultima fatica di DICE.
Il "problema" principale di Battlefield V, se di problema vogliamo parlare, è l'essere un Battlefield. Sembra assurdo cominciare così l'analisi di un'opera così attesa, ma la sensazione principale che abbiamo avuto dopo aver provato approfonditamente questo prima assaggio del nuovo shooter di DICE è proprio questa.
Battlefield V, infatti, mantiene tutte le caratteristiche e la struttura BF1, ne accentua le peculiarità e ne amplia le possibilità. Ma al momento non aggiunge nulla in più di quello che abbiamo già assaporato due anni fa.
Vogliamo comunque sottolineare di aver messo la parola problema tra due belle virgolette. Essere un Battlefield, e in particolare essere come BF1, è tutto fuorché negativo.
Il ritorno alle atmosfere storiche delle prime due Guerre Mondiali, infatti, ha fatto un gran bene ad una serie che, a furia di inseguire i balzi temporali di Call of Duty, aveva un po' perso la bussola.
Il fango, l'epicità e la lentezza delle battaglie di più di mezzo secolo fa, invece, si sposano magnificamente con lo stile di DICE e con quello che vogliono i fan: uno sparatutto più tattico, nel quale il gioco di squadra sia fondamentale. Un ritorno al passato che è stato premiato da oltre 25 milioni di giocatori in circa due anni.
Non stupisce, dunque, che lo studio svedese abbia pensato di ricalcare lo stesso modello per il lancio di Battlefield V. Ecco che quindi i due piatti principali della portata sono una componente in single player chiamata Storie di Guerra, formata da tre brevi racconti autoconclusivi, e la classica offerta multigiocatore declinata in sei modalità differenti e otto mappe. Ma questo è solo l'inizio.
Scottata dal trattamento ricevuto con Star Wars Battlefront II e sicuramente attratta dal successo commerciale di Fortnite, DICE ha pensato di stravolgere completamente il suo modello economico e il supporto post lancio. Per la prima volta da quando Digital Illusions fa parte di EA, tutto ciò che lo studio pubblicherà dopo il lancio arriverà gratuitamente a tutti coloro che hanno acquistato il gioco.
Quella ora disponibile nei negozi è una sorta di base di partenza che nelle prossime settimane sarà arricchita, espansa e perché no ulteriormente affinata grazie alle direttive dei fan e alla creatività dello studio svedese. DICE ha già modificato alcuni aspetti delle sua proposta in base al feedback dei suoi fan e sicuramente farà lo stesso anche con BFV. Quello che è importante notare, quindi, è che l'intera struttura sia solida, l'infrastruttura di gioco in grado di garantire partite stabili e tempi di risposta accettabili. In altre parole avere fondamenta solide sulle quali poter costruire il futuro del gioco.
Questo perchè la pubblicazione di Battlefield V più che un punto di arrivo sembra essere un punto di partenza. Grazie ai Venti di Guerra questo quinto capitolo più che un gioco a sé stante è diventato una sorta di piattaforma in costante evoluzione. Che oltretutto sembra aver tenuto in serbo per i primi mesi le sue frecce più interessanti.
I primi giorni di dicembre, per esempio, arriverà una mappa incentrata sui combattimenti a bordo di carri armati e una nuova Storia di Guerra con protagonista il comandante di un possente Tiger tedesco. A gennaio arriverà la modalità cooperativa Combined Arms, ci sarà il ritorno della modalità Corsa e il debutto di Conquista a Squadre.
A marzo, finalmente, sarà il turno di Firestorm, la modalità battle royale di Battlefield V. DICE s'è voluta prendere tempo sia per rifinire al meglio questa nuova esperienza, sia per togliere pressione al team di sviluppo, che si troverà ad uscire lontano da ingombranti avversari. Le premesse sono, però, quelle di un'interpretazione del genere in grado di riscriverne le regole grazie alle dimensioni della mappa, alla distruttibilità degli edifici e alla presenza di veicoli corazzati, alcuni dei quali usciranno in occasione di questa nuova stagione.
L'obiettivo di DICE, però, non è solo quello di aggiungere nuovi contenuti al proprio gioco, quanto di provare di volta in volta a modellarlo e declinarlo in maniera differente. Adesso ci si può divertire con il classico multiplayer e la storia in singolo giocatore, per modaltà più originali, perlomeno per la serie, c'è tempo. La voglia è quella di dare ai giocatori sempre nuove scuse, oltre ai bonus e agli sbloccabili legati alla singola stagione, per tornare sui server o spendere qualche soldo extra nelle personalizzazioni estetiche.
Questo, però, non vuol dire che Battlefield V arrivi nei negozi come un guscio vuoto. Tutt'altro. Solo che al momento la sua offerta è molto classica e, come dicevamo all'inizio, piuttosto simile a quella di Battlefield 1. Le modalità di gioco presenti, infatti, ricalcano quelle classiche della serie.
Se Conquista, Team Deatchmatch e Dominio non hanno bisogno né di grosse presentazione né di modifiche, Operazioni su vasta scala, Prima Linea e Sfondamento cambiano semplicemente alcuni aspetti della loro formula per meglio adattarsi alle nuove potenzalità del gioco.
Semplificando, potremmo dire che Sfondamento è una sorta di Corsa nella quale gli obiettivi (due o tre a seconda della mappa) dovranno essere conquistati contemporaneamente. Prima Linea, invece, supporta 64 giocatori contemporaneamente (se incrociata durante le Operazioni su vasta scala) e richiede di posizionare degli esplosivi su alcuni obiettivi sensibili.
Le Operazioni su vasta scala di Battlefield V, invece, sono decisamente più dinamiche e varie rispetto a quelle di BF1. All'interno dei tre giorni nei quali la battaglia si sviluppa, infatti, ruotano tutte le modalità presenti, scelte in base all'andamento della partita. Quindi una vittoria di un round non determinerà semplicemente il numero di rientri disponibili nel round successivo, ma anche come ci si affronterà. In alcune mappe, oltretutto, potrebbero esserci persino dei cambi di ruolo e i difensori potrebbero trovarsi a dover attaccare alcuni obiettivi e non solo a rintuzzare gli avversari.
Inoltre le battaglie più equilibrate si decideranno al quarto giorno. In questo caso i giocatori entreranno sulla mappa con un'unica vita e con un numero limitato di munizioni. Per sopravvivere le varie squadre dovranno quindi collaborare in modo da tenersi in vita e rifornirsi di proiettili, mentre tutto intorno a loro la mappa si restringerà. In pieno stile battle royale.
E non c'è nulla in BFV in grado di porre meglio l'accento sul lavoro svolto sulle classi e sull'importanza di un team de Il Momento Decisivo. Anche in questo caso DICE ha proceduto nell'accentuare quelle che erano le caratteristiche salienti di Battlefield 1, ma il risultato è di aver dato maggior personalità all'intero gameplay, rendendolo ancora più riconoscibile rispetto a quello della concorrenza. In altre parole, ancora più Battlefield.
Le novità, quindi, non vanno a stravolgere il sapore dell'esperienza, ma sono pensate per spingere i giocatori a dedicarsi maggiormente al gioco di squadra e a giocare di ruolo. Avendo limitato fortemente la possibilità di rigenerare la salute e il quantitativo di munizioni che è possibile portare l'intero esercito dipenderà molto dalle risorse che i vari giocatori saranno in grado di distribuire. È importante quindi che i medici e i genieri riforniscano continuamente i compagni di medicamenti e proiettili.
Allo stesso modo i ricognitori saranno gli unici in grado di segnalare gli avversari sulla mappa, un elemento fondamentale in scenari grandi e pieni di dettagli in movimento come quelli di Battlefield V. Gli assaltatori, invece, diventano fondamentali nelle battaglie contro i veicoli.
La vittoria sarà quindi decisa non solo da chi metterà a segno il più grande numero di uccisioni o da chi attiverà gli obiettivi, ma anche da chi saprà sfruttare pienamente le abilità dei propri soldati. Solo in questo modo si potrà portare una pressione costante ai nemici, continuando ad avere proiettili per combattere, soldati in salute per non andare in svantaggio numerico o avendo una buona visione dei dintorni per non subire sanguinose imboscate.
In questo modo Battlefield V si potrebbe rivelare piuttosto ostico per i giocatori dell'ultima ora. Nello shooter di DICE non basta scendere in campo e sparare, ma occorre elaborare decine di dati contemporaneamente, venire a capo dei controlli piuttosto complessi (ogni tasto del gamepad ha almeno due funzioni) e di un ambiente ostile nel quale i pericoli possono arrivare da ovunque.
Fare affidamento sulla propria squadra, quindi, oltre che fondamentale ai fini del ameplay potrebbe essere una sorta di stella polare per potersi muovere sulla mappa. I compagni di squadra sono anche gli unici, a parte i medici, in grado di rimetterci in piedi dopo un KO e sono l'unico punto di respawn dinamico in tutta la mappa. Questo vuol dire che quando l'intera squadra viene eliminata si dovrà ricominciare da uno dei punti fissi della mappa, solitamente piuttosto lontani dal centro dell'azione.
Inoltre il punteggio conseguito dalla squadra consentirà di sbloccare alcune abilità piuttosto utili, che vanno da una cassa di rifornimenti sganciata in qualunque punto della mappa ad un bombardamento dell'artiglieria. Questi elementi, che ricordano molto da vicino le score-streak di Call of Duty, essendo legati alle performance di squadra vanno a premiare i quartetti che sapranno distinguersi sul campo di battaglia. Il loro costo, però, impedisce che i giocatori ne abusino durante la partita e stravolgano gli equilibri in campo.
Un team ben bilanciato e affiatato, quindi, sarà in grado di stare nel bel mezzo dell'azione più a lungo e più efficacemente rispetto ad uno composto da lupi solitari. Questi elementi, uniti all'assegnare un numero maggiore di punti per le azioni di squadra, sono studiati per incentivare i giocatori ad interpretare meglio il proprio ruolo senza prendersi licenze poetiche come medici che non curano o genieri che non riforniscono di munizioni e costruiscono barricate. E funzionano.
Un'altra grande novità è la possibilità di costruire alcuni elementi sui campi di battaglia. La libertà concessa da DICE, però, è piuttosto limitata, dato che si potranno costruire solamente gli elementi già previsti dallo sviluppatore svedese. Dimenticatevi quindi delle follie di Fortnite.
Le uniche due variabili che si hanno nelle costruzione sono date la velocità di esecuzione e il tipo di upgrade disponibile, entrambi elementi che vanno a premiare i genieri. Tutti infatti possono costruire queste barriere, ma lo faranno nel doppio del tempo di un giocatore che ha scelto la classe di supporto.
Solo questa specializzazione, oltretutto, sarà in grado di costruire delle postazioni fisse, sfortunatamente anche in questo caso solo nei punti prestabiliti da DICE. E gli unici pezzi d'artiglieria liberamente posizionabili nella mappa sono quelli agganciabili ai vari mezzi di trasporto, che possono essere spostati attraverso spettacolari azioni meccanizzate.
Gli unici pezzi di artiglieria liberamente posizionabili nella mappa sono quelli agganciabili ai vari mezzi di trasporto, che possono essere spostati attraverso spettacolari azioni meccanizzate. Non tutte le modalità di gioco, inoltre, ottengono grossi benefici da queste modalità. In Conquista o Team Deathmatch i capovolgimenti di fronte sono troppo repentini per rendere la difesa di una posizione una strategia vincente. Durante fasi di attacco e difesa, invece, riuscire a costruire delle difese efficaci renderà ancora più entusiasmanti le partite.
Lo sviluppatore scandinavo ha anche affermato di aver rivisto completamente il sistema di gestione delle armi. La velocità di ricarica, il rinculo e il feedback sono comunque molto simili a quelli di BF1. Lo sviluppatore scandinavo ha anche affermato di aver rivisto completamente il sistema di gestione delle armi. La velocità di ricarica, il rinculo e il feedback è comunque molto simile a quello di BF1. È stata rivista anche la balistica dei proiettili seguendo le indicazioni della comunity. Questi elementi, comunque, sono quelliche sono sempre sotto osservazione degli sviluppatori che, in ogni momento, possono decidere di modificare armi e cdenze per rendere più bilanciata l'esperienza. Per questo motivo non ci sbilanciamo troppo sul giudizio, ma sottolineiamo come abbiamo apprezzato una maggiore penetrazione dei proiettili che rende più efficaci le mitragliatrici pesanti contro i nemici nascosti dietro i muri.
Nonostante storicamente la differenza principale tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale è data dall'introduzione su larga scala dei mezzi corazzati, il massiccio utilizzo di carri armati e aerei fatto da DICE nel precedente capitolo ha un po' smorzato l'impatto che i Tiger, i Valentine o i BF 109 hanno su questo. In questo modo il gameplay di Battlefield V ha un'occasione in meno per smarcarsi da quello del suo illustre predecessore, nonostante il suo essere storicamente più accurato.
Anche il sistema di progressione e personalizzazione dei vari soldati è stato approfondito ed espanso. Ogni giocatore, infatti, sarà caratterizzato da un livello di esperienza globale e poi da una progressione autonoma per ogni classe e tipologia di veicolo. Anche le armi avranno il loro specifico albero di crescita. Salendo di livello sarà possibile modificare alcune caratteristiche come il mirino, e anche il rateo di fuoco o la capienza del caricatore, andando a modificarne la specializzazione.
Su questi elementi, ma anche su quelli estetici, DICE punta sia ad offrire nuovi contenuti durante le varie stagioni dei Venti di Guerra, anche queste caratterizzate da un sistema di progressione unico, sia a spingere i giocatori ad investire ulteriori denari per acquistare le personalizzazioni più rare e interessanti. Ovviamente senza esagerare.
Le polemiche generate dall'introduzione delle donne (ancora presenti) o di protesi meccaniche (al momento assenti) dovrebbero aver spinto lo studio a mantenere un basso profilo, nonostante ci sia ancora qualche "licenza poetica" come i mirini olografici o le campagne eroistiche de Storie di Guerra.
DICE non ha voluto rinunciare completamente alla sua anima in singolo giocatore e ha confezionato tre brevi esperienze (saranno quattro con la prima stagione di Venti di Guerra) che raccontano il dramma della guerra. Questi racconti di poco più di un'ora prendono spunto da alcuni avvenimenti reali per raccontare storie dal sapore eroico, ma dal retrogusto piuttosto amaro. A differenza delle produzioni americane, gli svedesi di DICE vogliono sottolineare come la guerra sia orribile, sporca e violenta, qualcosa da evitare a tutti i costi. In uno scenario così terribile l'uomo è sia in grado di mostrare il lato peggiore di sè, ma anche di esibirsi saltuariamente in atti di coraggio disinteressati, in grado di capovolgere da soli le sorti del conflitto.
Le Storie di Guerra di Battlefield V fanno questo e lo fanno anche piuttosto bene, peccato che manchino di profondità e originalità soprattutto dal punto di vista delle meccaniche di gioco o dell'intelligenza artificiale, piuttosto standard. Queste storie rimangono un buon modo per impratichirsi con le diverse modalità presenti, oltre che per ascoltare dei racconti forse non realistici, ma ispirati ad avvenimenti reali. Il loro confezionamento e la loro scrittura sono molto buone, per non dire ottime, peccato che risultino un po' meno originali e varie di quelle viste in BF1.
Durante le Storie di Guerra Battlefield V dà il meglio di sè sotto il profilo tecnico. Questo nonostante la nuova versione del Frostbite non sfiguri assolutamenta anche durante le battaglie a 64 giocatori. Su PC sufficientemente corazzati e su Xbox One X lo spettacolo è notevole grazie a mappe ampie, tanti dettagli in movimento e un'ottima distruttibilità.
Le ambientazioni delle otto nuove mappe sono spettacolari e ispirate, nonostante manchino quegli elementi scenici del passato in grado di influenzare anche il gameplay, come le tempeste di sabbia o gli enormi treni corazzati di Battlefield 1. Nonostante questo la varietà degli ambienti o dei percorsi delle mappe garantiscono un buon numero di arene sulle quali confrontarsi. In attesa dei vari contenuti in arrivo coi Venti di Guerra.
Dal punto di vista sonoro il lavoro svolto è sempre eccellente, grazie ad un ottimo utilizzo dell'audio spaziale, fondamentale per comprendere da che parte stanno arrivando gli eventuali pericoli. Discreti anche i temi di accompagnamento dei menù.
Da quanto si può comprendere, abbiamo apprezzato il lavoro che DICE ha svolto per Battlefield V. Lo studio svedese ha preso quanto di buono visto in BF1 e lo ha accentuato, mettendo la squadra e le specializzazioni al centro dell'esperienza. Senza dimenticarsi dei feedback ricevuti dalla sua community, che hanno spinto lo studio a smussare alcuni elementi visti nella beta, come la salute ridotta e la scarsità di munizioni.
Il risultato è uno sparatutto complesso ma anche gratificante, che sarà in grado di premiare coloro che si applicheranno per cercare di domarlo. Un prodotto che al momento sembra essere stato sviluppato un po' troppo nel solco di Battlefield 1, ma che grazie ai Venti di Guerra, ovvero al supporto gratuito post lancio per tutti, promette di trovare presto una sua dimensione, introducendo alcuni elementi originali all'interno di questa formula rodata.
Il gioco è arrivato nei negozi in un'ottimo stato di forma, con server stabili e modalità forse un po' troppo rodate, ma divertenti. Non mancano alcune inevitabili sbavature che saranno corrette nelle prossime settimane, ma l'ultima fatica di DICE è una base decisamente solida sulla quale imperniare tutte le novità che lo sviluppatore ha in serbo per i prossimi mesi.
I Venti di Guerra stanno per spirare e con sé dovrebbero portare tutte quelle novità e quella varietà che manca a Battlefield V in questo momento.