Bayonetta
Ammaliante magia trash.
Per una volta, partiamo dalla fine. Senza mezze misure né ampollosi giri di parole: Bayonetta è semplicemente il mio personalissimo Game of the Show. Ok, Sin & Punishment 2 gli si avvicina parecchio, ma tutto il resto segue a Km di distanza.
Esagerato? Nemmeno un po', credetemi. Il geniale Hideki Kamiya (già creatore del primissimo Devil May Cry e del colpevolmente sottovalutato Viewtiful Joe) ritorna finalmente sulla scena, e lo fa con un gioco destinato lasciare sul campo vittime illustri nel panorama degli action game.
Durante lo showcase a porte chiuse ho chiesto a Kamiya-san (personaggio a dir poco surreale nella sua attitudine baldanzosa da figaccione forzatamente occidentale, in pratica un misto tra un gangster jappo ed un rapper...) quale aspetto di Bayonetta lo rendesse particolarmente orgoglioso: la risposta è stata immediata e tutt'altro che prevedibile.
Il game director di Resident Evil 2 mi ha infatti spiegato che a suo avviso gli action dopo il primo Devil May Cry sono rimasti colpevolmente uguali a se stessi, che è mancato qualcosa capace di far evolvere in modo significativo il genere: quel qualcosa è oggi Bayonetta, ed il cambio di paradigma sarà da ricercarsi nella granitica struttura ludica del fenomenale titolo Platinum Games.
Contrariamente alle superficiali apparenze Bayonetta non è il clone sotto steroidi di Devil May Cry che molti si aspetterebbero: la velocità di gioco è sovraumana, il ritmo incessante come mai si era visto prima d'ora in un action ed anche il gameplay nasconde più di un'inedita sorpresa.
Bayonetta è esattamente ciò che appare: un videogame viscerale ed esagerato, perennemente sopra le righe nel suo roboante trionfo di coreografie folli ed oltraggiosamente impensabili. Nei 3 giorni di E3 ho completato addirittura 4 volte la demo, perdendo letteralmente il conto dei genuini "What the fuck!?!" (colorita esclamazione di sorpresa affine al nostro "cazzo!!", giusto per i non anglofoni...) che nascevano involontari dalla bocca di chiunque si soffermasse a guardare anche solo per un istante. L'estetica di Bayonetta è infatti grottescamente eccessiva, compiaciuta nella sua pacchiana teatralità spesso al di là del buon gusto. Ecco allora che la procace protagonista, una sexy strega con occhialini d'ordinanza da porno-segretaria e stivali con pistole al posto dei tacchi, non esiterà ad ammiccare esplicitamente durante i sanguinosi massacri di Angeli, arrivando persino a lanciarsi in un'improvvisata lapdance mortale utilizzando l'arma di un avversario come palo.
Ma non è certo finita qui: il titolo SEGA è una continua sorpresa, con un'azione a schermo così ricca da risultare quasi opprimente. Alcuni esempi? Aspettatevi colossali mostri fatti con i capelli di Bayonetta (e lei nel frattempo sempre più nuda), enormi tacchi dal cielo, gigliottine e vergini di Norimberga pronte ad apparire dal nulla per giustiziare i nemici e molto altro ancora: roba da non sapere dove guardare.
A prescindere dalle sontuose trashate destinate ad esaltare alcuni (tra cui ovviamente il sottoscritto) ed a sdegnare altri è comunque l'impianto ludico complessivo ad apparire grandioso: il combat system è squisitamente cesellato, con una velocità di base supersonica sulla quale si inseriscono novità assolutamente degne di nota. Per prima cosa la possibilità di far vostre le armi dei nemici uccisi, utilizzando le reliquie sacre fino al punto di rottura per portare ulteriore devastazione sul campo di battaglia. Secondariamente l'idea di rallentare il tempo schivando alla perfezione gli attacchi degli Angeli (mutuata direttamente da Viewtiful Joe) con effetti a dir poco esaltanti sul giocatore. Last but not least, l'idea di una gravità assolutamente relativa in stile Mario Galaxy: Bayonetta è dopotutto una strega, quindi preparatevi per scontri che iniziano sul pavimento e che proseguono senza soluzione di continuità su pareti e soffitti.
Potrei continuare ancora a lungo parlandovi dei titanici boss di fine livello, delle mosse fuori da ogni logica, dell'impressionante grafica, della colonna sonora in stile pornazzo anni 70 (perché Kamiya ha voluto che tutto si adattasse alla personalità dell'affascinante protagonista...) e di parecchi altri elementi degni di nota, ma credo e spero di aver abbondantemente reso l'idea della magnificenza tutta particolare di Bayonetta. Preparatevi allora a farvi sedurre dalla nuova dimensione degli action game: senza ombra di dubbio un videogame così non l'avete mai visto.