Big Bang Mini
Pirotecnica meraviglia.
Sin dal primissimo annuncio del DS (e poi più tardi del Wii...) ho accolto la via alternativa di Nintendo con grande entusiasmo e curiosità. Da amante di tutto ciò che è sperimentale e creativo mi sono empaticamente sentito "vicino" alla nuova filosofia della casa di Kyoto, immaginandomi già chissà quali inedite soluzioni ludiche. Credevo che stilo e Wiimote sarebbero stati gli alfieri di nuovi generi, i tool tramite i quali liberare in maniera dirompente la fantasia degli sviluppatori. Col senno di poi, bella cazzata.
Al di là di qualche sporadica (e per questo motivo ancora più lodevole) eccezione la newgen di Nintendo non ha infatti seguito i binari dei miei deliri artistico-nerdosi, e così ci troviamo sommersi da porcherie dai controlli forzati e pure un po'idioti piuttosto che da ardite sperimentazioni d'avanguardia. Big Bang Mini, shooter tattile vagamente sinestesico realizzato dai parigini Arkedo, è l'ultima in ordine di tempo di quelle deliziose eccezioni.
Una premessa che è poi anche una conclusione, per chiarirsi subito le idee: Big Bang Mini è un titolo strepitosamente curato, che testimonia a più livelli l'amore e la passione dei suoi creatori (già responsabili in passato dell'interessante Nervous Brickdown). Dalla cover lenticolare (avete presente quelle immagini ricoperte di plastica zigrinata coi soggetti che si muovevano inclinando il tutto tanto in voga negli anni '80? Ecco, la copertina del gioco è così!) al curatissimo ed ironico booklet, passando per i colorati menu e l'interfaccia dinamica, ogni elemento diviene la coerente tessera di un entusiasmante puzzle d'insieme capace di creare una sinergia qualitativa propria solitamente soltanto di certe grandissime produzioni.
E così la percezione di trovarsi al cospetto di un prodotto "speciale" si fa palpabile. Ed in effetti Big Bang Mini è qualcosa di genuinamente speciale: propria del gioco è la genialità semplice e viscerale di quei concept che ti fanno istintivamente pensare "Ma perché nessuno ci aveva pensato prima?!". Lo shooter di Arkedo nasce infatti legato a doppio filo con l'architettura hardware del DS, presentando un utilizzo del touch screen e del doppio schermo intelligente come pochi altri. Big Bang Mini è allora il DS stesso, diviene la perfetta concretizzazione software delle potenzialità della macchina su cui gira.
Ma addentriamoci concretamente nella struttura del titolo: l'idea alla base è quella di colpire nemici vari (generalmente in movimento sullo schermo superiore...) sparando al loro indirizzo niente meno che fuochi d'artificio. Al di là dei diversi gradi di resistenza ai colpi dei vostri avversari e dei vari pattern di movimento e offesa, dovrete però stare attenti anche ai vostri stessi attacchi: i fuochi d'artificio che non andranno a segno scoppieranno infatti in un trionfo di luci colorate che ricadendo verso il basso -dove si trova la vostra navicella- si trasformeranno in veri e propri proiettili mortali. E visto che si parla di one hit kill, l'attenzione dovrà essere assoluta.
A metà strada tra Fantavision, Geometry Wars e Space Invaders, Big Bang Mini si rivelerà allora come un coinvolgente e frenetico gioco di equilibri: dovrete sparare per eliminare il prima possibile i nemici (possibilmente raccogliendo il power up stellina che essi sprigioneranno una volta morti), stando però attenti a non sparare troppo per evitare di congestionare lo schermo con i vostri stessi colpi. L'azione si trasformerà così in un'esaltante coreografia di luci e suoni fatta di attacchi e schivate al limite, a tutto vantaggio del divertimento e dell'esperienza.
Parte del fascino di Big Bang Mini va comunque ricondotta all'immediatezza del sistema di controllo. Il pennino è il fulcro del gameplay: cliccando sull'astronave e tenendo premuto sposterete la vostra navicella per lo schermo, e tracciando rapide linee verso l'alto, con un movimento simile a quello con cui si accende un fiammifero, sparerete nelle varie direzioni (ovviamente a seconda dell'inclinazione del vostro tratto). Il feeling che ne deriva è squisitamente tattile, e lo shooter assume così una connotazione sensoriale ed un dinamismo senza pari.
Accanto ad una giocabilità dal magnetismo ammaliante (assicurato anche dalla costante varietà di nemici e situazioni) il fattore meraviglia è garantito da una realizzazione tecnica di finissima fattura: il comparto visivo e quello audio si fondono a creare una variopinta orgia di luci e suoni che coinvolge e sorprende l'utente. Un po' come nel caso dell'ottimo Space Invaders Extreme vi ritroverete allora immersi in un'esperienza ludica totalizzante, una pirotecnica esplosione sonora che non sconvolgerà i vostri sensi come fece Rez nel 2001, ma che sicuramente non potrà lasciarvi indifferenti.
Da segnalare fra l'altro, al di là della convincente commistione di grafica 2D e 3D, la ricercatezza artistica della creatura di Arkedo: ogni area sarà infatti caratterizzata da specifici effetti visivi ed addirittura da un diverso hud' per un trionfo di un un'estetica onirica ed un po'allucinata alla Tetsuya Mizuguchi. Via libera allora ai grattacieli hi-tech di Hong Kong, passando per i ghiacci antartici, le spettrali paludi giapponesi e molto altro ancora, con relativi ed entusiasmanti accompagnamenti sonori dedicati.
Se a cotanta ricchezza e beltà aggiungiamo una longevità di tutto rispetto, svariate modalità di gioco (compreso un fenomenale endless mode con leaderboards online) ed il supporto al multiplayer con una sola cartuccia capirete subito perché mi sia follemente innamorato di Big Bang Mini. E' stata la folgorazione di un istante, la scintilla che si sprigiona dinnanzi a certi elementi che proprio non possono non scaldarti il cuore. Insomma l'idea sulla carta funziona a meraviglia (e pennino alla mano è ancora meglio...), il gioco c'è tutto ed è pure fatto da un minuscolo team di talento con la forza dell'originalità e delle idee. Adesso tocca a voi supportare attivamente Big Bang Mini, preferendolo alla valanga di cazzate che imperversano sulla console N. Vedete di non far fare anche a questo l'ingenerosa ed immeritata fine di quel capolavoro che è Soul Bubbles.