Bilson: "Avrei detto no ai talebani in MoH"
"Il contesto di Homefront è fittizio".
Poco prima del lancio di Medal of Honor, Electronic Arts cancellò dal multiplayer del gioco ogni riferimento ai talebani, ma secondo il boss della divisione Core Games di THQ, il danno oramai era stato fatto.
"Non avrei mai permesso la loro presenza nel gioco", ha dichiarato a Eurogamer il manager di THQ, che si appresta a lanciare Homefront, FPS in cui la Corea del Nord invade il territorio statunitense.
Viste le ultime tensioni tra le due Coree, alcuni hanno definito di pessimo gusto la scelta di THQ di rappresentare un conflitto che, sebbene frutto di invenzione, porta alla mente spettri minacciosi. Ma Bilson non è d'accordo.
"In Battlefield ci sono i cinesi, gli americani e l'alleanza del Medio Oriente, ma il contesto è fittizio e non mi sono posto il problema della fazione da scegliere. Quando ti basi su fatti reali, e non è questo il caso di Homefront, la situazione cambia. In particolare, io non voglio giocare nei panni di un talebano.
Secondo quanto dichiarato qualche tempo fa da DICE, autore del multiplayer di Medal of Honor, le recensioni del gioco di EA sono state influenzate dalla questione legata alla presenza dei talebani e dall'ambientazione scelta per il gioco, l'Afghanistan. Lo stesso non accadrà con Homefront, secondo Bilson, che ammette di sentirsi a disagio anche nei panni del nazista nei giochi ambientati durante la seconda Guerra Mondiale.
"Sono della vecchia scuola. Senza offesa, ma non mi piace vestire i panni dei soldati tedeschi nella seconda Guerra Mondiale. Prendo i miei giochi seriamente e nella mia psiche eroi e cattivi sono ben distinti. I tedeschi non vogliono vedere la svastica nemmeno per un istante. Io di solito mi immergo nei giochi e mi interessano queste problematiche. E poi sono più vecchio delle nuove generazioni, per le quali si tratta solo di giochi. Per i miei genitori e i miei nonni la seconda Guerra Mondiale è stata una dura realtà".
"A causa del conflitto ho perso dei parenti da qualche parte in Polonia. Si tratta di questioni personali, non sto parlando a nome di THQ, parlo solo per me stesso".
Secondo Bilson, quando si deve basare un gioco su conflitti reali, è necessario "stare attenti a tutti i punti di vista, non solamente quello statunitense. In Homefront non esiste solo il punto di vista degli americani. Io non sono qui per fare politica, voglio solo realizzare prodotti divertenti. Ma non vogliamo offendere le persone, perché nel mondo reale la gente muore in questi conflitti. Quando dipende da me, lascio che sia la sensibilità a guidare le mie decisioni".