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Binary Domain

Umani e robot nuovamente gli uni contro gli altri.

Se c'è una cosa nel futuro che andrà sicuramente male, questa è la ricerca robotica. Hanno prodotto così tanti film, fumetti, videogiochi e libri sulla ribellione delle macchine, al punto che se nel 2040 non dovessi essere in un campo di lavoro per umani a estrarre silicio, ci rimarrei quasi male. E tanto per confermare ulteriormente questa tesi, ecco a voi Binary Domain, ennesima aggiunta al filone "Il mio tostapane vuole uccidermi" pubblicata da Sega e curata di Toshihiro Nagoshi, al secolo Mr. Yakuza.

Siamo nel 2080 e nonostante gli avvertimenti di un coraggioso recensore di Eurogamer.it, la società si appoggia ormai quasi interamente sulla manovalanza robotica. I sintetici vengono utilizzati per qualunque mansione che l'uomo non possa o non voglia più fare, dal raccogliere pomodori allo scrivere, il business è interamente in mano a pochi giganti industriali e la regola è una sola, vietato costruire robot somiglianti agli umani.

Ma quando questa regola viene infranta e Tokyo cade in mano a un esercito di robot, si rende necessario assemblare prontamente una task force per investigare la situazione, e stroncare alla radice questa rivolta, colpendo soprattutto i diretti responsabili: l'azienda robotica giapponese Amada Company.

A capo di questo gruppo d'assalto ci sarete ovviamente voi, e dovrete decidere di volta in volta quale compagno portarvi dietro, scegliendo fra i classici stereotipi che andranno dal soldato recon, silenzioso e dotato di contromisure, allo specialista di armi pesanti tutto muscoli e poca tattica, per poi personalizzarne l'equipaggiamento. Ogni soldato potrà essere personalizzato nelle proprie caratteristiche per massimizzare il danno, aumentare i punti vita o le abilità secondarie, oppure potrete mescolare queste caratteristiche per ottenere personaggi più o meno equilibrati nel loro insieme.

Colpito! Ma non è detto che basti a fermarlo perciò occhio!

La prima novità interessante di Binary Domains riguarda proprio la gestione del vostro rapporto con il team. Ogni soldato ha un "indice di fiducia" che crescerà e diminuirà in base a come vi comporterete nei suoi confronti... così come mamma Bioware insegna. Se ad esempio vi fosse chiesto di coprire il lato destro, e voi lo doveste riuscire a farlo con efficacia, la fiducia di chi ve l'ha chiesto aumenterà, ma se invece doveste prendere decisioni impopolari o agire in maniera troppo egoistica, presto vi ritroverete a combattere con persone che non si fidano di voi. Con tutte le conseguenze del caso.

Nella Tokyo del 2080 conquistarsi la fiducia di un compagno non serve infatti solo a portarselo a letto, ma è fondamentale per ottenere obbedienza nelle situazioni critiche. Un soldato con scarso livello di fiducia si rifiuterà di venirvi a curare se siete sotto il fuoco nemico, e più in generale di rischiare la propria vita per salvare la vostra. Al contrario, un fedele fratello d'armi sarà pronto a buttarsi in mezzo alle pallottole per offrirvi copertura anche nelle situazioni più disperate, quindi farete bene a rispettare chi combatte al vostro fianco.

Nel corso della presentazione è stato inoltre possibile vedere uno dei primi livelli di gioco, ambientato nel distretto di Shibuya, ormai interamente controllato dalle forze nemiche. Visivamente la prima cosa che colpisce sono i colori del gioco, o meglio, la loro assenza. Tutto in Binary Domain appare infatti di un grigio quasi estremo e sebbene non ci sia dato sapere se si tratti di scelta voluta, volta a caratterizzare il gioco con tinte "futuristiche" o se sia solo una caratteristica del livello in questione, al momento una cosa è certa: sembra un titolo progettato per venire incontro ai daltonici, ma sconsigliato ai depressi.

Avatar di Lorenzo Fantoni
Lorenzo Fantoni: Dentro un rugbista di 110kg dedito agli stravizi, batte il cuore di nerd vecchio stampo con lo sguardo perennemente abbronzato da uno schermo, anche d'estate.
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Binary Domain

PS3, Xbox 360, PC

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