BioShock Infinite: Scontro tra le nuvole - review
Un DLC dalle Orde infinite, in attesa del piatto forte.
BioShock Infinite è un capolavoro, un peso massimo del genere, che porta gli sparatutto in un mondo dove il multiplayer non è tutto, anzi, è la storia che la fa da padrone catturando il giocatore per ore in una narrazione profonda e articolata.
Era quindi ovvio aspettarsi da Ken Levine e Irrational un DLC che riuscisse a espandere ancor di più la vicenda, rispondendo alle altissime attese dei fan. Sfortunatamente non è questo il caso. Quel DLC esiste, certo, ma non è Scontro tra le nuvole. Quello che state aspettando è Burial at Sea, un'espansione in due episodi che, nei panni di Booker ed Elizabeth, porta i giocatori in una Rapture dalle tinte noir, antecedente alla caduta e al degrado di cui siamo stati testimoni nel primo capitolo. Per giocare questo succoso contenuto dovremo però attendere ancora dei mesi ma non temete, perché nel frattempo Scontro tra le nuvole è un valido antipasto.
Spostando l'attenzione dalla storia, il DLC si concentra sui combattimenti, mettendo l'accento su quello che forse è stato uno degli aspetti più trascurati di BioShock Infinite. Non che fossero realizzati male ma gli scontri dovevano necessariamente farsi da parte per lasciare spazio alla vicenda che, come una primadonna, li spintonava per aprirsi la strada verso la passerella.
Gli sviluppatori hanno quindi deciso di realizzare, nell'attesa di un contenuto più centrato sulla storia, una nuova modalità che potremmo associare alle ormai solite e onnipresenti orde, in una variante però studiata per esaltare il sistema di combattimento del gioco e che, bisogna ammetterlo, è realizzata bene.
Lo scopo difatti non solo è di respingere, per ogni uno dei quattro livelli, quindici ondate consecutive di nemici, ma di gestire le ondate nel modo più creativo possibile. Ad ogni una gli sviluppatori hanno infatti associato un badge, una coccarda blu che andrà a fare bella mostra di sé nel menù principale della modalità. Per ottenerla sarà necessario portare a termine diversi compiti, tutti studiati per dar rilievo al sistema di combattimento.
"Lo scopo non solo è respingere le ondate di nemici ma farlo nel modo più creativo possibile"
All'inizio si tratterà di compiti facili, come sconfiggere un'intera ondata utilizzando solo gli attacchi dallo Skyhook, o magari utilizzare un particolare tipo di Vigor o una certa combinazione arma/abilità. Mano a mano che procederemo nel gioco, però, questi compiti diventeranno sempre più complessi e innalzeranno non poco la difficoltà delle varie sfide. Ci verrà ad esempio chiesto di aver ragione di un handiman solo con una pistola o di completare intere ondate senza sparare un colpo, utilizzando solo specifiche combinazioni di Vigor e i pericoli ambientali creati dai varchi aperti da Elizabeth.
Si tratta di un modo semplice ma scaltro per evidenziare le potenzialità non del tutto sfruttate del sistema di controllo, facendo uscire il giocatore dalla sua zona di conforto e spingendolo a provare nuove combinazioni di armi e poteri che esonerino da quelle classiche.
A fare da sfondo a tutto ciò vi sono quattro mappe modulari che, cambiando anche profondamente da un'ondata all'altra, concorrono a infondere in Scontro tra le nuvole una certa varietà. Il primo livello, Ops Zeal, s'ispira ai porti di Columbia e alle prime battute di gioco, ponendoci in una mappa circolare in cui i binari sono facilmente raggiungibili ed è possibile sfruttare al massimo la mobilità di Booker e le possibilità offerte dal rampino.
"Le quattro mappe, cambiando anche profondamente da un'ondata all'altra, infondono una certa varietà"
Già dal secondo ambiente, il teatro del Duca e dell'Idiota (si chiama proprio così), le cose però si complicano, le sfide diventano più difficili e complicate e l'arena cambia faccia, portandoci nelle zone antistanti alla sala degli eroi, in una piazza aperta e con pochissimi ripari. E se il terzo livello non rappresenta particolari sorprese, proponendo aree più piccole separate da mortali baratri, nel quarto il giocatore è trascinato di peso nelle architetture complesse del quartiere "in" di Columbia, dove dovrà affrontare i nemici più coriacei del gioco.
Questa ripida curva di difficoltà è però bilanciata dal fatto d'avere a disposizione tutto l'arsenale di Columbia al gran completo, da migliorare e potenziare ulteriormente grazie ai soldi guadagnati durante le sfide. Qualora il tutto fosse ancora troppo difficile, ci sarà data l'opportunità di acquistare una resurrezione o, in mancanza di denaro, di continuare la sfida dalla stessa ondata dopo una prima dipartita, rinunciando però in tal modo a vedere il nostro nome nelle classifiche online (altra grande novità del gioco).
Per mantenere una parvenza di filo conduttore con la storia, inoltre, gli sviluppatori hanno inserito in Scontro tra le nuvole un'interessante aggiunta, ossia il museo della società archeologica di Columbia. Si tratta di una base operativa da cui partire per le nostre sfide e che è possibile arredare utilizzando i soldi vinti per comprare e sbloccare vari bonus.
"Il museo della società archeologica di Columbia è la base operativa da cui partire per le nostre sfide, arredabile coi soldi vinti"
Si va da semplici bozzetti a divertenti scarabocchi degli sviluppatori, sino ad arrivare ai modelli dei personaggi principali e alla statua di Songbird, che fa bella mostra di sé al centro dell'ala principale del museo. C'è persino un easter egg che, una volta sbloccato, ci condurrà attraverso una stanza segreta, dove avremo modo di scoprire qualcosa in più sui due enigmatici fratelli che ci hanno accompagnato per tutto il corso dell'avventura.
Scontro tra le nuvole dunque tira un osso a tutti i giocatori che attendevano con ansia il primo DLC di BioShock Infinite, in modo tale da poter masticare qualcosa nell'attesa. La fa però nel migliore dei modi, intervallando una pausa piena d'azione alla storia di Burial at Sea, che già non vediamo l'ora di addentare. Peccato che per far ciò occorra ancora aspettare alcuni mesi. Frattanto, questo contenuto scaricabile è un'alternativa più che valida, anche se (ne siamo sicuri) farà storcere il naso a coloro che avevano fame di nuove storie.