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BioShock

Si torna a Rapture...

In termini di gameplay, questa versione offre pertanto le stesse identiche features delle precedenti uscite. Sarà necessario procurarsi l'Adam, sostanza estratta da alcuni molluschi marini, che ci consentirà una volta iniettata in vena di superare i limti umani conosciuti. In comunione con i Plasmidi, tale sostanza ci offrirà nuove strabilianti abilità, tutte utilissime nel tentativo di sopravvivenza a Rapture. Sarebbe tutto stupendo, se non fosse che le controindicazioni consistono in allucinazioni terrificanti, forte dipendenza e deturpamento delle proprie sembianze umane. I Trofei ci sono e non si allontanano da quanto visto con gli obiettivi di Xbox 360. Le sfide, purtroppo sono grossomodo identiche.

Ogni qual volta verremo uccisi, riprenderemo il gioco dalla più vicina Camera della Vita, che ci consentirà di tornare prontamente in azione senza alcuna conseguenza. Ciò sminusice in un certo senso il pathos della morte, ma rende anche meno frustranti alcune delle sessioni di gioco più dure. Sono presenti quattro livelli di difficoltà, con la possibilità di disattivare l'autolivellamento. Insomma, chi cerca una sfida tosta non potrà certo lamentarsi.

I più arditi tra voi potrebbero anche decidere di impegnarsi nella modalità Survivor. Ad un tale livello di difficoltà, con meno munizioni e potenziamenti, sarete chiamati ad un approccio più strategico. Potrete ad esempio far combattere tra loro due o più nemici, al fine di passare inosservati e darvela a gambe, oppure potrete hackerare i vari dispositivi elettronici presenti in Rapture (alcuni dei quali davvero letali) e fare in modo di utilizzarli a vostro vantaggio. I giocatori più estremi, possono infine disabilitare le camere della vita tramite le opzioni del menu. Ciò, vi farà guadagnare i trofei più ambiti proposti dal gioco.

Questo brutto ceffo sta sicuramente pensando: vieni da paparino...

Molti si sono chiesti se BioShock sia il più grande gioco di tutti i tempi. Noi onestamente non sappiamo rispondere, ma è certo che si tratta di una delle più interessanti ed immersive esperienze videoludiche degli ultimi anni, uno dei capisaldi del nostro amato medium. A mettercisi d'impegno, i difetti del titolo si potrebbero anche trovare. Ma davvvero, non ci sono argomentazioni valide per non apprezzare un'opera del genere. In un'industria in cui sempre più spesso si lavora di riciclo con idee vecchie di anni, l'opera di Ken Levine ha già dimostrato di essere uno dei più solidi termini di paragone per i titoli a venire.

8 / 10