BioWare: ieri, oggi, domani
Uno sguardo al passato della regina dei giochi di ruolo.
Nello stesso periodo si avvicinò al mondo console con MDK2, sequel di quell'MDK sviluppato in precedenza da Shiny Entertainment. Titolo third-person shooter dalla trama scontata, ironizza in realtà sulla sua stessa banalità facendo della forte caratterizzazione di tutti i personaggi il suo punto di forza.
Il protagonista Kurt deve sconfiggere l'invasore alieno e questa volta, al contrario di quanto era accaduto nella prima incarnazione della saga, il giocatore può utilizzare anche i compagni di viaggio rappresentati dal cane Max e dal Dottor Hawkins, a seconda che il gioco richieda un approccio più distruttivo o riflessivo.
Il comparto grafico, unito a un'impeccabile realizzazione sonora, si rivelarono per l'epoca ottimi, riuscendo a donare una spiccata personalità all'ambiente alieno. Subito dopo Bioware si mise all'opera sul seguito di Baldur's Gate. Baldur's Gate II: Shadows of Amn riprende la storia alcuni mesi dopo gli eventi del primo episodio, sapendosi rinnovare e andando a offrire al giocatore nuovi e interessanti modi di interagire col mondo di gioco.
Anche la possibilità di importare alcuni personaggi della serie nel secondo capitolo fu accolta calorosamente e l'ultima fatica di Bioware seppe conquistare nuovamente e con ampio consenso sia critica sia pubblico.
Quando Interplay cominciò a passarsela male, Bioware scattò agilmente sotto l'ala protettrice di Infogrames (ora Atari), che distribuì il suo nuovo gioco di ruolo basato sulle meccaniche di AD&D, Neverwinter Nights.
NWN, parte remake, parte sequel del primo MMORPG in computer grafica della storia dei videogiochi, sfruttava l'Aurora Engine, nettamente migliore dell'Infinity Engine.
Assieme al gioco venne anche rilasciato l'Aurora toolset che si rivelò molto utile; infatti, nel momento in cui il titolo rivelò la debolezza di una campagna single player poco profonda e dai temi abusati, Neverwinter Nights ebbe comunque la fortuna di avere un gran seguito da parte della modding community, che rilasciò numerose espansioni, affiancate anche da quelle ufficiali di Bioware.
La storia si concentra sulla crescita di un personaggio ampiamente customizzabile, che, per salvare da un' improvvisa e inspiegabile epidemia la rigogliosa città del freddo nord, Neverwinter, affronta numerose avventure alla ricerca delle creature di Waterdeep, l'unico rimedio esistente alla sciagura che si sta abbattendo sulla popolazione.
Il secondo lavoro dedicato al mondo console fu Star Wars: Knights of the Old Republic, pubblicato su Xbox e PC (e Mac OS X, ma solo più tardi) nel 2003. I passati progetti legati alla saga di Star Wars erano stati criticati da molti e Bioware raccolse il difficile compito di presentare finalmente un gioco della saga di Star Wars all'altezza della situazione.
La software house doveva riuscire a conciliare la lunga tradizione RPG con i gusti dei giocatori su console. Ancora una volta le meccaniche del gioco si basano sulle regole di gioco di AD&D e su un sistema di combattimento a turni.
Il protagonista può scegliere quale percorso intraprendere e se lasciarsi o meno sedurre dal lato oscuro della forza.
Con un approccio console-friendly e un sistema di combattimento ben implementato, tattico e allo stesso tempo frenetico, Star Wars: Knights of the Old Republic suscitò l'ennesimo trionfo di consensi da parte dei giocatori.
Nel 2005 Bioware cercò di cavalcare l'onda del successo su console sviluppando una proprietà intellettuale completamente originale: Jade Empire.
Ambientato nell'antica Cina, impersoniamo uno studente modello che percorre con rigore il difficile sentiero delle arti marziali. Un'antica vicenda ci porta a scoprire la verità su noi stessi e sul nostro popolo e ci conduce a scoprire un'intricata trama, fatta di inganni, corruzione e intrighi.
Tra i pregi del titolo si possono sicuramente annoverare un appropriato motore grafico per l' epoca, una colonna sonora incalzante e una gran vastità di stili di combattimento... aspetti questi che non seppero però controbilanciare una forse eccessiva ripetitività, un finale deludente e uno scarso approfondimento della sfera morale del personaggio.