Black Book - recensione
Cosa fareste per amore?
Black Book è un gioco che parla di un amore spezzato da un suicidio, considerato dal Cristianesimo come la condanna definitiva all'Inferno che impedisce di ascendere al Regno dei Cieli.
Sviluppato dal team sovietico Morteshka, questa nuova opera ci porta nella Russia del Diciannovesimo secolo, dove gli zar governavano nelle comodità del Palazzo d'Inverno mentre il popolo viveva alla giornata, ancorato alle proprie tradizioni oscure e sinistre vecchie di secoli, figlie di un passato nebuloso e tormentato.
Impersoniamo Vasilisa, vedova da poco a causa del suicidio del suo promesso sposo, ormai segnato per sempre dalla religione e dai suoi più leali servitori. Decisa a salvarlo alle fiamme dell'Inferno, accetta di diventare una strega e di essere addestrata dal vecchio Elgor, un uomo risoluto che conosce ogni segreto della magia contenuta nel Libro Nero, e che ha tenuto gelosamente celato agli occhi del mondo fino a questo momento.
La nostra missione, difficile quanto impossibile, è una sola: spezzare i Sette Sigilli del Libro Nero per liberare il suo reale potere ed esaudire un desiderio, che non vogliamo rivelare per non rovinarvi l'esperienza di gioco.
La trama è il punto nevralgico dell'esperienza, che mostra una cura nei dettagli che ci ha assolutamente colpito in positivo, dandoci modo di esplorare ogni situazione proposta al suo interno.
Prima che pensiate di essere di fronte alla solita avventura grafica, sappiate che Black Book offre una narrazione semplice ma per niente scontata, capace di stupire dall'inizio alla fine. Complici i colpi di scena, il titolo del team russo si presenta in forma smagliante grazie a una sceneggiatura ben curata da cui sprizzano tanta ironia e originalità, nonostante la seriosità di alcuni momenti molto toccanti.
Sono proprio i dialoghi a rendere Black Book ispirato e profondo, maturo dalla prima parola all'ultima, incantando per merito del folklore russo che il team ha saputo sfruttare superando di gran lunga le nostre più rosee aspettative, in particolare sui nomi e le definizioni tradizionali degli oggetti e dei riti a cui abbiamo preso parte.
Il ritmo della storia, all'inizio lento perché introduce l'intera vicenda della giovane, a volte è altalenante, diluito in maniera poco omogenea in alcuni frangenti, comunque apprezzabili.
Black Book è un gioco di ruolo a turni con delle meccaniche card game nel pieno stile di Slay the Spire. Prende ispirazione da alcune esperienze narrative come Pillars of Eternity, l'acclamata iterazione di Obsidian.
Superato il prologo, infatti ci ritroviamo nella casupola del vecchio Elgor per accogliere le richieste dei paesani del villaggio rurale in cui sono ambientati i primi due capitoli della nostra storia. Interagendo e chiacchierando del più e del meno, possiamo decidere che risposta dare, attirando le invidie di alcuni.
Oltre a essere delle abili fattucchiere nonché delle talentuose incantatrici, possiamo leggere nella mente dei nostri compaesani, turbati dalle misteriose forze demoniache presenti nelle varie località selezionabili dalla mappa principale. Non per niente, da quest'ultima siamo in grado di accedere alle missioni opzionali, che spesso possono sfociare nelle lotte a turni, famose in titoli certamente più blasonati dalla proposta dello studio con sede a Perm.
Il sistema di combattimento di Black Book è godibile, sebbene si riveli piuttosto semplice una volta fatta pratica con i propri assi nella manica. Ad averci colpito è la cura riposta nel mazzo che possiamo curare in base alle necessità, in grado di rappresentare un bel modo per differenziarsi dalle solite esperienze del genere.
Le carte attacco sono quelle dedicate alle pagine più oscure del Libro Nero, mentre le bianche, il cui colore richiama la sacralità del Cristianesimo, possono essere utilizzate per difendersi dagli attacchi demoniaci.
Apprese le varie abilità, possiamo sbizzarrirci con combinazioni capaci di mettere in difficoltà qualunque sgherro di Lucifero, pure il boss all'apparenza più ostico. E se vi dicessimo che queste fiere in realtà non sono poi così spaventose come vogliono far credere a noi poveri miscredenti?
Una volta affinati gli attacchi con le carte e messa a punto qualche strategia con gli oggetti raccolti nelle varie mappe del gioco, possiamo persino rubare il posto a Hermione Granger come strega dell'anno.
Giocato a una sfida più impegnativa, Black Book risulta un titolo che invoglia a esplorare tecnicismi degni del miglior strategico in circolazione. E prima che pensiate di essere di fronte a un card game spietato, sappiate che vi trovate davanti a un titolo purtroppo sbilanciato in termini di difficoltà e che nonostante le ottime idee, non è riuscito a convincerci del tutto.
Di sicuro restano interessanti le terminologie tipiche del folklore russo utilizzate da parte dei Morteshka, che hanno consultato degli esperti della storia dell'occulto e delle tradizioni russe. Col risultato che il Durak, un gioco di carte che ci ha intrattenuto in svariate occasioni, diventa una pregevole aggiunta.
Ma le sorprese non finiscono qui: Vasilisa attira a sé spiriti maligni di ogni genere pronti a ferirla con dei malus nel corso dei combattimenti. Allontanarli è la nostra unica possibilità per vincere senza sprecare troppe energie, evitando di aumentare il numero dei nostri peccati. E sarà meglio non sottovalutare le pene che infliggeremo al prossimo, dato che modificheranno la parte finale della storia.
Un altro punto a favore della produzione è la direzione artistica. Gli scenari spiccano per originalità e ci siamo trovati in foreste misteriose illuminate dai raggi lunari, immersi nei fili di grano mentre seguivamo una persona scomparsa, inoltrandoci in granai e mulini a vento per nulla accoglienti.
Mentre visitavamo i vari paesaggi rurali della Russia, abbiamo incontrato dei trovatori disposti a condividere con noi alcune canzoni popolari attualmente diffuse e amate. Qualora decidessimo di riascoltarle, potremmo accedere al menù opzionale dedicato.
Sfortunatamente il lato tecnico mostra il fianco con qualche compenetrazione di troppo, oltre alla presenza di un fastidioso bug che ci ha fatto ricaricare il salvataggio in un momento particolarmente delicato dell'esperienza. Per il resto il titolo si è dimostrato stabile, sebbene non fluido.
Black Book si propone come un titolo indipendente con buone idee, nonostante i difetti elencati e un bilanciamento della difficoltà non così profondo come ci saremmo aspettati, al netto di una longevità che supera abbondantemente le quindici ore di gioco.
Considerato il prezzo fissato a 24,99 euro, alto per una produzione indipendente, è un acquisto che vi consigliamo di soppesare con cura.