Blood Bowl 2, sganassoni sportivi in salsa fantasy - recensione
Football americano + assassinio libero.
Un boardgame sul football americano: vi sfido a trovare un tema più impervio per un videogame. Eppure, come spesso succede, le idee più brillanti nascono nei posti più impensati ed è questo che è accaduto con Blood Bowl, prima nel 1986 con il boardgame, e poi nel 2009 con il videogioco (la versione MS-DOS del 1995 era abbastanza dimenticabile).
La serie Blood Bowl si basa su un gameplay perfettamente riassunto dal nostro occhiello. Il concept di base del gioco è quello del football americano, portare una palla in meta alternando fasi di attacco e difesa; in aggiunta però ci sono dinamiche RPG e un sistema a turni basato sulla violenza. Il tutto condito con una discreta dose di fortuna.
Le meccaniche di gioco sono quelle di un gioco tattico; lo svolgimento è temporizzato da turni (da due minuti in su) in cui i giocatori muovono, passano o attaccano i loro avversari. Le regole sono quelle tipiche di un boardgame, per cui vediamo un paio di esempi.
Il campo di gioco è diviso in una griglia di quadrati e occupare zone adiacenti ai giocatori avversari ha precise conseguenze sulle chance di successo. Attaccare un avversario, ad esempio, darà risultati diversi a seconda della combinazione di tre fattori: quanti dei nostri giocatori circondano detto avversario, le abilità in possesso dei protagonisti dello scontro e, infine, il tiro di dadi.
Non solo. Passare da una casella adiacente a un avversario fa scattare quello che nei temi bellici si chiama "fuoco di opportunità", che qui è invece un tackle con precise percentuali di riuscita (sempre mostrate). Anche per altre mosse azzardate (come sprintare) ci sono chance di successo, quindi tiri di dado.
Va poi ricordato che gli obiettivi in Blood Bowl non sono limitati a quelli classici di una partita di football americano, ma si arricchiscono del tema della carneficina di cui il gioco è completamente intriso. I giocatori avversari (e, ahimè, i vostri), quando vengono attaccati con successo, possono essere storditi, messi KO, infortunati, o addirittura uccisi (!). Dal KO in su il giocatore in questione deve abbandonare il campo (se infortunato per tutta la partita, se KO solo fino alla fine del tempo di gioco, se ucciso... indovinate) e il vantaggio in caso di superiorità numerica può essere devastante per lo svolgimento del resto della partita.
Tutto questo significa che Blood Bowl è soprattutto un gioco strategico in cui l'azione è presente solo per mostrare in maniera accattivante (e francamente spettacolare) il risultato delle scelte e dei tiri di dado. Questo è Blood Bowl e i più arguti tra di voi avranno capito che sto parlando del videogioco originale perché queste meccaniche non sono nient'altro che quelle del primo titolo. Si tratta infatti di un gameplay brillante, estremamente profondo e in grado di generare scelte e situazioni interessanti sempre diverse, pressoché all'infinito. Giusto quindi riproporlo in una salsa moderna.
Ma cosa c'è di nuovo esattamente in questa nuova iterazione della serie?
Innanzitutto c'è un reparto estetico completamente rivoluzionato e decisamente spettacolare. Al di là delle splendide animazioni degli scontri (non moltissime e, quindi, dopo un po' ripetitive), l'intera esperienza viene ora presentata con valori di produzione molto alti e artisticamente azzeccati. Le varie razze sono rappresentate in dettaglio e stupiscono spesso per particolari comportamenti bizzarri e divertenti (niente spoiler, lo scoprirete da soli).
Gli stadi sono splendidi e fitti di particolari umoristici che riprendono gli stereotipi degli sport contemporanei: l'illusione di trovarsi di fronte a un vero e proprio evento sportivo fantasy c'è tutta, ed è decisamente uno dei punti forti dell'intera esperienza di gioco. Anche i menu e le schermate di contorno sono azzeccate e sempre accompagnate dagli ottimi commentatori che, oltre a essere ben doppiati, recitano testi ottimamente scritti (in Inglese). L'interfaccia di gioco è minimale ma ben realizzata con l'unica eccezione dell'infame pulsante di fine turno che viene spesso premuto per errore scatenando le ire dei giocatori in multiplayer.
Uno degli aspetti più interessanti di questa iterazione è costituito dal fatto che si possono intraprendere campionati offline e online con squadre personalizzate e modificabili man mano che si prosegue. Oltre alla compravendita dei giocatori (tra cui star player particolarmente performanti), che è un'altra variante strategica molto interessante, c'è anche la possibilità di acquistare potenziamenti e abilità speciali come, ad esempio, tiri di dado aggiuntivi (fondamentali per i momenti di ira furibonda) o guarigioni per i propri giocatori. Insomma ce n'è abbastanza per garantire anche una dimensione strategica dell'esperienza, oltre a quella tattica del campo "di battaglia".
Blood Bowl 2 è soprattutto un gioco votato al multiplayer ma c'è anche la possibilità di giocare in singolo contro un'intelligenza artificiale che abbiamo trovato piuttosto efficiente contro avversari alle prime armi, mentre abbastanza prevedibile una volta raggiunta una certa esperienza nel gioco.
In entrambi i casi, singolo o multiplayer, va sottolineato che Blood Bowl 2 è un gioco con un ritmo piuttosto lento in cui l'alternarsi dei turni crea tempi morti e lunghi momenti di riflessione e di pianificazione. Le partite, di due tempi da otto turni ciascuno, durano dalla mezz'ora all'ora.
Queste caratteristiche posizionano precisamente Blood Bowl 2 in una nicchia dedicata a un certo tipo di giocatori; attenzione quindi, a considerare questo aspetto, oltre ovviamente al prezzo piuttosto elevato. In definitiva Blood Bowl 2 è un titolo che ben capitalizza sullo splendido gameplay del titolo originale arricchendolo di una modalità multiplayer completa e coinvolgente e di valori di produzione molto alti. Se non vi spaventano i ritmi di gioco lenti, le dinamiche da boardgame e l'abbondanza di tiri di dado, Blood Bowl 2 ha molte ore di divertimento da offrirvi.