Bloody Hell - recensione
Da invitato a pranzo a secondo piatto?
Rex, reduce di guerra impulsivo e irruento, ha fatto uno sbaglio. Un giorno era in una banca, dove lavorava una ragazza che gli piaceva, sono arrivati dei rapinatori e lui ha reagito, scatenando una sparatoria in cui sono sì morti i cattivi ma anche un innocente (la versione definitiva dell'accaduto la vedremo solo a tre quarti di film in un divertente rewind).
Per questo, per dare una lezione a tutti gli aspiranti giustizieri, si è fatto otto anni di galera. Quando esce, perseguitata equamente da fan e haters, fa il secondo sbaglio. Decide di andarsene in Finlandia, dove pensa di stare tranquillo, sconosciuto ai più, vista la distanza del luogo e la scarsa popolazione. Ma lo spettatore ben sa dal prologo che fuori Helsinki vive gente tutt'alto che pacifica, anzi veri mostri da far impallidire i personaggi di Non aprite quella porta, una lieta famigliola composta da moglie, marito e cinque figli più uno, una specie di orco del quale sentiremo solo i ruggiti fino all'incontro finale.
Rex finisce casualmente nel mirino dei due adulti, rapito e trasportato nella loro casa, lontano lontano, in mezzo alla foresta, dove nessuno potrà sentirlo urlare. Ma anche loro commettono un errore. Quando Rex si risveglia nella loro cantina, in condizioni già gravemente compromesse, capisce che dovrà fare ricorso a tutte le sue risorse di combattente. Che non sono poche. Per fortuna, non è solo.
Perché la particolarità di questa narrazione consiste nel fatto che Rex è fornito di una specie di Grillo parlante personale, un alter ego che solo lui vede, con il quale dialoga di continuo, un doppio che lo consola, lo redarguisce, lo consiglia, lo lusinga ma anche lo insulta, un vero virtuoso motivatore in certe circostanze ma anche a volte un consigliere pedante, molesto e pure nefasto, troppo drastico a volte, altre assurdamente sentimentale.
Come ne uscirà lo sfortunato Rex? Nella casa, fra i figli, si trova anche l'unica ragazza, che avevamo incontrato bambina nel prologo. Sarà lei a diventare elemento determinante per la salvezza del giovane uomo? Nell'attesa di scoprirlo, lo spettatore si godrà humor nero a palate, situazioni macabre e splatter di cattivo gusto oltraggioso eppure spassoso, spolverato di citazioni cinematografiche, perché Rex è uno che con il suo simpatico doppio parla proprio di tutto. Una scena sui titoli di coda.
Il protagonista è l'australiano Ben O'Toole, già visto in molti film (12 Soldiers, Detroit) ma ancora poco noto ai più, con la sua vaga somiglianza con un giovane Downey Jr. La biondina è l'esordiente Meg Fraser, anche lei con una somiglianza con la Sophie Turner di Game of Thrones.
Dirige Alister Grierson, che ha all'attivo qualche serie, su soggetto di Robert Benjamin, anche lui quasi esordiente. In questo genere si sono trovati bene, perché Bloody Hell mescola diversi toni, alternando agilmente suspense, orrore e commedia in una narrazione che volutamente si appoggia su una situazione tipica del genere horror (pensiamo a Non aprite quella porta, Wolf Creek, Hostel, Frontiers).
Sarebbe stato un film da tipica estate in sala con aria condizionata, spiace invece che un film così divertente non abbia avuto distribuzione italiana e sia reperibile solo su Blu-ray, dove si può guardare in originale con sottotitoli in inglese.