Borderlands 2 VR - recensione
Pandora vi aspetta... ancora una volta!
Sicuramente non lo sapete e al 99.9% neanche ve ne importa nulla ma chi sta scrivendo questa recensione ha passato un totale di oltre 500 ore su due diverse edizioni di Borderlands 2: prima su Xbox 360 e successivamente su PS4 grazie alla Handsome Collection.
Ancora oggi, a distanza di oltre 6 anni dall'uscita originale, lo ritengo uno dei migliori action-shooter-RPG mai realizzati, nettamente superiore a qualsiasi Destiny e alla maggior parte degli altri esponenti del genere.
Gearbox non è più riuscita a raggiungere quel livello di giocabilità e divertimento nei suoi titoli successivi e dovrà faticare le proverbiali sette camicie per riuscirci con Borderlands 3. A proposito: ma quando ci fanno vedere qualcosa?
Ok, stiamo divagando. L'annuncio di una versione VR di Borderlands 2 è arrivato a sorpresa ma è stato chiaramente gradito anche se tra i fan della saga si sono subito diffusi i primi timori su come sarebbe stata trasposta la frenesia dell'originale nella realtà virtuale. Il rischio di dare vita ad un generatore casuale di conati di vomito era molto alta e un classico sistema di movimento "a teletrasporto" forse non si sarebbe adattato bene al suo gameplay immerso in un consistente open-world.
Abbiamo indossato il nostro visore e ci siamo preparati a prendere a calci in culo Jack il Bello, ancora una volta. L'impatto con il gioco è lo stesso che si prova tornando in un luogo in cui abbiamo passato (parecchie) ore piacevoli; tutto è al suo posto come ricordavamo ma stavolta ci siamo dentro fino al collo. I preamboli sono davvero pochi: si sceglie una delle classi disponibili (noi abbiamo optato per il cafonissimo Gunzerker) ed eccoci di nuovo su Pandora con un maledetto ClapTrap che ci balla intorno credendoci morti e un gruppo di Bullymong pronti a usarci come stuzzicadenti.
Aspettate un attimo, però. Non andate di fretta perché stavolta non avrete il conforto della vostra camera a farvi tirare il fiato. Tutto intorno a voi sarà freddissimo oppure bollente, avrà denti affilati pronti ad affondare nella vostra giugulare e armi cariche di piombo da scaricare nelle vostre viscere. Ciò non significa che questa edizione VR sia più difficile dell'originale, ma che dovrete farci un po' l'abitudine.
Abbiamo iniziato optando per il doppio PlayStation Move e le nostre due braccia virtuali (completamente staccate dal corpo) hanno subito risposto con buona velocità e precisione rispetto ai nostri movimenti reali. Qualcosa però non andava come avrebbe dovuto. I due controller permettono di mirare agevolmente ogni bersaglio, cosa che rende più divertenti gli scontri a fuoco. Ciò però non basta a compensare l'eccessiva rigidità dei movimenti, dovuta alla mancanza dei due stick analogici e alla scomodissima combo teletrasporto + rotazione.
Per tale motivo siamo subito passati al collaudatissimo DualShock 4, che ci ha garantito un'esperienza più... fluida, grazie anche alla possibilità di mirare direttamente con lo sguardo i nemici da bersagliare. A prescindere da quale sistema di controllo sceglierete di usare, dovrete fare l'abitudine all'utilizzo del P.R.O.T., acronimo che sta per "Piattaforma di Rallentamento e Ottimizzazione Temporale". È un sistema nuovo, creato appositamente per Borderlands 2 VR, che vi consentirà di rallentare il tempo per qualche secondo con la semplice pressione di un tasto. Tale coreografica aggiunta è stata fatta soprattutto per evitare problemi troppo seri al vostro stomaco nelle fasi più concitate.
A tal proposito Borderlands 2 è un gioco intenso, chiassoso, spassoso ai limiti del grottesco e per consentirci di godercelo al meglio anche in VR gli sviluppatori hanno inserito varie opzioni che lo rendono meno "pesante" ai nostri occhi e al nostro stomaco. Sessioni particolarmente lunghe (oltre le due ore, diciamo) lasciano tuttavia qualche strascico di nausea anche a chi, come il sottoscritto, ha affrontato ben altre sfide con quel caschetto calcato in testa. Nulla che un'ora di pausa non possa togliere di mezzo ma se siete particolarmente sensibili al motion sickness, tenetene conto.
A livello tecnico non si notano particolari differenze, fatta eccezione per una minore vivacità dei colori. La tecnica del toon-shading ha in questo senso aiutato molto, consentendo agli sviluppatori di non operare dolorosi downgrade. Qualche problemino invece lo si nota nell'interfaccia, con caratteri ed elementi un po' troppo piccoli, che ne rendono la lettura non propriamente comoda. Gli alberi delle abilità sono stati semplificati ma il loot selvaggio è rimasto fortunatamente intatto, il che significa che in termini di bocche da fuoco avrete solo l'imbarazzo della scelta.
Tagli gravi sono stati invece operati ai contenuti. Per prima il gioco, che ricordiamo essere venduto ad un prezzo ufficiale che sfiora i 50 Euro, non include tutti i DLC usciti per la versione standard. Possiamo capire che convertire altre 15/20 ore di gameplay non fosse cosa facile o economica, ma stiamo parlando di espansioni tutt'altro che marginali, che riuscirono addirittura a superare la qualità dell'avventura originale.
Mancanza altrettanto dolorosa, anche se più prevedibile, è quella del multiplayer. In Borderlands 2 VR non è stata inclusa la modalità coop fino a quattro giocatori, il che significa che potete dimenticarvi i raid più complessi e i mostri più giganteschi, impossibili da buttare giù in singolo anche con la dotazione più sofisticata e potente.
Alla luce di tali mancanze e dei (pochi) nei tecnici, Borderlands 2 VR non può ovviamente essere messo sullo stesso piano della sua edizione normale. È comunque un titolo vasto, godurioso, strapieno di umorismo, citazioni e situazioni divertenti, ma se non avete mai giocato questo capitolo della saga Gearbox vi consigliamo di recuperare la Ultimate Collection attualmente disponibile sul PlayStation Store per poco più di 10 Euro. Non verrete gettati "dentro" Pandora, ma la soddisfazione che ne ricaverete sarà sensibilmente più grande.