Breached - recensione
Il survival sci-fi in due click.
La fantascienza à la Star Wars va sicuramente per la maggiore in questo periodo, ma tra una battaglia epica e l'altra non vanno dimenticati i filoni sci-fi dalle ambientazioni più cupe e distopiche, che spesso si concentrano maggiormente sui singoli personaggi, approfondendone pensieri, drammi, e vissuto.
Breached fa parte proprio di questo sottogenere e punta molto sulla narrazione che, con lo scorrere dei giorni in-game, ci permette di addentrarci nei meandri della mente di Corus Valott, risvegliato improvvisamente dal suo sonno criogenico a causa di un'emergenza che lo obbligherà a riparare alcuni sistemi del suo rifugio recuperando le risorse in un mondo desolato e ormai deserto.
Il gioco si compone di varie fasi affrontabili a piacimento con l'unico limite dell'energia di Corus, ancora limitata a causa della stasi da cui è appena uscito, ma ogni giorno comincia con un diario da cui è possibile scegliere di volta in volta varie parole chiave, e scoprire di più sullo scenario esplorando gli argomenti segnalati da alcuni hashtag.
Dopo questo piccolo "rito" di inizio della giornata, si può poi scegliere se interfacciarsi con uno dei droni sparsi per il pianeta e andare alla ricerca delle risorse necessarie per le riparazioni, oppure se passare alla schermata del laboratorio per hackerare le capsule ritrovate al fine di ottenere materiali per le riparazioni, o in alternativa provare a sintetizzare il carburante necessario.
La routine più comune è quella di trovare risorse da convertire poi nel laboratorio, ma visto che i giorni sono contati è bene ottimizzare al massimo l'energia consumata, perché anche un singolo "turno" sprecato potrebbe essere fatale.
La sezione di controllo dei droni è quella in cui si passa più tempo in Breached. Dopo aver scelto uno dei luoghi esplorabili, l'interfaccia ci cala nei panni di un drone (ben ancorato a terra) con cui esplorare il pianeta desertico e le megalitiche strutture abbandonate che incombono sullo scenario. Anche in virtù di ambizioni non proprio elevatissime, questa fase è evocativa e fluida, ma la cosa non sorprende visto che su schermo non accade moltissimo.
I droni, controllabili con i due tasti del mouse (sinistro per accelerare, destro per decelerare), vanno pilotati alla ricerca di minerali da convertire in carburante, e capsule da cui recuperare circuiti e microchip utili alle riparazioni. Ogni sessione permette di recuperare un massimo di tre oggetti prima del ritorno alla base, e visto che le mappe sono molto ampie, a volte è necessario esplorare molto a lungo prima di trovare ciò che si cerca, soprattutto quando si tratta delle capsule.
L'unico ostacolo è rappresentato da anomalie elettromagnetiche, letali al contatto per i droni. Alcune di esse si muovono per lo scenario, altre restano invece ferme in prossimità di alcuni minerali e attirano i droni che entrano nel loro raggio d'azione, e così via.In realtà, presa confidenza con questi "nemici", non risulta mai troppo difficile evitarli. Il difficile, come detto, sta nell'individuare le risorse precise di cui si è in cerca: l'interfaccia segnala la distanza della risorsa più vicina, ma non dà alcuna indicazione sulla sua natura, e questo obbliga a giri molto elaborati che alla lunga possono far sorgere un pizzico di frustrazione.
Per quanto sia realizzata bene, la sezione esplorativa manca insomma di qualcosa che la renda più avvincente e che mantenga alta la tensione. Per il resto, le (poche) mappe sono molto estese e intricate, anche se l'ambientazione desertica sembra spesso un escamotage per mantenere basso il numero di dettagli e poligoni.
Le risorse accumulate vanno elaborate poi nel laboratorio, una schermata statica in cui hackerare le capsule o sintetizzare il carburante trovando il giusto equilibrio tra i tre tipi di minerali presenti. Facendo la somma, Breached si compone insomma di poche schermate e di una sezione esplorativa ampia ma che avrebbe potuto essere più elaborata e meglio riempita.
Nonostante questo, i primi playthrough invogliano ad andare avanti per la sola curiosità di comprendere meglio gli eventi narrati nel diario e di vedere cosa accadrà una volta completate le riparazioni. Le domande, poi, iniziano ben presto ad accumularsi, sia sull'identità di Corus che sull'accaduto, menzionato a più riprese ma mai troppo esplicitamente.
L'unica cosa che rompe l'illusione in maniera fin troppo arbitraria è la meccanica dell'energia. Pur se appena uscito dall'ibernazione e danneggiato, chi non si produrrebbe in sforzi febbrili per trovare le risorse necessarie a sopravvivere quando la riserva di ossigeno residua è di sole poche ore?
A parte questo, Breached fa effettivamente bene quel che si propone, ossia immergere il giocatore nella sua cupa atmosfera in cui domande e ricerca si alternano scanditi dallo scorrere dei giorni. Oltre che di una sezione esplorativa più avvincente, il gioco avrebbe bisogno di un sistema procedurale in grado di offrire qualcosa di più dal punto di vista narrativo, visto che una volta completato il gioco (dopo una manciata di playthrough da 2-3 ore ciascuno), l'unico vero incentivo a rigiocare da capo sta nello sblocco delle voci segrete del diario, un po' poco per sorbirsi ogni volta tutte le fasi di esplorazione.
Forse in un eventuale seguito vedremo un'evoluzione delle meccaniche in questo senso, ma per ora il breve tuffo nel mondo distopico di Corus è in grado di intrattenere il giusto a un prezzo onesto (€6,99 su Steam) tra un titolo più corposo e l'altro.