Bright Memory - recensione
Un mini FPS realizzato da un solo sviluppatore.
Di FPS orientati all'azione e con spiccate tendenze arcade ne abbiamo visti tanti. Il primo che ci viene in mente è Bulletstorm, ma anche la serie Shadow Warrior potrebbe essere un buon esempio.
Questi ibridi evidentemente piacciono molto allo sviluppatore di Bright Memory (avete letto bene, LO sviluppatore, singolare maschile) che però sentiva di potersi spingere anche oltre con un progetto che ha cambiato più volte forma in corso di gestazione.
Doveva inizialmente essere un gioco singolo di proporzioni medio-piccole, poi un titolo episodico, ora è in uno status ancora non ben definito. Il gioco di cui vi stiamo per parlare è un primo piccolo assaggio di ciò che verrà, anche se ciò che verrà non è ancora perfettamente chiaro sia in termini di dimensioni che di ambizioni.
Protagonista di Bright Memory è un'agente della S.R.O. (Supernatural Science Research Organization), organizzazione che nel non troppo lontano 2036 si occupa di ricerche sui fenomeni paranormali. Dopo essere stata inviata insieme ad investigare su strani fenomeni, Sheila si troverà coinvolta in qualcosa di decisamente più grosso e pericoloso di qualche semplice apparizione spettrale con rumori di catene e oggetti spostati a caso.
C'è di mezzo la fine del mondo, anzi DEI mondi perché a quanto pare il nostro, o meglio quello del gioco, è misteriosamente collegato a un "doppio" che ha deciso improvvisamente di palesarsi con copioso riversamento di mostruosità varie. Ovviamente non finisce qui perché una seconda organizzazione sembra essere interessata a questa storia e farà di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a Sheila.
La premessa narrativa in effetti non è particolarmente originale, ma ha permesso allo sviluppatore di miscelare elementi futuristici e mostruose creature "tradizionali" che la protagonista si troverà davanti per tutta la durata del gioco. Parlare di durata è in realtà fuori luogo visto che stiamo parlando di un'avventura discretamente intensa ma che è possibile portare a termine in circa 40 minuti. Un tempo così breve è ovviamente insufficiente per dare respiro alla storia, che infatti viene proposta solo in brevi stralci che non permettono di capire molto.
In termini di gameplay fortunatamente l'assaggio è un po' più corposo e permette di sperimentare buona parte delle meccaniche di combattimento, che miscelano uno shooting abbastanza solido con poteri capaci di ampliare a dismisura il danno provocato ai nemici. Stop al tempo, schivata, repulsione e lama di energia sono solo alcuni dei poteri che è possibile combinare per dare vita a momenti molto intensi anche se un po' confusi.
In meno di un'ora incontrerete un bestiario non particolarmente vasto (ma che presumiamo sarà molto più ampio nel gioco completo) ma abbastanza numeroso e coriaceo, contro il quale dovrete impegnarvi il giusto per prevalere. Chi mangia pane ed FPS da anni non avrà particolari difficoltà nel farlo e purtroppo non esistono livelli di difficoltà.
Durante le battaglie un counter su schermo vi avvertirà delle combo messe a segno e dei danni provocati, che insieme contribuiranno a far salire una valutazione "alla Devil May Cry". Si parte da D per arrivare velocemente ad SSS (e viceversa) ma per ora tale feature serve solo per sbloccare qualche obiettivo, probabilmente nel gioco finale ogni sezione porterà con sé anche lo sblocco di qualche bonus. Tra un combattimento e l'altro trovano spazio anche brevi sezioni platform, tutt'altro che memorabili a causa di un'implementazione maldestra del rampino e di un leggero lag durante i salti, esplorazione e risoluzione di semplici enigmi ambientali.
Il design complessivo del gioco per ora non propone nulla di memorabile e anche tecnicamente i problemi non mancano. Se nella sua visione d'insieme Bright Memory si fa occasionalmente apprezzare, soffermarsi sui dettagli significa evidenziare personaggi dal polygon-count basso che cozzano con la discreta realizzazione delle ambientazioni. Non mancano glitch grafici, ritardi nei caricamenti delle texture, problemi con le collisioni e un frame rate altalenante specie all'inizio.
Tutti difetti sono evidentemente dovuti ad un codice non ottimizzato che può tranquillamente essere ripulito in vista dell'evoluzione futura. Ai fini di una fruizione comoda su console risulta invece intollerabile il mancato aggiornamento dell'interfaccia, che risulta identica a quella PC. Per evidenziare una qualsiasi opzione è necessario spostare il cursore con lo stick analogico e per uscire da una schermata bisogna forzatamente "cliccare" sulla X in alto a destra.
È la prima volta che ci capita di provare un titolo di lancio così particolare. Bright Memory è in sostanza una demo di un progetto più grande noto come Bright Memory: Infinite, che in teoria il giorno della sua uscita dovrebbe arrivare su Game Pass. Provarlo vi costerà una manciata di Euro ma non è ancora chiaro come questo incipit andrà in futuro ad incastonarsi nel "progetto completo".
Dare una valutazione a questo primo assaggio è difficile, visto che siamo molto più vicini al concetto di demo che di gioco vero e proprio. Le potenzialità ci sono ma richiedono ancora molto impegno sia in termini di qualità che di quantità, una mole di lavoro importante e difficile da portare a termine in solitaria.
Ci auguriamo che in vista del futuro vengano assoldate nuove forze per dare forma e sostanza al Bright Memory che lo sviluppatore ha sognato fin dall'inizio e che per ora rimane solo un'interessante embrione.