Broken Sword 5: La maledizione del serpente - recensione
George e Nico sbarcano su Switch.
Il viaggio è stato lungo ma finalmente si è concluso: George e Nico sbarcano su Switch a tre anni di distanza dalle versioni PS4 e Xbox One, e a ben 5 da quella PC. La console ibrida di Nintendo sembra essere il terreno più fertile per questo genere di giochi e infatti la presenza di uno schermo touch in modalità portatile rende questa edizione superiore alle altre dal punto di vista della fruibilità. Per il resto, come già evidenziato nella recensione precedente, siamo di fronte ad un capitolo non epocale ma comunque estremamente godibile.
Per chi non conoscesse la saga di Broken Sword, trattasi di avventure "punta e clicca" ideate dal grande Charles Cecil e sviluppate dal team britannico Revolution Software. Fin dal primo capitolo, Broken Sword: Il segreto dei Templari (1996), la saga si è fatta notare per le ambientazioni esotiche, le trame profonde ma scanzonate e gli enigmi ingegnosi, divertenti e ben equilibrati. Questo quinto capitolo, a suo tempo finanziato con largo successo su Kickstarter, non si sottrae alla formula del sequel e ripropone tutti gli elementi che hanno contribuito a decretare il successo ormai ventennale del franchise.
La storia di Broken Sword 5 ruota attorno ad un misterioso dipinto, che nel prologo viene rubato nel corso di un concitato flashback. Lo ritroviamo ai giorni nostri, esposto in una mostra privata nella splendida cornice parigina alla quale ovviamente i nostri due protagonisti non potevano mancare. George e Nico purtroppo si portano dietro una fama funesta seconda solo a quelle della Signora in Giallo e Don Matteo, che in questo incipit si materializza nel furto del dipinto con conseguente omicidio del gallerista.
Il tragico avvenimento è solo l'inizio di una serie di vicende che porteranno i due a girare ancora una volta il mondo alla ricerca del responsabile e del movente. Un inizio movimentato per un gioco che propone per la quasi totalità del suo svolgimento il tipico ritmo lento e compassato delle avventure vecchio stile. La trama non è tra le più ispirate ma la caratterizzazione della maggior parte dei personaggi riesce in parte a sopperire alla mancanza di veri e propri colpi di scena e ad un finale un po' prevedibile.
Se siete in cerca d'azione tuttavia non è qui che la troverete. Ciò che avrete in Broken Sword 5 saranno decine di schermate ricche di dettagli e colori, nelle quali cercare oggetti e indizi che dovrete poi utilizzare per risolvere puzzle. Il sistema di controllo è ridotto all'osso, come sempre a farla da padrone sarà il puntatore su schermo. A prescindere che lo muoviate con un dito o con i JoyCon, questo cambierà forma a seconda del contesto indicandovi gli elementi con cui potrete interagire. Una freccia indicherà la possibilità di muoversi in una certa direzione, un occhio vi permetterà di esaminare dei dettagli e un ingranaggio infine vi consentirà di manipolare ciò che state puntando.
A parte i limitati movimenti dei personaggi all'interno delle schermate, passerete la maggior parte del tempo ad esplorare ogni angolo dello schermo e a parlare con gli NPC alla ricerca di indizi. Gli enigmi sono sufficientemente complessi ma non arrivano mai ad essere frustranti. Quasi sempre ciò che vi serve è nella location in cui vi trovate, ma spesso il modo in cui dovrete usare o combinare gli oggetti che avete nell'inventario non sarà quello più scontato. Il ritmo è per forza di cose piuttosto lento, perfetto per chi cerca un titolo in cui far lavorare la materia grigia piuttosto che i polpastrelli.
Graficamente il gioco si fa apprezzare per un accattivante mix di fondali bidimensionali e personaggi 3D realizzati con la tecnica del toon-shading. La visione d'insieme è piacevole, anche se a volte le animazioni troppo rigide spiccano in maniera negativa... ma ricordiamoci sempre che parliamo di un gioco che si porta sulle spalle un abbondante lustro. Buono anche il doppiaggio in Italiano, nel quale spiccano le voci dei veterani Claudio Beccari (George) e Francesca Perilli (Nico). Quest'ultima avrebbe forse potuto spingere un po' meno sull'accento fintamente francese del suo personaggio, ma ha fatto comunque un ottimo lavoro nel caratterizzare la risoluta giornalista.
Come abbiamo detto all'inizio, le avventure grafiche come Broken Sword 5 sono un partner perfetto per l'hardware di Nintendo. D'altronde è stato lo stesso Cecil ad affermare che Switch è la piattaforma ideale per questo gioco e ha perfettamente ragione. Se non avete mai giocato un Broken Sword prima d'ora questo può essere un ottimo punto d'inizio. L'avventura ha sporadici richiami ai precedenti capitoli, che verranno però colti solo dai fan di vecchia data. Tutti gli altri potranno invece godersi un piacevole giallo interattivo che pur non proponendo novità di rilievo risulta ancora fresca e piacevole.