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Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente - review

Nostalgia canaglia…

In un genere mantenuto vivo da poche case specializzate, prima tra tutte la tedesca Daedalic Entertainment, fa piacere vedere sul mercato sforzi di altre compagnie. Più varietà non può che fare la felicità degli estimatori delle avventure punta e clicca, anche se in questo caso parliamo di una serie nata più di 15 anni fa.

La nuova storia comincia ancora una volta in quel di Parigi, per la precisione a una mostra di opere d'arte. George visita la galleria in qualità di agente della compagnia di assicurazioni, Nicole nel più consueto ruolo di reporter. Un furto andato male, un omicidio inspiegabile e i due si ritrovano nuovamente a stretto contatto in qualità di improbabili investigatori, seppur con fini diversi.

George non perde occasione per ficcanasare come sempre alla ricerca di indizi sull'apparente inspiegabile furto di un quadro di poco valore chiamato "La Maledicciò", che si scoprirà ben presto ricco di significati foschi e dalle origini altrettanto poco chiare, e così gli eventi si mettono in moto.

Come prevedibile, visto che il gioco nasce dalle donazioni raccolte dai fan su Kickstarter, Broken Sword 5 si sforza chiaramente di tornare alle origini sia per stile grafico che per atmosfera. Malgrado l'inevitabile evoluzione, i personaggi sembrano quindi tornati agli albori della serie quanto a età, e le ambientazioni disegnate a mano fanno da ottimo sfondo alle peripezie di George e Nico.

Difficile rimanere delusi dal comparto grafico di Broken Sword 5, colorato e ben cesellato come ai bei tempi.

La colonna sonora si compone di brevi motivi e note prolungate che restano spesso in sottofondo, facendosi più audaci quando c'è da sottolineare un evento o un enigma risolto. Per quanto riguarda la presentazione in generale, insomma, siamo senza dubbio di fronte a un parente più stretto dei primi due episodi che del resto della saga.

"I luoghi visitabili si contano sulle dita di una mano fin troppo a lungo"

La funzione di fan service è però difficile da assolvere per un'avventura grafica: l'input dei backers può raggiungere solo marginalmente due delle componenti fondamentali di un titolo del genere, vale a dire intreccio narrativo e bontà degli enigmi.

La trama in sé non parte col piede sbagliato: lo scenario è perfettamente adatto a un revival della vecchia (si fa per dire) coppia, che nonostante gli anni conserva intatta la sua azzeccata miscela di intraprendenza, fascino e umorismo. Parte però lentamente, e tra l'introduzione e una prima svolta interessante, passa non poco tempo in cui George e Nico si trovano a barcamenarsi tra dialoghi mondani e un'esigua manciata di locazioni.

I luoghi visitabili si contano sulle dita di una mano fin troppo a lungo, nonostante gli enigmi iniziali siano abbastanza facili da risolvere. Le occasioni per fare buon uso dell'immaginazione non mancano ma le prime fasi sono generalmente piatte anche se l'indagine procede spedita.

Nico resta più in disparte nella prima parte dell'avventura, ma ha comunque modo di utilizzare il suo fascino.

Il cast che attornia i due protagonisti si compone di vecchie e nuove conoscenze povere di sfumature, che nella maggior parte dei casi possono essere identificate con i loro tratti caratteriali principali. Il fedele e ingenuo sergente, il tronfio ispettore, il crudele e spietato potente dell'est, il viscido critico d'arte... in pochi casi è difficile dover pensare a più di un paio di aggettivi per descrivere un qualsiasi personaggio.

"Gli enigmi tendono a virare sul lato più accessibile della scala di difficoltà"

In un caso particolare, uno di essi sembra ricalcato anche nei tratti somatici da un noto politico russo. Non un peccato mortale ma qualcosa che non ci saremmo aspettati da uno studio notoriamente creativo come Revolution Software.

Gli enigmi tendono a virare sul lato più accessibile della scala di difficoltà. A volte è necessario decifrare dei mini-puzzle per ricostruire un circuito o decifrare un'iscrizione ma non si arriva mai a nulla di astruso: la soluzione viene spesso suggerita dai personaggi stessi, amici o meno, e difficilmente si rischia di rimanere bloccati. I veterani del genere in particolare potrebbero trovare Broken Sword 5 troppo facile, vista la media delle avventure grafiche e il passato della serie.

L'ultimo inciampo di Broken Sword 5, infine, è la suddivisione dell'avventura in due episodi decisa da Charles Cecil poco prima del lancio. È palese che il gioco non sia stato progettato per essere separato in questo modo, e il primo episodio termina quando la trama comincia finalmente a ingranare. La decisione di lanciare affrettatamente la prima parte ha avuto ripercussioni anche sul doppiaggio, per ora assente in Italiano, anche se promesso e confermato da Cecil.

Vediamo com'è Broken Sword 5: The Serpent's Curse con questo video.

Oltre a dimostrare che anche i professionisti devono imparare a gestire al meglio i progetti nati dal crowdfunding, ciò conferma la natura di omaggio ai fan di questo capitolo della serie. Cecil ha infatti deciso di spezzare Broken Sword 5 in due per non deludere i backer ai quali il gioco era stato promesso per Natale, e già circolano voci di tempi di lavorazione più lunghi del previsto per il lancio della seconda parte.

Al momento Broken Sword 5 si assesta dunque sulla soglia della sufficienza (stiracchiata), sia per lo svolgimento sottotono che per la necessità di attendere ancora per completare un gioco che per ora non si interrompe proprio sul più bello. Visto il miglioramento che si nota andando avanti, è però lecito nutrire la speranza che il secondo episodio risollevi drasticamente il debutto della nuova avventura dei Revolution Software.

6 / 10