Brothers in Arms Furious 4
Fratelli senza gloria.
"Il mio nome è Rein, tenente Aldo Rein, e mi servono otto soldati". Se non fosse che i soldati in questione sono "solo" quattro e che nessuno di questi risponde al nome di Aldo Rein, i primi minuti del nuovo capitolo di Brothers in Arms farebbero inevitabilmente pensare a un inaspettato tie-in della pluri-premiata pellicola tarantiniana.
Con un esercito in miniatura di quattro guerraioli furibondi e per nulla impressionabili dalla vista del sangue, orde infinite di nazisti da ridurre a brandelli nei modi più impensabili e una dose di humour non tipicamente inglese che ricorda le atmosfere di Bulletstorm, la neonata creatura di Ubisoft e Randy Pitchford (Gearbox) segna il primo vero punto di svolta della celebre saga FPS.
Risulta infatti evidente sin dall’inizio l’ abbandono di ogni velleità di realismo bellico in favore di un approccio più frenetico e votato allo spettacolo: i tatticismi, per lo spietato quartetto dei Furious 4, sono poco più di un inutile optional.
Le vicende, raccontate con istrionica verve da un narratore esterno, sono ambientate nel 1944 nel cuore del Terzo Reich. A spasso per le località strategiche di una Germania le cui giornate sono scandite da esplosioni, cadaveri e fiumi di birra in taverne di infima lega, i nostri quattro insoliti eroi segnano morte e distruzione tra l'esercito nazional-socialista, alimentando leggende e miti sulla loro ferocia che crescono giorno dopo giorno come la taglia sulle rispettive teste. Può un semplice quartetto di truci soldati decidere le sorti dell'intero secondo conflitto mondiale, soli contro un esercito agguerrito come quello nazista?
L'operato di Ubisoft si configura come uno sparatutto diretto e con un ritmo che parte col piede sull'acceleratore, caratterizzato da una più che naturale vocazione multiplayer insita nel design stesso dei personaggi protagonisti: impossibile non prevedere una modalità cooperativa per quattro giocatori, che in questo modo possono sfruttare appieno le caratteristiche (e i punti di forza) dei rispettivi furiosi, al fianco dell'immancabile avventura in solitaria.
Il titolo denota una matrice stilistica peculiare, che danza tra esilaranti stereotipi e suggestioni cinematografiche dalle tinte inverosimili e grottesche. Più che naturale riconoscere in ciascuno dei furiosi un modello o un personaggio, dai tratti opportunamente esasperati, appartenente all'universo della celluloide.
Montana è il classico bestione tutto muscoli e poco cervello, capace di far decollare ogni nemico con un cazzotto ben assestato, abile nella gestione di armi pesanti (prima fra tutte, un'enorme railgun) e morbosamente attratto dall'utilizzo della motosega. Chok appare come una versione steam punk dell'ultimo dei Moicani, con un'enorme cresta non proprio in linea con le mode del periodo nazista e una predilezione per le armi da lancio, quali le mortali tomahawk.
Il pistolero Crockett rappresenta invece l'archetipo per antonomasia del Texano dal grilletto facile, con cappello da cow-boy incollato al capo anche nelle situazioni più concitate e l'immancabile stivale di cuoio. Ultimo ma non meno importante è Stitch, nome in codice The Fixer, un "vecchietto" dall'espressione folle e dal volto solcato da una profonda cicatrice che, da quanto abbiamo avuto modo di osservare, sembra essere l'elemento più imprevedibile e letale del gruppo.
Come anticipato, Furious 4 è prodigo di situazioni inverosimili e al limite dell'assurdo, discostandosi completamente da quei dettami di realismo bellico che hanno da sempre caratterizzato la serie Gearbox. Preparatevi a nazisti equipaggiati di jetpack, potentissime armi "elettriche" precursori dei più recenti taser e, soprattutto, a tripudi di sangue gratuiti che aumentano ulteriormente il retrogusto "alla Tarantino" dell'intera produzione.
Nella presentazione a cui abbiamo assistito, una missione collocata intorno alla metà dell'avventura principale e giocata in cooperativa dal team di sviluppo, il nostro manipolo di eroi si è infiltrato in una cittadina brulicante di nazisti, nel mezzo di una festa paesana con tanto di spettacolo pirotecnico e ruota panoramica.