Buon compleanno, Pac-Man! - articolo
36 anni fa il pezzo di pizza di Toru Iwatani partiva alla conquista del mondo. Ripercorriamone assieme la storia.
Toru Iwatani era seduto in ristorante qualsiasi, durante un giorno come un altro della sua vita, quando notò una cosa destinata a cambiare non solo la sua vita ma anche la storia dei videogiochi. Accanto a lui c'erano delle ragazze che avevano da poco iniziato a mangiare una pizza: sul loro piatto c'era il classico cerchio di pasta, pomodoro e mozzarella con un paio di spicchi in meno.
Quella strana forma diede a Iwatani l'idea che da tempo cercava e quattordici mesi dopo, il 22 maggio del 1980, usciva in Giappone il primo cabinato di Pac-Man. O meglio, di Puckman, termine che deriva dal giapponese ぱくぱく, paku paku, ovvero il suono che descrivere il chiudere e l'aprire la bocca quando si mangia, ma che venne scelto anche perché la forma del protagonista richiama il puck, il dischetto usato nell'hockey su ghiaccio. Solo qualche anno dopo il nome venne cambiato in Pac-Man, e questo perché ci furono parecchi casi di atti vandalici in cui la scritta Puckman sui cabinati veniva cambiata nell'assai più volgare Fuckman!
Nemmeno questo piccolo intoppo riuscì a fermare l'inarrestabile avanzata del tondino giallo che ben presto si trovò a mangiare tante monetine quanti puntini su schermo, diventando uno dei più famosi e apprezzati fenomeni mondiali. E la dimostrazione di questo fatto è che oggi, 36 anni dopo la sua nascita, siamo ancora qui non solo a parlare ma anche a celebrare un gioco che non ha mai smesso di divertire gli appassionati di tutto il mondo.
Pac-Man è ormai qualcosa che va ben oltre il gioco stesso. È un insieme di miti e leggende, di racconti e aneddoti tanto per gli appassionati quanto per i libri di storia. A partire dall'origine del personaggio, come visto a inizio articolo: la storia della pizza è vera ma anni dopo Iwatani ha ammesso che dietro l'origine della forma del protagonista ci fu anche uno studio per semplificare l'ideogramma della bocca (口) e un modo per attrarre nelle sala giochi le ragazze. Il labirinto in cui Pac-Man si aggira, dei simpatici nemici, delle scenette divertenti tra un livello e l'altro, e della frutta da raccogliere, sono tutti elementi pensati proprio per conquistare il pubblico femminile.
Un altro aneddoto divertente è legato all'origine dell'uso del termine "fantasma" per i nemici che inseguono Pac-Man. Racconto che a sua volta deriva da un'altra storia che è entrata negli annali, cioè la versione per Atari 2600 del gioco originale. Oggi li chiamiamo fantasmini e sappiamo che ciascuno di loro ha svariati nomi a seconda del paese o del gioco, ma in origine venne definito solo il nome proprio mentre erano poi generalmente indicati in vari modi: demoni, goblin, mostri o altro. Tutto cambiò con l'uscita della disastrosa versione casalinga.
Negli anni '80 l'Atari 2600 era la console che dominava il mercato, per cui una conversione del gioco che stava dominando gli incassi nelle sale giochi sembrò una cosa ovvia. Ben presto, però, i programmatori si resero conto che la macchina da casa non aveva la potenza necessaria per replicare quello che si vedeva nei cabinati, per cui dovettero modificare pesantemente l'aspetto grafico. Meno colori e la frutta che appariva come dei semplici rettangoli colorati erano cambiamenti da poco, ma i veri problemi si ebbero con i quattro nemici.
La console non era in grado di gestire il movimento di tutti e quattro i fantasmi su schermo, così ciascuno di questi appariva solo su un frame ogni quattro. Per questo su schermo Pinky e compagni sfarfallavano un po', con un effetto che era del tutto simile all'apparire e scomparire dei fantasmi. Fu così che per la prima volta vennero quindi chiamati "fantasmi" nel manuale del gioco e da allora la definizione è rimasta.
Pac-Man per Atari 2600 vendette la bellezza di sette milioni di copie a quasi 40 dollari l'una, ma Atari sbagliò di molto la stima producendo dodici milioni di cartucce. L'enorme invenduto, unito al disastro commerciale che fu il gioco di E.T., fecero fallire la compagnia e portarono alla prima grande crisi nel mondo dei videogiochi.
Ma nemmeno questo riuscì a intaccare la fama di Pac-Man che, anzi, proseguì il suo cammino senza sosta. Oggi letteralmente non si contano i giochi usciti con protagonista il tondino giallo e non c'è console che non abbia la sua versione del labirinto pieno di puntini da mangiare e di fantasmi da evitare. Esistono ovviamente anche vari tipi di app del gioco per iOS e Android, così come lo potete trovare nel PlayStation Network o sull'Xbox Marketplace.
Tra le tante declinazioni del gioco originale si segnalano però alcuni titoli che hanno rappresentato dei punti di svolta. Uno di questi è Pac-Land del 1984, un platform bidimensionale dove Pac-Man guadagna per la prima volta un aspetto antropomorfo e si mette a saltare tra cactus e rocce. Un altro è Pac-Mania del 1987, in cui arriva il 3D, i livelli sono rappresentati con una grafica isometrica e sono realizzati in vari stili diversi tra loro e, soprattutto, Pac-Man acquista la possibilità di saltare i fantasmi (cosa assai poco utile il più delle volte, vuoi perché saltano anche loro, vuoi perché spesso questi si giravano e tu gli atterravi sopra).
L'eccezionalità di questo gioco, ideato e sviluppato da sole nove persone, la si vede anche sfogliando il Guinness World Records: Gamer's Edition 2008, dove Pac-Man è presente per ben otto volte! Tra i vari record, il più incredibile è senza dubbio quello di gioco col maggior numero di cabinati nel mondo, ben 293.822!
La presenza sul Guinness dimostra ancora una volta, se ma ce ne fosse stato bisogno, come Pac-Man abbia fatto il salto passando da personaggio di un videogioco a vera e propria icona culturale generalista. Forte di una spinta multimediale che lo ha visto protagonista di libri, fumetti, cartoni animati e persino dischi, e di un marketing aggressivo che ha messo non solo il protagonista ma anche i vari fantasmi su ogni tipo di oggetto e prodotto, oggi il tondino giallo e i suoi nemici sono tra i personaggi di fantasia più noti al mondo. Anche Hollywood lo sa e per questo li abbiamo visti in Pixel, il film uscito l'anno scorso, nel cartone animato Disney Wreck-It Ralph e in tante altre pellicole.
Sono passati 36 anni ma oggi Pac-Man è più vivo che mai, lo si trova in più giochi che mai e la sensazione è che quanto visto finora sia solo una prima parte di una lunga vita videoludica che lo aspetta. Sarà interessante scoprire cosa gli e ci riserverà il futuro, soprattutto in vista del 40esimo anniversario in arrivo tra soli quattro anni!
Infografica realizzata da Stampaprint.