Burnout Paradise Remastered - recensione
Take me BACK to the Paradise City.
Che fine ha fatto Burnout e cosa sta facendo Criterion? Quante volte vi siete fatti queste domande negli ultimi anni? Dopo averci "regalato" il divertente spin-off Burnout Crash! nel 2011, lo sviluppatore britannico sembrava aver dimenticato la sua creatura più famosa per dedicarsi a Need for Speed e ad altri titoli griffati Electronic Arts.
Da tempo i fan chiedono a gran voce un nuovo gioco, ma il colosso americano ha sempre fatto orecchie da mercante... fino a qualche mese fa, quando venne annunciata la rimasterizzazione di Burnout Paradise, capitolo open-world amatissimo dal pubblico che lo venera ormai da oltre 10 anni.
Questa uscita ovviamente non significa che presto vedremo un nuovo Burnout, ma è comunque meglio di niente. Ora però viene da chiedersi: vale la pena acquistarlo nuovamente anche se (come il sottoscritto) nel 2008 avete passato una cinquantina di ore sfasciando cartelloni, fracassando cancelli e inanellando Takedown a raffica? La risposta è: SÌ. Anche a distanza di così tanto tempo il gioco dei Criterion si conferma come uno dei migliori racing arcade di sempre e su PS4 (così come, presumibilmente, su Xbox One) gira ad una velocità che vi farà letteralmente schizzare gli occhi fuori dalle orbite.
Il lavoro svolto su questa "nuova" versione è degno di nota. Badate bene, stiamo parlando di una rimasterizzazione, non di un remake. Ciò significa che la base rimane comunque il gioco originale. Non venite quindi a lamentarvi dei modelli poligonali poco dettagliati. Ovvio che dal punto di vista estetico Burnout Paradise Remastered non può essere paragonato a Gran Turismo Sport, Forza Motorsport e via dicendo. Il gioco è stato ripulito e tirato a lucido con nuovi effetti di luce, colori più vivi e texture in alta risoluzione, ma la differenza con i titoli più moderni ovviamente si vede.
Il passaggio su hardware più potenti ha però permesso agli sviluppatori di alzare i dettagli al massimo, inserire un po' di macchine su schermo in più e far girare il tutto senza alcun affanno. Su PS4 Pro si raggiungono gli agognati 4K/60fps, ma anche sulla console standard è un bel vedere e la fluidità non è assolutamente un problema. Risultato? Non vi accorgerete neanche per un secondo di avere tra le mani un titolo che si porta sulle spalle ben due lustri.
Vale la pena fare un riepilogo per chi all'epoca decise di snobbarlo. Burnout Paradise è un racing game ambientato a Paradise City, città di fantasia che potrebbe essere accostata a Los Angeles. Migliaia di chilometri di strade liberamente esplorabili vi attendono, così come decine di rivali a cui far assaggiare un po' di metallo rovente. Rispetto ai capitoli che lo hanno preceduto, Paradise non propone gare isolate.
Potrete girare liberamente perché ad ogni semaforo vi aspetta una sfida diversa. Le gare classiche sfruttano al meglio la natura open-world del gioco. Avrete un inizio e una fine, tutto quello che farete nel mezzo dipenderà da voi. Fate solo in modo di raggiungere il traguardo prima degli altri e magari di buttare fuori qualche rivale mentre viaggiate a tavoletta.
I Takedown sono da sempre il marchio di fabbrica di Burnout e anche in questo capitolo rivestono un ruolo importante. Oltre a consentirvi di rallentare notevolmente un rivale, caricheranno la barra del Nitro consentendovi di andare ancora più veloce. Il turbo potrà essere riempito anche correndo contromano o effettuando acrobazie, l'importante è che quell'indicatore fiammeggiante in basso a destra non sia mai vuoto. Sì, perché gli avversari non vi daranno respiro, dall'inizio alla fine.
Potrete darvi alla pazza gioia con i Takedown nelle Furie Stradali o tentare qualche evoluzione nelle sfide Stunt, che richiedono il raggiungimento di un certo punteggio. Molto intense sono le gare "Uomo nel Mirino", nelle quali verrete presi di mira da "sicari" alla guida di potenti mezzi neri come la notte. Esistono poi delle gare denominate Strada Rovente, che possono essere affrontate solo con determinati tipi di vettura. Inizialmente molte di queste saranno precluse, ma potrete tornarci quando avrete a disposizione il bolide adatto. Come quasi sicuramente saprete, le macchine del gioco non sono su licenza ufficiale ma non vi sarà difficile vedere in loro parecchie somiglianze con modelli realmente esistenti.
Paradise City è divisa in quartieri e in un'apposita schermata potrete tenere sotto controllo la percentuale di completamento del gioco e delle singole sfide in ogni zona. Nella mappa potrete vedere gli eventi e i luoghi già scoperti, che potrete raggiungere facilmente in poco tempo. Sono parecchi i chilometri di strada che avrete a disposizione e infiniti bivi vi porteranno a scorciatoie e luoghi segreti che nascondono sfide e collezionabili. La cosa migliore che potete fare è iniziare Burnout Paradise senza un obiettivo preciso. Andate in giro e fate quello che volete, se vedete una sfida che vi piace fatela oppure dedicatevi alle attività secondarie.
Ciò che più importa è che lo spirito del titolo Criterion è rimasto intatto, alla pari del divertimento. Una volta partiti con il vostro primo catorcio non vi fermerete più e se avete giocato l'originale vi ritorneranno alla mente tutte le cose che potete e non potete fare. Gli sfasciacarrozze, nei quali potrete cambiare vettura scegliendo tra quelle sbloccate. Le stazioni di servizio, utili per ricaricare la barra del turbo al volo durante una gara. Le carrozzerie, nelle quali dovrete passare se vorrete dare una nuova livrea al vostro bolide. Ultime, ma non per importanza, le Officine, da raggiungere assolutamente nel caso il vostro veicolo abbia subito gravi danni.
Tutto questo avviene in tempo reale, senza alcuna sosta. Vi capiterà di viaggiare alla velocità del suono e di vedere uno dei tanti cartelloni rossi con la scritta "Burnout Paradise Remastered", ce ne sono 400 in giro e per sbloccare uno dei Trofei più rari dovrete distruggerli tutti. Stesso discorso per i cancelli gialli, per i salti acrobatici, per i garage nascosti e per i rivali segreti, che viaggeranno per le strade di Paradise City in attesa che li sfidiate.
In qualsiasi momento poi potrete entrare in modalità multiplayer. Non ci sono schermate separate o menù a cui accedere, vi basterà premere Destra sulla croce direzionale per invitare un amico ad una sfida, entrare in una gara con altri corridori o creare una partita personalizzata. Ci auguriamo davvero che i server del gioco si riempiano presto di parecchi street racers perché l'adrenalina che si ricava da una sfida a Burnout vinta all'ultima curva con un Takedown non ha rivali.
Questa edizione tra l'altro include gli 8 DLC del gioco originale. Big Surf Island offre nuove sfide e veicoli, Cops and Robbers aggiunge una modalità inseguimento online e le livree della polizia per tutte le macchine di Paradise. Legendary Cars butta nel mucchio dei bolidi dal sapore cinematografico che non faticherete a riconoscere, mentre l'espansione Burnout Bikes include quattro mostri su due ruote: FV1100, FV1100-T1, Firehawk V4 e Firehawk GP Competition. Non mancano neanche una manciata di macchinine giocattolo del pacchetto Toys e le sfide aggiuntive del DLC Cagney.
Da sottolineare anche la presenza del Party Pack, introdotto a suo tempo nell'edizione Ultimate Box di Burnout Paradise. Questa modalità multiplayer offline consente ad un massimo di 8 giocatori di intraprendere una serie di sfide veloci scegliendo tra Abilità, Velocità e Stunt. Potrete inserirle nella sequenza che vorrete e di volta in volta il gioco vi proporrà un obiettivo da portare a termine. È sufficiente un DualShock 4 per giocare, che viene passato di volta in volta al giocatore di turno. Alla fine una classifica a punti determinerà il vincitore. Una simpatica aggiunta che va ad arricchire ancora di più il carnet offerto dal gioco. Insomma, anche dal punto di vista della quantità non ci si può davvero lamentare, soprattutto per un gioco che verrà venduto a 40 Euro.
Giocare un titolo storico come questo a così tanto tempo dall'uscita originale era rischioso. Lo ricordavamo bellissimo e la paura di ritrovarci tra le mani qualcosa di sbiadito era davvero tanta. Così non è stato fortunatamente. Burnout Paradise Remastered è sicuramente un gioco semplice, quasi basilare nel suo gameplay se paragonato alle produzioni più recenti, ma è fresco e divertente oggi come lo era allora.
Questa edizione inoltre ha una quantità di contenuti davvero mostruosa, perfetta per chi non ha mai giocato l'originale ma altrettanto imperdibile per chi all'epoca si fermò al gioco base. Speriamo davvero che questo sia solo l'apripista di una nuova era per la serie Criterion. EA, ci stai ascoltando?