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Cadence of Hyrule: Crypt of the NecroDancer - recensione

Uno spin-off con il ritmo nel sangue.

Tanto vale fare outing prima di iniziare: chi vi scrive non è mai andato oltre i brani ad una stella di Guitar Hero, in quanto possiede un senso del ritmo pari a quello di un cubo di marmo poggiato su un piano perfettamente orizzontale.

Il richiamo di Zelda però convince anche i più scettici ad intraprendere vie impervie... e meno male! Questo inaspettato spin-off della serie è stato annunciato non troppo tempo fa ed è disponibile nello Shop di Nintendo. E una volta tanto iniziamo dalla coda consigliandovene subito l'acquisto: pur non essendo una classica avventura della serie, non potrete non rimanerne catturati ed andiamo ora a spiegarvi il perché.

Brace Yourself Games è riuscita a fondere due universi apparentemente così distanti dando vita ad un'avventura di The Legend of Zelda che, pur poggiando il suo gameplay su una storia a dir poco basilare, riesce a garantire un'esperienza tanto immediata quanto impegnativa e gratificante.

La protagonista è la stessa del gioco originale, che si trova improvvisamente proiettata ad Hyrule con l'obiettivo di risvegliare i due storici protagonisti della saga. A prescindere da quale tra Link e Zelda sceglierete di svegliare all'inizio, per la maggior parte del gioco potrete passare dall'uno all'altra scegliendo di volta in volta presso i punti di salvataggio sparsi per la mappa.

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La scelta non è puramente estetica in quanto i due eroi posseggono attacchi leggermente diversi, mutuati da quelli che spesso li hanno caratterizzati nella saga principale.

Cadence of Hyrule non è il classico action-adventure di Zelda, in quanto le meccaniche di combattimento sono prese di peso dall'originale Crypt of the NecroDancer. Se non avete mai avuto occasione di giocarci è d'obbligo un piccolo ripasso: movimenti e scontri devono seguire un certo ritmo, scandito sulla parte inferiore dello schermo dai battiti, che nel caso di questo spin-off vengono assorbiti dal simbolo della Triforza.

Una volta assimilato questo, non è difficile: le battute sono sempre uguali, ci si può muovere liberamente eseguendo dei piccoli balzi ma le cose cambiano un po' quando uno o più nemici sono nelle vicinanze. Il ritmo salirà e i contorni dell'eroe che state controllando inizieranno a pulsare.

La colonna sonora è composta da un buon numero di tracce della serie Zelda, remixate per l'occasione. Davvero niente male.

Occhio perché ogni avversario non rimarrà lì ad aspettare che lo colpiate. Per uscire vivi da ogni scontro, singolo o multiplo che sia, è essenziale imparare gli schemi di movimento dei nemici in modo da avvicinarsi a loro nel momento giusto per colpirli. Con quelli più deboli la cosa non è difficile, ma nel corso dell'avventura ne incontrerete alcuni che si muoveranno di più caselle o seguiranno percorsi non lineari, altri corazzati che dovranno quindi essere colpiti dai lati o da dietro e via dicendo.

Il loro numero e forza inoltre sono destinati a crescere non poco man mano che andrete avanti e spesso vi troverete a fronteggiare anche 10 avversari contemporaneamente. In quelle occasioni dovrete valutare attentamente i vostri spostamenti perché finire accerchiati da 3 o più nemici significherà veder calare velocemente i cuori a disposizione.

Per arrivare allo scontro finale, che una volta tanto non vi vedrà opposti a Ganondorf, dovrete prima sconfiggere quattro generali ma per arrivare ad ognuno di loro dovrete esplorare una lunga serie di schermate che vengono generate casualmente ad ogni partita. All'interno delle stesse sono nascoste aree segrete che chi segue la serie The Legend of Zelda non avrà difficoltà a scovare.

In caso di morte perderete tutti gli oggetti che avrete accumulato fino a quel momento tranne i preziosi diamanti.

Per recuperare ciò che si cela al loro interno dovrete spesso possedere un certo oggetto, quindi in più di un'occasione vi ritroverete a tornare in zone già viste che magicamente si ripopoleranno di nemici. Questo vi permetterà, volendo, di fare incetta di cuori nel caso ne siate a corto ma anche di oggetti "a consumo" come le torce o attacchi speciali.

Particolarmente preziosi sono i diamanti, che di tanto in tanto verranno lasciati cadere dai nemici sconfitti in quantità variabili a seconda del modo in cui combatterete. Sconfiggendo ad esempio tutti gli avversari di una schermata senza commettere errori, la possibilità di ottenere un loot maggiore e più prezioso salirà esponenzialmente.

I diamanti in questione potranno essere utilizzati negli shop (o nella schermata che seguirà ogni vostra morte) per acquisire altri pezzi di equipaggiamento, tra cui gli agognati contenitori di cuori che aumenteranno permanentemente la vostra linfa vitale.

Tra le opzioni di gioco c'è la possibilità di attivare il Permadeath o di togliere il “battito” dai combattimenti, ma sarebbe un peccato.

Ogni ora passata con Cadence of Hyrule insinua nel giocatore quella piacevole sensazione di progressione e di aumento delle proprie abilità che lo invoglia ad andare avanti anche dopo una morte inflitta dall'ultimo colpo dell'ultimo nemico rimasto su schermo.

La fame di vendetta e di scoperta vi terrà incollati allo schermo e anche chi non è avvezzo ai rhythm games non impiegherà molto per entrare nel feeling giusto con questo gioco e il suo bilanciamento pressoché perfetto vi spronerà ad andare avanti anche dopo una morte ottenuta all'ultimo colpo.

Come dicevamo all'inizio, gli elementi tipici delle due serie che in Cadence of Hyrule vengono a incontrarsi sono stati fusi tra loro in modo pressoché perfetto e danno vita ad uno spin-off con elementi roguelike assolutamente piacevole, divertente e giustamente impegnativo. È più di un semplice reskin di Crypt of the NecroDancer e non possiamo che consigliarvene spassionatamente l'acquisto. Ci piacerebbe vedere più progetti come questo in futuro, grandi o piccoli che siano.

9 / 10