Call of Duty Black Ops 4 - prova
Le nostre impressioni sulla Beta privata del nuovo capitolo targato Treyarch.
Giunti al quindicesimo capitolo della saga, il processo produttivo di un Call of Duty è ormai noto da tempo. Nonostante i rilasci a cadenza annuale possano trarre in inganno, il tempo richiesto per lo sviluppo di ogni titolo è di circa tre anni e coi diversi team di sviluppo si alternano alla guida del brand, il 2018 è il turno di Treyarch.
Lo storico studio statunitense torna quindi al lavoro per la quinta volta, contando solo gli episodi principali, col quarto capitolo della serie da lui stesso avviata nell'ormai lontano 2010, e che vanta un ottimo apprezzamento da parte del pubblico: Black Ops. Si sono lette diverse polemiche in rete sin dalle prime informazioni rese note sulla drastica direzione che questo nuovo titolo avrebbe intrapreso.
Innanzitutto l'assenza di una campagna a giocatore singolo, per la prima volta nel brand, ha generato un certo malcontento tra il pubblico, nonostante fosse l'attività meno giocata. In secondo luogo troviamo la decisione di abbracciare la moda del momento, quella dei Battle Royale, con il reveal di di Blackout, una modalità appartenente a questo genere ma con un'interpretazione in chiave Call of Duty.
Questa inedita modalità però troverà un suo spazio in futuro, e il primo assaggio di Black Ops 4 aperto al pubblico tramite la Private Beta ci ha consentito di provare con mano soltanto il "solito" Call of Duty, tra classi personalizzate e semplici partite multigiocatore. Una volta avviata la Beta, non ci resta quindi che creare il nostro party, invitare eventualmente degli amici, e selezionare la modalità per cui ricercare una partita.
Diverse saranno le opzioni a nostra disposizione, tra modalità classiche quali deathmatch a squadre e Cerca e Distruggi, e altre più articolate come Controllo, che vedrà match più longevi divisi su più round, con la vittoria assegnate al meglio dei cinque. Due team si alterneranno di round in round tra attaccanti e difensori, ognuno con 30 vite: vincerà il primo che esaurirà quelle avversarie o che raggiungerà il proprio obbiettivo entro lo scadere del tempo, che sia conquistare le due zone per gli attaccanti o difenderle per i difensori.
All'inizio del match bisognerà compiere due scelte (non vincolanti, visto che potremo cambiarle nel corso della partita), ossia selezionare lo specialista e la classe da utilizzare. Il primo potrà essere selezionato da un totale di 10 disponibili, e se ne potrà avere un massimo di uno per tipo in squadra, per cui dovremo essere rapidi nel bloccare quello che intendiamo utilizzare. Gli specialisti, oltre che per l'estetica, si differenziano soltanto per due abilità, una standard utilizzabile con una certa frequenza, e una "super" che si usa soltanto un paio di volte a partita, ma con effetti considerevoli.
I vantaggi che gli specialisti sono in grado di offrire variano parecchio, da semplici mine posizionabili a dispositivi che fungono da punto di rientro per i nostri compagni. E per quanto si dimostrino tutti molto versatili, la scelta più conveniente dipenderà dalla modalità che andremo ad affrontare.
Le classi invece avranno sempre i soliti set personalizzabili, che potremo costruire nell'apposito menù, e che ci consentiranno di selezionare le due armi, primaria e secondaria con relativi accessori, i gadget, i perk e le wildcard, ossia degli ulteriori bonus molto specifici come ad esempio la possibilità di equipaggiare un accessorio aggiuntivo. Risulta insolita la scelta di non assegnare a ogni classe delle granate, letali o meno. Quest' ultime infatti andranno sbloccate ed equipaggiate in sostituzione di parte del nostro equipaggiamento. Immancabili come di consueto le pointstrike, che al raggiungimento di determinati traguardi ci permetteranno di utilizzare delle abilità di supporto come un elicottero da guerra o una scansione UAV.
Volgendo il nostro sguardo al gameplay, sarà subito evidente come anche questo nuovo capitolo punti ancora al "boot on the ground". Esattamente come l'anno scorso fece WW2, non sarà possibile infatti correre sui muri e non saranno presenti jet pack o affini, fatta eccezione per lo specialista Ruin, che potrà sfruttare un rampino similmente a quanto accade in Titanfall. Se con il suo predecessore però questa impostazione era forzata dal contesto storico in cui s'inseriva, quello del secondo conflitto mondiale, con Black Ops 4 risulta semplicemente una scelta di gameplay, probabilmente dovuta ad un maggiore apprezzamento da parte dei giocatori.
Il cambiamento più evidente però riguarderà la salute dei soldati, che oltre ad essere maggiore (150 punti ferita), non si rigenererà automaticamente. Ogni giocatore avrà la possibilità, premendo il dorsale sinistro, di iniettarsi una cura e far partire la rigenerazione. Questa abilità avrà un tempo di ricarica di qualche istante e non si potrà dunque abusarne, ma risulterà l'unico effettivo modo per recuperare la salute persa durante uno scontro.
A primo impatto questa decisione potrebbe far pensare a un rallentamento generale del ritmo di gioco ma l'effetto ottenuto si è rivelato l'esatto opposto. Avendo infatti un maggiore controllo sulla nostra rigenerazione e non dovendo dunque semplicemente attendere nascosti chissà dove, si riesce ad ottenere un ritmo addirittura più serrato tra una giocata e quella successiva, e almeno per il momento questa scelta si sta rivelando vincente.
Anche il radar è stato leggermente rivisto: ogni giocatore infatti avrà una sorta di sensore di prossimità sempre attivo. Sarà possibile vedere attivamente il nostro raggio d'azione sulla minimappa, entro il quale tutti i nemici verranno automaticamente individuati. Un cambiamento quantomeno interessante che avvantaggia chi controlla costantemente il radar a svantaggio però di chi si concentra sulla propria visuale.
Quanto alle mappe, per questa prima sessione di prova ne sono state proposte ben cinque, il che è un ottimo quantitativo, in grado di dare un assaggio di terreni di gioco ben diversi tra di loro sia per dimensioni che per level design, quest'ultimo sempre di discreta qualità.
Qualche sbavatura invece è da constatare per quanto ne riguarda il comparto tecnico, con delle texture non sempre ben definite e un frame rate non totalmente solido, per lo meno nella versione ps4 base. Considerando però che mancano ancora mesi al lancio effettivo e che stiamo pur sempre parlando della prima beta, la situazione non è ancora allarmante.
Tirando le somme quanto si è visto con questa beta, nonostante sia convincente, non rappresenta una vera novità. Certamente si possono riscontrare differenze più o meno significative coi capitoli precedenti ma l'impostazione generale rimane invariata. Le vere novità che questo capitolo porterà potranno essere provate solamente più avanti, e per il momento ci è sembrato sempre il solito Call of Duty. Il che non è necessariamente un male, in quanto Black Ops 4 si dimostra comunque all'altezza delle aspettative.