Call of Duty Black Ops Cold War - prova
La Guerra Fredda cross-gen di Treyarch apre i battenti!
La strada che ha portato al tradizionale appuntamento con il franchise di Call of Duty, quest'anno, ha avuto un sapore totalmente differente rispetto al passato. Pensiamo alle tempistiche di annuncio ad esempio.
Queste ultime, solitamente, prevedono una prima presentazione del nuovo capitolo attorno al mese di maggio per poi passare ad un reveal in pompa magna in occasione di eventi di assoluta importanza come l'E3 di Los Angeles o la Gamescom di Colonia, fino ad arrivare nei negozi verso la fine dell'anno. Tutto questo, nel 2020, non è stato ovviamente possibile a causa della pandemia globale, che ha portato alla cancellazione di tutte le convention mondali dedicate ai videogiochi.
Activision si è vista costretta a modificare il percorso del suo prossimo Call of Duty rinunciando al consueto iter e alle tappe che di solito scandiscono l'introduzione di un episodio del brand agli occhi del grande pubblico. Il silenzio assoluto che fino a poche settimane fa avvolgeva la produzione di Treyarch ha generato molti dubbi sullo stato di salute del progetto al punto che qualcuno, sul web, ha iniziato addirittura a paventare una scelta drastica da parte del publisher che, forte del successo di Warzone, avrebbe saltato il lancio di una nuova incarnazione della sua serie di punta per la prima volta in oltre 10 anni.
Poi, però, proprio sul Battle Royale creato da Infinity Ward è apparso il primo teaser della successiva iterazione della celebre saga bellica di Activision e tutte le incertezze che aleggiavano come oscure nubi sul titolo di Treyarch sono state istantaneamente diradate. Call of Duty: Black Ops - Cold War si presenterà puntuale come un orologio svizzero all'appuntamento con la community e porterà in dote un pacchetto di contenuti di tutto rispetto.
Lo scorso week-end abbiamo potuto testare una versione Beta del multiplayer competitivo in modo da iniziare a saggiare la visione del team al timone di questo capitolo che, invero, aveva un compito tutt'altro che semplice da portare a termine: fare seguito al reboot di Modern Warfare. L'ultima opera di Infinity Ward ha rappresentato un punto di svolta deciso per la serie che, seppur mantenendo intatti i canoni distintivi alla sua base, ha intrapreso una strada del tutto inedita. Modern Warfare, in effetti, poteva vantare una riproduzione fedele del comportamento delle armi, un comparto animazioni di prim'ordine e, più in generale, una realizzazione tecnica di assoluto pregio. Gli scontri erano più compassati, più ragionati, più complessi, e avevano luogo in scenari articolati e di respiro molto più ampio rispetto al passato.
Il problema, secondo molti, è che questa svolta così repentina ha allontanato Call of Duty dalla sua essenza di shooter arcade spensierato, accessibile e dannatamente divertente. Perciò, come dicevamo, Treyarch ha avuto un obiettivo arduo da perseguire: riportare Call of Duty alla sua origine per accontentare lo zoccolo duro dei fan accaniti del brand, senza però vanificare gli sforzi compiuti dallo sviluppatore precedente per portare la saga verso vette inesplorate.
Il risultato di questa miscela esplosiva è Black Ops - Cold War, seguito diretto del primo immortale Black Ops, ambientato negli anni della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Sebbene allo stato attuale non abbiamo potuto provare l'attesissima campagna per giocatore singolo, abbiamo passato diverse ore nei campi di battaglia del multigiocatore e siamo pronti a offrirvi le nostre impressioni preliminari.
Fin dal menu d'avvio è chiaro come Cold War voglia mantenere una certa continuità col capitolo precedente, proponendo una divisione in sezioni identica a quella di Modern Warfare. C'è il collegamento alla campagna, quello al multiplayer, quello a Warzone e, naturalmente, l'immancabile modalità Zombie, fiore all'occhiello dei Call of Duty targati Treyarch.
E una volta scesi in campo, siamo stati investiti da un'ondata di nostalgia. Il feeling delle armi, i movimenti dei soldati, la gestione degli scontri a fuoco: tutti gli elementi che compongono il mosaico di Cold War, riportano alla mente le innumerevoli ore passate in compagnia di Black Ops, ancora oggi uno dei capitoli più riusciti dell'intera saga.
Il nuovo episodio della serie è, a tutti gli effetti, un ritorno ai principi fondamentali che hanno reso grande il nome di Call of Duty, declinati a dovere per adattarsi a un pubblico più moderno ma sempre ben riconoscibili sotto la patina brillante che ricopre ogni iterazione del brand.
Pad alla mano, Call of Duty: Black Ops - Cold War si distacca parecchio dal realismo ricercato da Modern Warfare per offrire un'esperienza molto più un linea con gli esponenti classici del passato con combattimenti frenetici, viscerali e sempre piuttosto piacevoli da affrontare. L'arsenale messo a disposizione dei giocatori comprende una selezione di armi suddivise in diverse categorie che possono modificare anche radicalmente il ritmo delle partite.
Ci sono i Fucili d'Assalto come l'AK-47 o il leggendario XM4 Commando, vero e proprio marchio di fabbrica di Black Ops, che risultano molto utili nelle sparatorie a media e lunga distanza; le SMG come l'MP5 o l'Uzi, ideali per gli scontri a bruciapelo ma poco efficaci da lontano; i Fucili Tattici dall'elevatissimo potere d'arresto e dall'assoluta precisione e tanto altro. Capitolo a parte sono i fucili da cecchino, un'autentica piaga durante la fase Alpha che è stata corretta in occasione della Beta. Questi ultimi richiedono ora un tempo sensibilmente superiore per prendere la mira ed uccidono con un singolo colpo solo mirando alla parte superiore del torace o alla testa.
Durante i nostri test abbiamo notato qualche piccolo problema di bilanciamento tra le varie categorie. Al netto di un Time to Kill vistosamente superiore a quello visto nel predecessore, le mitragliette SMG appaiono troppo avvantaggiate rispetto ai fucili d'assalto anche a media distanza mentre i fucili tattici molto spesso non registrano accuratamente i colpi. Sotto quest'aspetto, Treyarch dovrà svolgere un lavoro molto più accurato nelle settimane che precedono il lancio per offrire al pubblico uno shooter equilibrato a prescindere dal tipo di arma che si deciderà di utilizzare.
Torna anche l'Armaiolo visto in Modern Warfare, che vi consentirà di personalizzare nei minimi dettagli ciascuna delle armi incluse nel gioco. Potrete scegliere tra una vasta gamma di mirini, silenziatori, impugnature, puntatori laser e calci, regolabili in modo da plasmare l' arma dei sogni ed adattarla al meglio al vostro stile di gioco. In aggiunta a questo, come di consueto, potrete creare da zero le vostre classi equipaggiando le armi e gli strumenti che più vi aggradano assieme ad un set di abilità passive che possono aiutarvi ad avere la meglio sul campo di battaglia.
Chiude il cerchio della personalizzazione del vostro soldato la possibilità di selezionare una skin tra le dieci proposte e tre Scorestreak, le serie di punti che, al contrario di quanto accadeva in Modern Warfare, non vengono azzerate dopo ogni morte. Potrete chiamare l'UAV, richiedere un bombardamento aereo o convocare gli elicotteri d'assalto accumulando punti senza preoccuparvi di essere eliminati.
Inanellando uccisioni, fornendo assist ai compagni o conseguendo gli obiettivi, verrete ricompensati con quantitativi di punti prestabiliti che contribuiranno allo sblocco delle Scorestreak, indipendentemente dalla vostra capacità di sopravvivere ai furiosi scontri proposti dal titolo. Si tratta di una scelta che non condividiamo appieno, poiché rende troppo semplice per tutti ottenere le Streak più potenti e crea eccessiva confusione sul campo di battaglia, soprattutto nelle fasi finali dei match.
Vi capiterà spesso di assistere all'arrivo di decine di colpi di mortaio consecutivi che vi costringeranno a rallentare parecchio il ritmo della vostra offensiva per evitare di finire nel fuoco incrociato. Anche sotto questo aspetto, serve un lavoro di pulizia maggiore da parte di Treyarch per rendere le partite ancora più gradevoli.
Le modalità incluse in questa fase di prova, dal canto loro, sono le più classiche: Deathmatch a Squadre, Uccisione Confermata, Dominio e Postazione faranno il loro ritorno anche in Cold War accompagnate da una serie di aggiunte più o meno riuscite. Treyarch ha introdotto la modalità Armi Combinate che, in modo del tutto analogo alla Corsa di Battlefield, mette due squadre da dodici giocatori a contendersi diversi punti di controllo su mappe piuttosto ampie che possono essere percorse a piedi o a bordo di alcuni mezzi di trasporto.
Sebbene questa interpretazione delle lotte di Call of Duty possa essere considerata un'interessante variazione sul tema, però, molto spesso gli scontri diventano troppo confusionari a causa di linee di tiro esageratamente pulite che danno ai cecchini l'opportunità di compiere vere e proprie stragi senza poter essere contrastati. Storicamente, la serie bellica di Activision non va molto d'accordo con le mappe di generose dimensioni e anche questo capitolo non fa eccezione.
Molto meglio l'inedita Scorta VIP, in cui due team da 6 utenti dovranno alternativamente proteggere o eliminare un singolo individuo scelto casualmente all'inizio del round. Il team incaricato della protezione dovrà fare di tutto per mantenere in vita il VIP (equipaggiato con la sola pistola) per fargli raggiungere uno dei due punti di estrazione presenti sulla mappa mentre gli avversari dovranno abbatterlo ad ogni costo per portare a casa la vittoria. Questa stipulazione permette di imbastire strategie di attacco e difesa piuttosto complesse e può tradursi in un'ottima scelta per chi cerca un'esperienza leggermente diversa dalle modalità più classiche che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni.
Restano da analizzare le mappe incluse nella Beta che, tutto sommato, ci hanno lasciato sensazioni positive. C'è Miami, uno scenario di medie dimensioni ambientato in una cittadina della costa statunitense illuminata al neon; Satellite, una piccola mappa situata nel deserto dell'Angola in cui sarà necessario barcamenarsi tra dune e conformazioni rocciose; la zona urbana di Mosca e le sue strutture ottime per i combattimenti ravvicinati e, infine, la nuovissima Cartel, ambientata nella foresta del Nicaragua. L'ultima arrivata, in effetti, ci è sembrata la mappa più debole tra quelle incluse nel pacchetto di Cold War a causa di un'eccessiva vegetazione che promuove sparatorie stazionarie e in cui è davvero difficile scorgere la silhouette degli avversari.
Armi Combinate, invece, può contare su altre due mappe esclusive: Armada e Crossroads. La prima, collocata tra due incrociatori della Marina Militare al largo dell'Oceano Atlantico, è tra le più suggestive mai apparse in un Call of Duty, mentre Crossroads è costituita da una più anonima base militare nel cuore dell'inospitale Uzbekistan. Anche qui ritroviamo Cartel che, se possibile, diventa ancora più confusionaria e tediosa a causa dei 24 giocatori coinvolti nella lotta.
Dal punto di vista tecnico, infine, questa Beta di Black Ops - Cold War tradisce la sua natura cross-gen. Il sempreverde IW Engine, su PS4, utilizza uno scaler dinamico della risoluzione per mantenere alto il frame-rate ma, così facendo, la presentazione generale risulta talmente sgranata e fuori fuoco da rendere difficile capire la posizione dei nemici. Viene da sé che in un gioco che premia così tanto i riflessi e la posizione sul campo, qualunque ostacolo nell'individuazione degli avversari va ad inficiare parecchio la godibilità del prodotto.
In definitiva possiamo dire di aver apprezzato le ore passate in compagnia del nuovo Call of Duty. Al netto dei difetti sopracitati, ciò che abbiamo trovato nella Beta è un gioco divertente, immediato e ricchissimo di contenuti che non vediamo l'ora di esplorare nella versione completa.
Siamo fiduciosi che Treyarch possa limare le spigolature emerse nel corso della prova in modo da giungere al lancio di Call of Duty: Black Ops - Cold War nel modo migliore possibile. Il 13 novembre è sempre più vicino.