Call of Duty Infinite Warfare: Sabotage - recensione
La stagione di caccia riapre.
Dopo qualche mese di calma, utili per spolpare sia Infinite Warfare sia il rifacimento di Modern Warfare, Activision mette in moto il classico supporto post lancio di Call of Duty pubblicando Sabotage, il primo pacchetto di mappe multigiocatore dedicato all'ultima fatica di Infinity Ward. Come da tradizione, questo primo DLC, al costo di 14,99 euro, introdurrà quattro nuove arene per scontrarsi online e un nuovo, folle scenario per la componente zombi del titolo.
Partiamo subito con una premessa: nessuno dei contenuti presenti all'interno di Sabotage è capace di stravolgere il modo di giocare l'ultimo capitolo di Call of Duty, nondimeno le mappe si fanno notare per un design quasi sempre ricercato e ispirato e qualche scelta stilistica davvero convincente.
L'esempio più eclatante è chiaramente Rave in the Redwoods. Si tratta del secondo capitolo della campagna zombie di quest'anno. In questa occasione i quattro sfortunati protagonisti passeranno da uno psichedelico film anni '80 ad una pellicola horror del decennio successivo piena zeppa di citazioni e flanella. Esattamente quello che ci si aspetta da un prodotto in qualche modo collegato a Kevin Smith, il geniale regista/attore/fumettista conosciuto soprattutto per Clerks e la sua interpretazione di Zittino Bob, oltre ad essere tristemente famoso per Clerks 2 e tanti altri brutti film girati recentemente.
I quattro protagonisti ora vestiranno i panni di un "cantante hip hop in erba", di un "raver", di un "rocker grunge" e infine di una "gangster della west coast". Come si può intuire, il tono è rimasto leggero e dissacrante come in Zombie a Spaceland, il gameplay veloce ed intenso, con forse un po' più l'accento sulle armi a corto raggio, e con un co-protagonista carismatico in grado di divertire i fan dell'epoca con le tante strizzatine d'occhio a quel periodo.
In altre parole, una nuova avventura divertente da giocare e vivere con gli amici o online con gli sconosciuti. Passando alle mappe, non possiamo che cominciare con Renaissance. Questo perché Infinity Ward ha deciso di usare Venezia come ispirazione per questa arena, che sicuramente si differenzia da tutto quello visto finora per le architetture, la presenza dei canali e di qualche immancabile pizzeria. Mancano solo i piccioni.
Rimane sempre una mappa di CoD, quindi gli spazi sono ben definiti, il design è pulito e regolare e alterna corridoi e interni con qualche spazio aperto. Adatta ad armi dalla gittata media. La sua conformazione è asimmetrica e, a parte qualche posizione rialzata, piuttosto piatta, l'assenza di muri su di una parte della mappa limita le evoluzioni possibili, ma il suo design originale e alcune belle trovate, come la possibilità di passare attraverso una chiesa, un locale e un atelier di moda, la rendono una buona aggiunta alla playlist di Infinite Warfare.
Lo stesso principio è stato utilizzato per Noir. Questa mappa, infatti, è ambientata in una versione notturna, tetra e futuristica di Brooklyn, con il suo celebre ponte sempre presente sullo sfondo. In questo caso la conformazione della mappa è più classica, simmetrica, con una zona centrale raggiungibile da tutte le parti grazie a passaggi a livello della terra o sopraelevati, con questi ultimi che passano in mezzo a stilosissimi club, ancora invasi dalla musica.
Il percorso esterno è pieno di angoli ciechi e luoghi nei quali organizzare imboscate. La presenza di alti edifici consente di tentare spettacolari approcci volanti. Neon è invece un training center virtuale pensato per la guerriglia urbana. Caratterizzata da un design pulito e essenziale, dove i toni del bianco mettono in risalto tutto quello che si muove, Neon sembra un Mirror's Edge virtuale, coi i bordi esterni dell'arena che si dissolvono in pixel e alcuni arredi urbani, come le macchine, che si formano avvicinandosi.
Neon è di buone dimensioni, praticamente speculare e organizzata sul concetto delle tre linee. Quella centrale è regolare e ampia, adatta ai cecchini, mentre quelle laterali sono più variegate. Una è coperta e tortuosa, mentre l'altra è su più livelli divisi da una voragine da superare correndo sui muri. Come da tradizione, c'è anche il rifacimento di una mappa classica. Dominion è una ricostruzione della mappa Afghan di Modern Warfare 2, solo che questa volta è ambientata su Marte.
Questo vuol dire che la sabbia sarà rossastra e al centro si potrà notare una navicella spaziale distrutta. Anche Dominion è di grandi dimensioni, con la zona centrale posizionata in un'area leggermente ribassata dominata da diverse postazioni per tiratori. La carcassa della nave fornirà un riparo per coloro che volessero attraversare il campo di battaglia e stanare i cecchini posizionati ovunque o un trampolino per gli acrobati che sfrutteranno le ali e l'ampio muro sul quale sono appoggiate per spostarsi velocemente.
Call of Duty Infinite Warfare: Sabotage è dunque un pacchetto di mappe piuttosto solido, senza grandi colpi di genio, a parte l'aspetto estetico di alcune location, ma in grado di far partire col piglio giusto la nuova stagione di aggiornamenti di CoD. I fanatici del multiplayer lo avranno già acquistato, gli altri valutino quanto amano gli zombie, vero valore aggiunto del pacchetto, e quanto sfrutterebbero le nuove arene online.