Call of Duty: Vanguard - prova
Abbiamo provato la modalità Collina dei Campioni di Call of Duty: Vanguard. Non chiamatela Battle Royale.
In queste ore si è conclusa la prima sessione di prova della build Alfa di Call of Duty: Vanguard, il nuovo capitolo della celeberrima serie di sparatutto bellici pubblicata da Activision. Dopo aver partecipato alla presentazione in anteprima e avervi parlato delle nostre impressioni preliminari, ci siamo lanciati nei campi di battaglia online per provare l'inedita modalità 'Collina dei Campioni', una novità assoluta per il brand che potrebbe rivelarsi una gradita aggiunta al già corposo pacchetto che troverete in vendita su tutte le piattaforme dal 5 novembre.
Come vi abbiamo già raccontato in fase di anteprima, la campagna di Call of Duty: Vanguard si prefigge l'obiettivo di narrare le vicende che hanno portato all'istituzione delle prime Forze Speciali degli eserciti mondiali concentrandosi sull'esperienza di individui apparentemente ordinari impegnati in missioni di straordinaria importanza e dall'alto tasso di rischio. Il lato multiplayer del gioco, invece, consentirà agli utenti di vestire i panni dei primi operatori dei corpi d'élite e di vivere in prima persona i furiosi scontri campali che da sempre caratterizzano il gameplay di Call of Duty.
Collina dei Campioni sta nel mezzo e, nelle intenzioni degli sviluppatori, dovrebbe rappresentare una sorta di campo di addestramento in cui otto squadre da due o tre elementi dovranno darsi battaglia fino all'ultimo respiro, fino ad essere gli ultimi a rimanere in piedi.
A giudicare dalla filosofia alla base di questa nuova incarnazione del multiplayer di Call of Duty e dal nome scelto (che richiama le classiche modalità King of the Hill), si potrebbe pensare a Collina dei Campioni come all'ennesima declinazione del genere Battle Royale che ultimamente sta spopolando nel grande marasma degli sparattutto online.
Fortunatamente, complice l'incontenibile successo di Warzone che non accenna a calare di popolarità, Sledgehammer Games non si è limitata a proporre una propria personale visione degli estenuanti match delle Battaglie Reali ma ha confezionato un contenuto originale, immediato e piacevole da giocare, seppure con qualche piccola riserva.
Il concetto, come dicevamo, è alquanto diretto e intuitivo: otto squadre che si sfidano testa a testa, dodici vite cumulative, quattro mappe a rotazione, gli ultimi a perdere tutte le vite vincono la partita. Call of Duty, però, ci ha abituati ad esperienze accessibili ma impegnative da padroneggiare e Collina dei Campioni non fa eccezione.
Partiamo dal feeling pad alla mano che, a partire dal reboot di Modern Warfare del 2019, ha diviso i capitoli di Call of Duty in due categorie: quelli più progressisti (simili appunto all'opera di innovazione di Infinity Ward) e quelli più tradizionali, di cui Black Ops: Cold War, ad esempio, è un ottimo esponente.
Call of Duty: Vanguard appartiene alla prima categoria e, già dalle prime battute, è facile accorgersi di quanto la nuova fatica di Sledgehammer Games abbia attinto a piene mani da Modern Warfare. Lasciata alle spalle la parentesi più conservatrice di Cold War, infatti, tornano tutti gli elementi di gameplay che erano stato introdotti nell'incarnazione del 2019 di COD, gli stessi che da alcuni sono stati accolti con estremo favore ma da altri additati come un eccessivo stravolgimento dei canoni tipici del brand.
Torna la corsa tattica, torna la possibilità di sparare da una posizione di copertura poggiando l'arma su alcuni elementi dello scenario, torna l'incredibile cura riposta nella riproposizione fedele dei comportamenti delle varie bocche da fuoco: insomma, è come giocare ad una versione di Modern Warfare ambientata nella Seconda Guerra Mondiale, con tutte le conseguenze del caso.
Se siete stati sostenitori della svolta 'realistica' adottata da Infinity Ward per il reboot della sua serie più celebre, sarete contenti di sapere che Vanguard può vantare un feedback delle armi d'epoca ugualmente soddisfacente con un rinculo piuttosto marcato che sarà necessario imparare a gestire, soprattutto nei tiri a lunga distanza. D'altro lato, se siete affezionati ai vecchi Call of Duty più arcade e non avete apprezzato la rivoluzione di Modern Warfare, difficilmente questo nuovo episodio potrà farvi cambiare idea.
Vanguard, dal canto suo, introduce un fattore richiesto a gran voce dalla fanbase negli scorsi anni, forse il principale elemento discriminante rispetto alla diretta concorrenza: la distruttibilità ambientale. La prova di Collina dei Campioni, tra le altre cose, ci ha dato modo di saggiare questa introduzione nella formula di Call of Duty ma, ad essere sinceri, la sua implementazione ci ha convinti solo a metà.
La tanto decantata capacità di sfondare le mura a suon di piombo è sì un modo efficace per creare nuovi percorsi di aggiramento e linee di tiro imprevedibili ma è anche limitata alle pochissime pareti distruttibili presenti nelle mappe, il che riduce parecchio la possibilità di interpretare liberamente questa caratteristica del gameplay.
Non sappiamo se in Collina dei Campioni l'abbattimento dello scenario sia stato circoscritto per via delle dimensioni striminzite delle mappe ma è comunque un primo incontro che ci lascia un po' con l'amaro in bocca.
Rimanendo in tema mappe, le quattro che compongono l'esperienza di Collina dei Campioni (Airstrip, Courtyard, French Market e Trainyard), sono piccole, simmetriche e disseminate di oggetti di scena dietro cui trovare riparo dal fuoco del nemico. Al netto di una direzione artistica leggermente piatta e poco ispirata, si tratta di una scelta intelligente che consente sia di andare a caccia degli avversari affidandosi ai propri riflessi e alla propria abilità col pad che di attendere il momento giusto per colpire, magari conservando qualche vita preziosa per i prossimi round.
Questi ultimi, infatti, durano appena un minuto ma, se affrontati con eccessiva tracotanza, potrebbero costarvi diverse vite già nelle prime battute, soprattutto considerando quanto sia basso il time to kill. Certe volte, attendere che il conto alla rovescia termini invece che lanciarsi a capofitto nella mischia, potrebbe rivelarsi essenziale per non gettare all'aria qualsiasi ambizione di vittoria.
Un difetto che abbiamo notato, uno di quelli che ritornano sistematicamente ad ogni nuova iterazione del brand, è la gestione problematica dei respawn che, soprattutto in ambientazioni così piccole, si traduce in evidenti difficoltà nella lettura delle mappe con nemici che vengono proiettati alle spalle dei giocatori senza lasciare la possibilità di reagire in alcun modo. Intendiamoci: Call of Duty è un'esperienza pensata per essere veloce e ritmata ma, magari, estendendo di qualche secondo il tempo di rigenerazione, si potrebbe evitare di essere eliminati in pochi secondi da un nemico appena tornato in vita.
Eliminando gli avversari e raccogliendo le pile di denaro sparse in giro per le mappe, comunque, è possibile accumulare soldi da spendere tra un round e l'altro per l'acquisto di nuove armi, esplosivi, perk e addirittura killstreak, oppure per potenziare la propria arma principale in qualsiasi momento tramite l'apposito tasto dedicato.
La scelta sarà solo nelle mani dei giocatori: è meglio conservare le risorse duramente guadagnate per ottenere una mitragliatrice a nastro, un UAV o un lanciafiamme nei prossimi round oppure spendere tutto subito per migliorare le prestazioni delle armi? Entrambe le opzioni possono essere valide per portare a casa la vittoria, tutto dipende dalla gestione tattica della partita in corso.
L'unico neo, in tal senso, è che ai giocatori non sia stata concessa l'opportunità di acquistare liberamente gli accessori delle armi, magari optando per un caricatore più ampio da subito invece di essere costretti prima a passare per un silenziatore o un'ottica red dot. Gli aggiornamenti sono preimpostati dal team di sviluppo e tutto ciò che potrete fare è premere un pulsante sul pad per investire un quantitativo di denaro incrementale e ottenere una versione di rarità maggiore dell'arma che state impugnando in quel momento. È un vero peccato perché ciò influisce parecchio sulla varietà di situazioni che possono verificarsi e, in definitiva, ci si trova spesso a combattere battaglie in cui tutti i soldati possiedono un equipaggiamento simile.
Ottimo invece il comparto tecnico che, come vi avevamo anticipato nell'articolo precedente, rappresenta il fiore all'occhiello di questa produzione di Sledgehammer Games. I modelli poligonali dei personaggi sono curati nei minimi dettagli; i materiali impiegati per la realizzazione delle armi conferiscono loro un look estremamente realistico; le animazioni risultano quantomai fluide e accurate mentre gli effetti particellari sono tra i migliori mai visti in un capitolo di Call of Duty. Il lavoro svolto sull'upgrade dell'IW6 Engine di Modern Warfare ha dato i suoi frutti e riesce a gestire tutta questa bellezza tecnica ai soliti 60fps granitici anche nelle situazioni più concitate.
Non abbiamo avuto modo di vedere il gioco in azione sulle console di vecchia generazione e, francamente, dubitiamo che tanta magnificenza possa essere replicata su un hardware così vecchio ma, almeno su PS5, potrebbe essere il Call of Duty visivamednte più bello mai realizzato.
Tirando le somme, dunque, Collina dei Campioni è stato il nostro primo assaggio di Call of Duty: Vanguard, un antipasto che ci ha convinti della bontà del lavoro svolto da Sledgehammer Games ma che ci ha lasciato qualche piccolo dubbio su alcune delle più osannate implementazioni di gameplay che faranno il proprio debutto in questa nuova incarnazione del brand. Siamo ben consci del fatto che questa modalità non sarà certo la più giocata né dai giocatori più casual né nel circuito competitivo ma è comunque una buona aggiunta ad un'offerta contenutistica già di per sé piuttosto ricca.
Manca da testare il multiplayer classico, la campagna e la modalità zombie ma Vanguard sembra essere già sulla strada giusta per dare ai fan di Call of Duty una nuova, entusiasmante esperienza.