Call of Duty: World at War
Reportage dal fronte... del multiplayer.
Ma poi ci sono anche i vantaggi. E' qui, infatti, che Call of Duty 5 sembra più vicino che mai al canovaccio di Modern Warfare, con cambi di grafica e nomi che nascondono le medesime funzionalità, talvolta con risultati disturbanti. Alcune modifiche alle armi tendono a "forzare" l'ambientazione storica come, per esempio, nel caso dei silenziatori da applicare alle mitragliatrici che generano una serie di effetti molto simili ai mirini laser, tanto da disorientare non poco le prime volte che li si usano. Il realismo dovrebbe sempre inchinarsi al divertimento, ma questa declinazione del concetto sembra sintomatica di un sequel nel quale è stato più facile rinominare le feature che sarebbero apparse inappropriate nel contesto piuttosto che realizzare alternative più coerenti.
Anche i benefici per le serie di uccisioni sono, in linea di massima, gli stessi ad eccezione di uno particolarmente controverso. Tre uccisioni in fila danno diritto alla ricognizione di un aereo spia che consentirà di identificare la posizione dei nemici sulla mappa, cinque generano fuoco di copertura dell'artiglieria al posto del raid aereo di Modern Warfare (scelta comunque discutibile perchè sembra quasi che si tratti di bombe intelligenti più che di copertura pura e semplice) e sette forniscono una muta di cani da guerra al posto del supporto degli elicotteri visto in MW.
I cani si dimostrano un'aggiunta controversa e necessitano assolutamente di un accurato bilanciamento dato che corrono il rischio di diventare un pericoloso quanto irritante fastidio. Oltre a essere animati in modo inaccettabile, non appaiono sul vostro radar e possono sbranare a morte un nemico in meno di un secondo, il che non è necessariamente un male, ma il loro abbaiare costante può diventare fastidioso dopo un po'. Non è che sia impossibile gestirli, ma riuscire a farne un uso coerente non è poi una passeggiata o un gran divertimento. Malgrado tutto, queste belve assetate di sangue hanno comunque una certa importanza perchè rendono difficile la vita ai "camper" ma, considerato l'impatto che hanno su chi gioca in modo tradizionale, possono generare qualche perplessità.
Escludendo le scelte più controverse, tutte le abilità e le cose buone viste in Call of Duty 4 rimangono al loro posto, per cui ritroverete Juggernaut e Martyrdom. Ho ancora qualche dubbio forte sul bilanciamento, ma credo nel sistema di CoD 5 ci siano molte potenzialità oltre il semplice makeup grafico ma se non si provvederà a raffinarle, limitarsi a trasportare un intero gioco in un sequel, cambiando solo grafica e nomi alle cose, farà apparire gli sviluppatori come poco ambiziosi se non addirittura pigri.
Posto che il fenomenale multiplayer di Modern Warfare vi sia piaciuto, ci sarà poco da lamentarsi. Si tratta sostanzialmente dello stesso gioco con una skin da Seconda Guerra Mondiale e questo significha che i problemi di MW rimangono irrisolti, ad esempio non saprete mai chi sta hostando una partita e non potrete migrare da un host a un altro, quindi se chi vi ospita se ne va, la partita finisce.
A poche settimane dall'uscita sugli scaffali ci sono pochi dubbi sul fatto che il feedback su questa beta possa influenzare in qualche modo il risultato finale, ma se Treyarch riuscirà a risolvere i problemi di bilanciamento con una patch tempestiva, World at War manterrà la traiettoria e il successo di Modern Warfare anche se, preso da solo, questo titolo fa ben poco per smentire l'impressione che Infinity Ward è il vero innovatore e Treyarch un decente rimpiazzo.
Call of Duty: World at War uscirà su Xbox 360, PS3, PC, Wii, PS2 e DS il 14 novembre.