Call of Duty: World at War
Si torna in guerra.
Siccome siamo molto cattivi, eccoci ancora ad insistere sugli aspetti meno "ispirati" del gioco, cominciando dall'inadeguatezza della IA. Al giorno d'oggi abbiamo tra le mani shooter di un certo livello, in cui l’IA di nemici e compagni, per quanto non esaltante spesso, è comunque all’altezza o quasi. WaW sembra non aver beneficiato delle ultime migliorie arrivate invece nel panorama FPS recente rimanendo, di fatto, sui livelli di Call of Duty 3 (neppure del capitolo precedente). Qualche esempio? Piomberanno fottute granate dal cielo e sarà nostro compito rispedirle al mittente o renderle inoffensive.
Tralasciando il raggio d’azione delle granate (spesso eccessivo, con conseguenti morti inaspettate, colpiti da schegge a grosse distanze, pensando di essere al riparo), i nostri compagni non muoveranno un dito per sventare la minaccia, aspettando come sempre che noi altri si pensi a tutto. I nemici salteranno invece fuori poppando (ok, ho esagerato: tramite pop up) quando e come lo script apposito verrà attivato (al nostro passaggio of course). Per segarli (ok, di nuovo: ucciderli), basterà metterla sul close combat, piazzando un unico colpo ben mirato. Negli scontri corpo a corpo il timing sarà fondamentale e anche questo concetto (quello del quick time event), comincia a diventare pesantemente inflazionato (anche se sempre funzionale).
WaW colpisce comunque per la fluidità, con un framerate altissimo e solidamente ancorato sui 60fps, pur scendendo di livello parlando di poligoni e texture, marchio di fabbrica (in negativo) di Treyarch negli anni. Ci dispiace infierire ma anche il motore fisico non è poi così straordinario, con esplosioni che non suggeriscono mai una certa dinamicità e con movenze che, per quanto più realistiche possibile, restano ancora sotto tono rispetto ad altri giochi recenti dello stesso genere. Le fiamme, per esempio, non si propagano in maniera realistica, ed hanno lo stesso effetto sia provando a bruciare un pezzo di legno, sia bruciando contro un cadavere o un qualche tessuto svolazzante.
Finalmente però (e da qui cominciamo a parlare delle cose fatte bene) è stata introdotta la campagna cooperativa online, in locale in split screen e via LAN (fino a quattro giocatori). Sarà possibile incrementare il livello di sfida del coop ricercando le Death Cards, che, analogamente ai Teschi di Halo 3, saranno disseminate per tutto lo scenario di gioco. Ognuna di queste carte vi consentirà di utilizzare skill extra con effetti diversi: una permetterà di far esplodere i nemici quando colpiti con un proiettile alla testa, un'altra farà aumentare il livello di difficoltà rendendo i soldati avversari più ostici, un'altra ancora ci costringerà a ricorrere a continue uccisioni per arginare la perdita progressiva di energia vostra...e via dicendo.
Un altro extra degno di nota è la modalità "Nazi Zombies", sbloccabile solo alla fine della campagna per giocatore singolo (e utilizzabile anche in coop). Questa modalità ci farà cominciare da una piccola casa semidistrutta, con le finestre barricate. I non morti (un altro esordio), in un modo o nell'altro, tenteranno di entrere nell'edificio e sarà vostro compito sterminarli tutti per guadagnare crediti e sbloccare nuove sezioni dell'infestata abitazione. Una sorta di modalità Orda stile GoW 2 per intenderci, che andrà avanti ad oltranza.
La modalità multiplayer è sicuramente il punto forte di WaW, anche in virtù del lavoro fatto per Call of Duty 4. Giocare online è divertente e le dinamiche rodate, funzionano molto bene. È palese quanto, in questo senso, si sia voluti andare sul sicuro, senza rischiare nulla di nuovo tanto da far sembrare WaW un aggiornamento di Modern Warfare più che un sequel, anche sotto questo aspetto. Il risultato, comunque, è ottimo. Noi ci sentiamo di lodare Treyarch più per gli sforzi fatti per il coop, vero elemento “nuovo” della saga.
World at War riprende Call of Duty 3 con tutti i suoi pregi, amplificati dall'esperienza di CoD 4, ma anche con tutti i difetti del terzo episodio, forse il meno esaltante di tutta la serie. Certo è che Treyarch ha osato poco, non ha voluto strafare puntando su pochi elementi “forti” della saga e si è portata dietro i soliti problemi. Nel complesso, un titolo divertente e curato il giusto ma non esaltante, che non fa nulla per innovare una saga che ha bisogno di una boccata d’aria fresca e perde il confronto con tanti concorrenti diretti. Il voto è questo qui sotto, ma non consideratelo completamente “pieno”.