Capcom Beat 'Em Up Bundle - recensione
Ritorno al passato in 7 mosse.
Non serve una DeLorean con motore al plutonio per viaggiare nel tempo. A volte basta un download inferiore ad 1GB e ti ritrovi istantaneamente in una sala arcade di inizio anni '90. È polverosa, illuminata da neon claudicanti e l'odore di sigaretta impregna i poster ingialliti sulle pareti. Alla cassa un tizio con una visione particolare del concetto di igiene personale esprime la sua gioia per quel lavoro mal pagato con un gioviale "quanto te cambio?".
Cinque monete da 200 lire, un paio da 500 e si va. È appena arrivato il cabinato di un gioco che dicono sia fenomenale, tre personaggi massicci e sboroni, mosse marziali da paura... c'è anche la special del calcio rotante e un boss che sembra Hulk Hogan in versione rasta. Si chiama Final Fight.
Però dall'altro lato c'è una roba che sembra uscita da Dungeons & Dragons, con maghi, cavalieri, elfi e un drago finale alto quanto due palazzi. C'è sempre la fila però, forse è meglio riprovare Captain Commando, non riesco mai a finirlo però dicono che tra poco uscirà anche su Super Nintendo.
Se avete meno di 30 anni le righe che avete appena letto potrebbero suonarvi strane, forse deliranti. Ci dispiace, davvero. Siete giovani di belle speranze ma purtroppo non avete avuto la fortuna di vivere l'epoca d'oro delle sale giochi, quelle stanzone piene di grossi frigoriferi con schermi a tubo catodico farciti di pixel e frequentate da personaggi degni di un romanzo di Bukowski.
Non meno di 15 anni fa sparirono progressivamente a favore di tristissime sale bingo o peggio... demoniache sale slot. L'avvento delle console casalinghe di massa (leggi PlayStation) accelerò ulteriormente questo processo di dissolvimento, roba da fare invidia allo schiocco di dita di Thanos.
La vita però è fatta di cicli, lo sappiamo tutti, e le cose sono sempre destinate a tornare. È successo con i jeans "a zampa", con gli ABBA e con il vitello tonnato. La gara per la grafica più pompata in un videogioco è sempre aperta ma da qualche anno ormai stiamo assistendo ad un ritorno all'antico.
Il retro-gaming è iniziato come fenomeno circoscritto ai collezionisti per poi diffondersi anche alle generazioni più giovani. Le compagnie di sviluppo hanno sentito l'odore dei soldi e si sono date da fare per pubblicare una miriade di collezioni e raccolte di vecchi titoli capaci di far scendere la lacrimuccia anche ai quarantenni più navigati, ma al tempo stesso di far capire alle nuove leve che non si vive di sole secchiate di poligoni ed effetti speciali.
L'ultima in ordine di tempo arriva da Capcom, casa che più di altre ha deciso di rispolverare il suo retro-catalogo riportandolo in vita in tempi e forme diverse. Mentre tutti aspettiamo il remake di Resident Evil 2 e siamo rimasti sorpresi per la rinascita di Onimusha, ecco che la vecchia Capsule Computers mette in un succulento pacchetto ben 7 dei suoi più acclamati beat 'em up risalenti a una trentina di anni fa. Annunciata pochi giorni or sono durante l'ultimo Nintendo Direct, il Capcom Beat 'Em Up Bundle include cinque titoli storici e ben due inediti su console.
Final Fight, The King of Dragons, Knights of the Round, Captain Commando e Warriors of Fate non hanno bisogno di grandi presentazioni. Condividono un'impostazione pressoché identica, anche se giocandoli se ne percepisce chiaramente l'evoluzione maturata durante gli anni. Il gameplay è quanto di più semplice ed immediato si possa immaginare: buoni contro cattivi, che a seconda dello scenario possono essere una banda che ha preso il controllo della città, un'orda di mostri capeggiati da un drago mastodontico, un re malvagio chiamato Garibaldi (?!?) o una gang di super-criminali.
Poche mosse, due tasti per utilizzarle e una progressione guidata ma incredibilmente soddisfacente. Ogni gioco ha un cast composto come minimo da tre personaggi e qui si inizia a vedere la differenza tra i titoli in questione. I tre eroi di Final Fight hanno mosse stilisticamente diverse, ma i risultati che si ottengono utilizzandole sulle ossa dei nemici sono più o meno gli stessi, alla fine scegliere Guy, Cody o Haggar è unicamente una questione estetica.
Le cose si fanno differenti in The King of Dragons che presenta al giocatore ben cinque protagonisti fantasy che più classici non si può: Elfo, Stregone, Guerriero, Chierico e Nano. Oltre ad avere stili di combattimento piuttosto diversi, ognuno di essi progredisce in modo diverso nel corso del gioco, acquisendo spade più potenti, archi più veloci o incantesimi sempre più devastanti.
Il gioco ha uno svolgimento assolutamente lineare ma il modo in cui si affrontano i nemici cambia sensibilmente in base alla scelta iniziale... o al cambiamento di classe che è possibile operare in determinati punti dell'avventura. Knights of the Round (uscito pochi mesi dopo TKOD) i personaggi tornano ad essere tre - Artù, Lancillotto e Parsifal - ma si orientano tutti sul combattimento ravvicinato anche se con armi diverse.
In questo titolo sono state introdotte sezioni a cavallo che per certi versi ricordano alcune sequenze dell'immortale Golden Axe. Chiude questo primo quartetto Captain Commando, che porta lo stile Capcom direttamente tra le stelle e spinge decisamente sull'acceleratore. È un gioco più veloce degli altri e anche qui le differenze tra i quattro personaggi giocabili sono evidenziate da stili di lotta specifici e uccisioni "macabre" per ogni eroe. Warriors of Fate, infine, può essere considerato l'antenato della serie Dynasty Warriors... o Sengoku Basara, tanto per rimanere in casa Capcom.
Storia e ambientazione prendono spunto dal celebre romanzo storico cinese Romance of the Three Kingdoms, anche se l'edizione occidentale del gioco è stata modificata per venire maggiormente incontro ai gusti del pubblico occidentale. Il gameplay rimane più o meno lo stesso, con tre personaggi differenti dal punto di vista estetico ma simili nello stile di combattimento. Come in Knights of the Round brevi sezioni dei 9 livelli prevedono combattimenti a cavallo che conducono ai combattimenti con i Generali, boss dalle scontate capacità e potenze superiori alla media.
Per vedere qualcosa di diverso dobbiamo arrivare alla coppia di titoli meno conosciuti del pacchetto, nonché quelli più moderni visto che sono datati 1994 e 1997. Cinque anni possono sembrare pochi ma nel mondo dei videogiochi sono quasi un'era geologica e le differenze in termini di gameplay si fanno sentire. Armored Warriors salta subito all'occhio per la presenza di mech di vario genere che sostituiscono i classici eroi in carne ed ossa. I robot in questione possono utilizzare potenti armi secondarie e sfruttare le parti strappate ai nemici per ottenere bonus temporanei.
È inoltre possibile utilizzare potenti attacchi "tag", utili soprattutto durante le missioni a tempo. Armored Warriors ottenne un notevole successo in Giappone ma in occidente non venne mai importato ufficialmente... anche se qualche intraprendente gestore italiano ne intuì il potenziale e riuscì a piazzarne qualche pezzo nelle sale giochi nostrane.
Destino simile per Battle Circuit, ultimo titolo di questo Beat 'Em Up Bundle e forse il più coraggioso. La spina dorsale è la stessa, ma rispetto ai giochi visti finora troviamo un cast incredibilmente vario e fantasioso, tipico dei fumetti Made in USA, e divertenti elementi RPG. Questi consistono nella possibilità di potenziare i protagonisti alla fine di ogni livello tramite degli Upgrade Disk, da acquistare con il denaro accumulato giocando. Ogni potenziamento consiste in una mossa speciale da scatenare premendo una combinazione di tasti, cosa non facile data la frenesia del gameplay. Piccola curiosità, Battle Circuit fu l'ultimo gioco del suo genere ad essere sviluppato da Capcom per le sale arcade.
Una cosa che accomuna i titoli inclusi nella Capcom Beat 'Em Up Bundle è la scarsa longevità. A livello di difficoltà standard è possibile completare ogni avventura in un tempo variabile tra le due e le quattro ore. Va ricordato però che si tratta di titoli pensati per le sale giochi, quindi strutturati per essere goduti in tempi relativamente brevi e con un livello di difficoltà che nella seconda metà dell'avventura si innalza vertiginosamente.
Essendo 7 i giochi inclusi, il monte-ore totale è comunque alto e ad esso si aggiungono opzioni che permettono di modificare una serie parametri sia per il gioco in singolo che per il multiplayer locale/online. Potete rendervi la vita più semplice o difficile alzando in numero di "stelline", modificare i tempi di acquisizione delle vite bonus o eliminarle del tutto e anche eliminare i Continua dopo il Game Over.
È quasi superfluo sottolineare come ogni titolo della compilation guadagni punti se giocato in compagnia di qualche amico. Che si trovi seduto al vostro fianco o dall'altra parte del mondo, un eroe aggiuntivo rende le sfide nettamente più gustose. L'edizione Switch ha un vantaggio pressoché incolmabile rispetto alle altre piattaforme, rappresentato dalla possibilità di avere questa piccola sala giochi anche in versione portatile.
Occhio perché stiamo parlando di un prodotto che in situazioni critiche (leggi "seduti in bagno") rischia di provocare la famosa Sindrome della Ranocchia: ti siedi, accendi la console, le ore passano e quando provi a rialzarti finisci a baciare le piastrelle del pavimento.
Scherzi a parte, Capcom Beat 'Em Up Bundle è quella che molti definiscono, spesso in tono dispregiativo, un'operazione nostalgia... ma di quelle fatte bene. La quantità e qualità di contenuti è notevole e il prezzo richiesto è una volta tanto sorprendentemente basso. Al costo di una pizza e una birra vi porterete a casa una fetta di storia Capcom... e speriamo che questo sia solo l'inizio.