Captain Tsubasa: Rise of New Champions - recensione
Vai Marc!
Chi è stato bambino tra gli anni '80 e '90 ricorderà senz'altro Holly e Benji: Due Fuoriclasse, anime passato per anni e anni sulle emittenti televisive nazionali, che ha accompagnato infanzia e adolescenza di ben tre generazioni.
La produzione, adattata dall'originale giapponese Captain Tsubasa, ha avuto un successo planetario ma in particolare in Italia ha avuto un appeal eccezionale per via della nostra rinomata passione per il calcio. Captain Tsubasa però non è un semplice cartone animato sul calcio, è divenuto un fenomeno di culto: racconta il calcio e tutto quello che c'è dietro il mondo di un bambino che decide di avvicinarsi a questo sport (sogni, sacrifici, amicizie e prime rivalità competitive).
La cosa però che ha fatto diventare questo anime un prodotto cult è il racconto di un calcio con regole e paradigmi tutti suoi, spesso oltremodo fantasiosi e al limite del ridicolo. Come non citare campi di calcio infiniti da cui solo a metà campo s'iniziava a vedere la traversa, portieri che usavano i pali come trampolini, tiri da tigre che sfondavano muri e catapulte infernali?
Un anime così ha evidentemente avuto vita facile per l'adattamento videoludico, e infatti sono numerosi i giochi usciti sulle varie piattaforme nel corso delle generazioni, dedicati a Captain Tsubasa a partire dal NES fino ad arrivare a smartphone moderni. L'ultimo arrivato è Captain Tsubasa: Rise of the New Champions, che giunge su console current-gen e PC cavalcando l'onda del successo del recente remake (il terzo) dell'anime.
Il nuovo gioco di Captain Tsubasa offre diverse modalità di gioco e quella dedicata alla storia, denominata "Il Viaggio", si scinde sostanzialmente in due parti diverse. La prima riprende le vicende dell'anime facendoci rivivere le emozioni del torneo nazionale delle scuole medie. In questa modalità vestiremo i panni di Tsubasa nella squadra della sua scuola Nankatsu, ripercorrendo in maniera fedele gli eventi e le partite nello stesso ordine dell'anime originale del 1985.
Questa modalità è evidentemente dedicata ai fan più nostalgici e presenta alcune limitazioni, in quanto non potremo agire molto su formazioni, tattiche e gestione della squadra o sull'allenamento dei giocatori. Al centro ci sono le vicende accadute durante le partite e tra una partita e l'altra. Quindi ad esempio rivivremo tutti i numerosi infortuni di Tsubasa, gli attacchi di cuore in campo di Misagi (Julian Ross), l'irruzione di Jeff Turner negli spogliatoi della Touhou, l'esclusione dalla rosa della Touhou di Hyuga (Marc Lenders), anche se manca l'iconica scena in cui, forzato in panchina, prende il pallone e tira una cannonata al muro sfondandolo. Pure emozioni!
Questa modalità è abbastanza ardua perché il tutorial si fa strada con essa, quindi occorrerà arrivare all'incirca ai quarti di finale prima di dominare appieno il gameplay , e poi perché in alcune partite certe cose devono accadere per forza. Ad esempio, durante il match con i gemelli è inevitabile subire un gol su catapulta infernale.
La modalità New Hero, invece, ha un gameplay ben più profondo. Possiamo scegliere tra tre filoni di storie paralleli, ognuno con eventi unici e con twist differenti a seconda delle risposte che daremo durante i dialoghi. La storia che fa da base qui è un torneo tra nazionali giovanili ambientato però in America, non a Parigi.
Quindi incontreremo i vari campioni dell'anime come Schneider, Pierre, Paolo Belli o Ruben Pablo. Dal lato del gameplay, avremo inoltre più spazio di manovra potendo creare un alter ego personalizzabile che a seconda del rendimento in campo e delle carte , acquistabili coi punti guadagnati giocando, può migliorare le sue statistiche e acquisire nuove abilità aumentando l'affinità coi compagni di squadra. In questa modalità di storia ci saranno eventi inediti, non necessariamente fedeli all'anime o al manga.
Una volta in campo, passiamo al gameplay. Come ci si aspetterebbe siamo di fronte a un gioco arcade, non ad una simulazione calcistica. Quindi fisica, mosse e abilità dei giocatori non sono realistici ma vogliono emulare il mondo animato a cui si riferiscono. Durante le partite possiamo controllare un giocatore alla volta e cambiare in ogni momento, con gli altri 10 giocatori controllati dalla CPU, come in qualsiasi gioco di calcio.
Ogni giocatore ha una barra chiamata Spirito che si svuota eseguendo scatti o dribbling e si ricarica da sola col tempo. Sostanzialmente, per avanzare dovremo far girare la palla ed eseguire scatti o dribbling al momento giusto e senza abusarne, per poi caricare un tiro una volta arrivati al limite dell'area. Le stelle di ogni squadra hanno abilità specifiche, difensive, di controllo palla o di tiro con sequenze animate annesse.
In Captain Tsubasa, del resto, nessuno arriva davanti al portiere per segnare, bensì carica un tiro micidiale con le sue abilità speciali. Lo spazio di manovra è però risicato, in quanto per caricare un tiro speciale ci vuole qualche secondo ed i difensori sono aggressivi con spintoni e scivolate, e non ci sono falli!
Segnare con tiri normali è dunque praticamente impossibile: bisognerà piuttosto sfiancare i portieri con i super tiri (Tiro da Tigre, Tiro del Falco, Tiro ad Effetto ecc.) consumando la barra sopra di essi. Alcuni portieri, come Benji Price o Ed Warner, possono rispondere ai super tiri con le super parate, che scongiurano al 100 percento il gol sacrificando la barra V-Zone che deve essere completamente satura. Quest'ultima è unica per ogni squadra, si va riempiendo tirando, dribblando e rubando palla, e una volta attivata potenzia temporaneamente velocità, tiri e reattività difensiva di tutto il team. Il problema fondamentale del gameplay è che risulta a tratti frustrante: le mosse normali per avanzare sono veramente poche e se si consuma subito la barra spirito, è praticamente matematico perdere la palla a prescindere che si faccia o meno un buon gioco di squadra.
Oltre alla profonda modalità storia Il Viaggio, il gioco offre una galleria museo dove troveremo filmati tratti dall'anime in versione remake e una vasta sezione con le tracce della colonna sonora, elementi che si vanno sbloccando coi progressi nel gioco. C'è anche la possibilità di giocare partite versus sia in locale che online fino a quattro giocatori (1vs1 o 2vs2).
La modalità online è particolarmente interessante perché offre la possibilità di creare fino a cinque squadre con la possibilità di creare rose tra tutti i giocatori delle rose delle scuole e delle nazionali giovanili e personalizzare diversi aspetti del club come nome, maglia, stemma e tanto altro. Si possono giocare semplici amichevoli non classificate in stanze private o scalare la ladder in match classificati. Il matchmaking in questa fase pre-lancio è stato veloce e indolore e le partite prive di lag.
Passando all'aspetto tecnico, occorre lodare la qualità dei modelli dei giocatori durante le cut-scene in campo e tra le partite: sono eccezionali, generati in tempo reale, e riprendono in maniera fedele i disegni della serie originale dell'anime. Lo stesso non si può dire per i modelli dei giocatori e degli stadi durante le partite, che non sono affatto a livello di titoli come PES o FIFA. A discapito della qualità non eccellente, non abbiamo un frame-rate fluido: 60fps neanche a parlarne e sulla PS4 base su cui abbiamo effettuato il test, a volte ci è sembrato di scendere anche sotto i 30fps.
Alla luce di questa analisi, è giunta l'ora di tirare le somme. Captain Tsubasa: Rise of New Champions è il miglior gioco dedicato all'anime che tutti conosciamo? Possiamo dire sì e no. Con una riserva di potenza elaborativa e di spazio dati virtualmente illimitati, il team di sviluppo ha osato poco e poteva sicuramente fare molto di più.
Oltre alle performance non eccezionali, al gameplay a tratti frustrante, e alla qualità bassina dei modelli durante le partite, c'è la sensazione che manchi molto del fattore fan-service. Ad esempio avremmo gradito la possibilità di eseguire i super tiri da ogni parte del campo, magari anche porta a porta come accade nell'anime, con la possibilità di ribatterli con la stessa moneta, o di effettuare dei mini 1 vs. 1 a centrocampo tra capitani, come accade nel cartone animato. L'unica parvenza di tutto ciò pare invece stare nelle super parate e negli scontri aerei, in cui appare un'anonima barra in cui occorre premere all'impazzata dei tasti per vincere il contrasto.
Dal punto di vista della trama è sicuramente gradita la presenza di un filone narrativo tutto nuovo che copre i tornei nazionali con diversi sbocchi narrativi, arricchito con sequenze animate realizzate apposta per il gioco con lo stesso stile del remake dell'anime, ma la storia classica è troppo frettolosa e approssimativa: manca la possibilità di ripercorrere tutta la parte delle scuole elementari (è offerta solo in forma di filmati nella galleria), e anche il torneo delle medie risulta frammentario.
Si rimane inevitabilmente un po' delusi per la mancanza di alcune scene iconiche. Tanto per dirne una, quanto sarebbe stato bello giocare uno scenario in cui si gioca come Marc mentre si allena sulla spiaggia contro le onde insieme al mitico Jeff Turner(ma forse poi gli animalisti avrebbero avuto da obiettare nel colpire un'aquila con un pallone!)?
Alla luce di tutto ciò, consigliamo decisamente questo gioco agli appassionati di Captain Tsubasa (aka Holly & Benji): il gioco è eccezionale dal punto di vista della storia e delle cut-scene ed è davvero avvincente, ma rimane la sensazione che si sarebbe potuto fare di più. Per completare tutta la carriera serviranno più di 30 ore ed i fan avranno di che divertirsi. Questa longevità va ad ampliarsi con le sfide e i match online.
Captain Tsubasa: Rise of New Champions non sarà il gioco definitivo dedicato all'anime, ma non può mancare nella collezione di ogni fan.