CES 2014: le novità per il gaming - articolo
Computer indossabili, Steam Box e Playstation Now: viva Las Vegas!
Catalogare tutto ciò che viene presentato durante il CES sarebbe un po' come tentare di asciugare il mare con un phon, e sarebbe anche assurdo. Delle centinaia di telefoni, TV, macchine fotografiche, computer, braccialetti per il rilevamento biometrico, aspirapolvere col WiFi, auto che fanno il caffè e vibratori satellitari che compaiono nei giorni della fiera americana, alla fine pochi sono i prodotti che vanno oltre lo status di "gadget curioso" o di "semplice aggiornamento di tecnologie precedenti".
Nonostante i videogiochi non siano l'argomento principale della manifestazione, scorrendo la lunga lista delle presentazioni e dei comunicati stampa che intasano le nostre mail in questi giorni, si nota una maggiore centralità della nostra grande passione. Forse è soltanto un'impressione ma visti i continui tentativi di far convergere ogni tipo d'intrattenimento all'interno degli stessi dispositivi, e visto che siamo nel 2014 e parlare di "nicchia" per i videogiochi non ha più molto senso, probabilmente è un presentimento fondato.
D'altronde il CES è stata la sede scelta da Sony per presentare Playstation Now, il tanto atteso servizio di cloud gaming "made in Gaikai", che permetterà di giocare i vecchi titoli PS3 (e prossimamente PS4) su qualunque dispositivo che goda di una connessione a internet degna dei paesi che non sono l'Italia.
"Il CES è stata la sede scelta da Sony per presentare Playstation Now"
Potrebbe essere il colpo decisivo da parte di Sony per il predominio del salotto (e un buon modo per spingere il suo ramo dei televisori, che ultimamente langue) ma pensare che Microsoft rimanga a guardare e non tenti nei prossimi anni di lanciare un servizio analogo, vuol dire essere ingenui, anche se il divario da colmare non è poco.
L'idea è senza dubbio molto interessante ma chi vi scrive non vi nasconde un certo scetticismo. Il cloud gaming mi è sempre sembrato un po' come la macchina volante, una bellissima idea di difficile realizzazione in cui sono veramente tanti i fattori che possono funzionare male, trasformando il tutto in un fallimento. Come sempre, staremo a vedere.
Dal punto di vista del gaming, l'altro grande momento è stata la presentazione delle Steam Machine, che sembrano sempre più dei PC costosi su cui far girare titoli dal prezzo scontato. Avere un quadro chiaro di questo nuovo segmento è francamente difficile, al momento: i prezzi hanno una forbice che va dai 400 agli oltre 2000 euro, con configurazioni forse sopravvalutate.
"Molti si aspettavano dalle Steam Box una sorta di risposta del mondo PC alle console"
L'unica cosa certa è che molti si aspettavano dalle Steam Box una sorta di risposta del mondo PC alle console, delle scatole magiche che stessero a cavallo fra i due mondi, e invece per ora abbiamo di fronte oggetti più o meno belli, più o meno costosi, che compongono un'offerta molto frammentata, priva di standard e che non ci dice perché non dovremmo continuare a usare i nostri PC. Domanda ancor più lecita se si pensa che possiamo installare SteamOS sui nostri PC.
E l'altro grande pretendente al nostro tempo libero, il mobile gaming? Non è rimasto a guardare, anzi, il Tegra K1 di Nvidia sembra essere il candidato ideale per avvicinare il mondo dei videogiochi classici. Una rincorsa che probabilmente non avrà mai fine (perché per ogni superprocessore mobile nascerà sempre un processore PC ancora più potente), e che si gioca sul piano delle interfacce, che dovranno essere sempre più standardizzate e funzionali per evitarci lo strazio di giocare a titoli come GTA San Andreas usando i controlli touch. È inutile creare processori in grado di far girare l'Unreal Engine se poi gli unici titoli veramente interessanti su mobile sono quelli con giocabilità mordi e fuggi.
Per il resto, vale senza dubbio la pena di segnalare il primo passo di Razer nel settore del "wearable computing" con Nabu, un braccialetto che mescola la raccolta di dati biometrici con la possibilità di visualizzare notifiche dal vostro cellulare. Dotato di due schermi OLED, uno per le notifiche pubbliche, uno per dare informazioni soltanto a chi lo indossa, il Nabu garantisce una durata della batteria di circa una settimana e anche se, da bravi feticisti del gadget, non possiamo non essere interessati all'oggetto, ci sfugge il senso di questa mossa da parte di un marchio noto per le sue periferiche di alta qualità e non per i gadget estemporanei.
"Project Christine è un prototipo di computer facilmente aggiornabile, modulare e adeguatamente tamarro"
Ciò che invece sembra avere molto più senso, e possibilità di successo, è il Project Christine, un prototipo di computer facilmente aggiornabile, modulare e adeguatamente tamarro. Il concetto ruota attorno a una struttura fissa sulla quale è possibile collegare i moduli necessari come GPU, CPU e hard disk, cambiando di volta solo ciò di cui si ha bisogno, in maniera molto semplice e indipendentemente dal sistema operativo. Direte voi: cosa cambia rispetto a un PC assemblato? Che può aggiornarlo anche vostra nonna e, nonostante ci piacciano le cose complesse, quando si tratta di vendere, ciò che è facile è spesso la soluzione migliore.
Resta da vedere quanto sia fattibile ma di solito Razer è abbastanza pazza da lanciarsi in questi progetti non appena scorge il minimo interesse. E se ha realizzato quel super portatile costosissimo che prende il nome di Razer Edge, una volta chiamato Project Fiona, non vediamo perché non dovrebbe provarci anche con Christine.
Per concludere, buone notizie dal fronte Oculus Rift, che ha mostrato Crystal Cove, un nuovo prototipo dotato di schermi OLED, che sembra aver risolto il problema della nausea generata in alcuni utenti (chi vi scrive era uno dei fortunati a non esserne affetto), grazie a un nuovo sistema che evita di intasare il cervello di informazioni visive.
"Oculus Rift ha mostrato Crystal Cove, un nuovo prototipo dotato di schermi OLED"
Particolarmente interessante è anche l'aggiunta di sensori di posizione a infrarossi che permettono di rivelare la posizione della testa nello spazio. In questo modo se vi chinate, vi chinerete anche nel mondo virtuale di fronte ai vostri occhi, e lo stesso vale se volete sbirciare dietro a un muro.
Un altro passo avanti dunque per un oggetto su quale si stanno concentrando aspettative altissime, il che non è mai un bene, che potrebbe fallire miseramente se non supportato a dovere o diventare quella spinta innovativa di cui tutto il settore sembra avere un disperato bisogno.