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Child of Eden

La sinestesia perfetta.

Ora che vi abbiamo descritto i controlli passiamo a parlare del gioco vero e proprio. Cos'è esattamente Child of Eden? In pratica ci troviamo di fronte a un'ipnotica commistione di generi, dove le dinamiche degli sparatutto su binari si uniscono alla precisione ritmica dei titoli musicali, con risultati a dir poco eccezionali.

La base di tutto, esattamente come accadeva in REZ, è quella dello sparatutto, dov'è necessario distruggere il maggior numero possibile di nemici per purificare i cinque livelli presenti nel disco. La cosa interessante è che, sparando con la modalità lock-on a tempo di musica, si ottengono più punti aumentando la percentuale di successo.

Tutto questo funziona alla grande quando si utilizza il Kinect, visto che sotto un certo punto di vista ci si sente quasi padroni della meravigliosa musica di accompagnamento. L'illusione del controllo sulla colonna sonora è resa alla perfezione dai molteplici suoni che ogni singolo attacco è in grado di produrre, trasformando immediatamente il giocatore in una sorta di direttore d'orchestra impegnato a domare milioni di poligoni urlanti e colorati. In poche parole, un sogno incredibile.

Il problema più grande di questo "titolo" è la ridotta longevità garantita dalle cinque ambientazioni. Finché non si raggiunge la fine dell'esperienza (operazione che può richiedere poco più di un'oretta) il coinvolgimento è massimo, soprattutto grazie alla grandissima varietà di stili di ogni singolo livello e alla magnificenza degli scontri con i boss finali (gli unici a richiedere un approccio strategico ben preciso).

Una volta completate le varie zone la longevità diventa strettamente legata alle esigenze dei singoli giocatori. Se vi piacciono le esperienze multisensoriali e amate perdervi in brevi viaggi psichedelici fra luci, suoni e splendide musiche, ripeterete più volte l'esperienza anche solo per il solo piacere di farlo, opportunamente supportati dalla presenza di numerosi contenuti da sbloccare partita dopo partita.

Fra bozzetti preparatori, livelli di difficoltà extra, video musicali (intriganti!) e via dicendo, di motivi per continuare a giocare ce ne sono davvero molti, ma è comunque vero che l'esperienza è e rimane sempre la stessa. Di sicuro qualche livello in più non avrebbe fatto male a Child of Eden, ma in ogni caso l'ottimo lavoro tecnico-artistico svolto dal team di Mizuguchi non può che essere apprezzato.

Se amate il genere degli sparatutto musicali psichedelici (o, più semplicemente, se avete apprezzato REZ), troverete in Child of Eden un'esperienza surreale e incredibilmente avvolgente, meritevole di essere acquistata e coccolata. In caso contrario, il rapporto prezzo/durata non certo favorevole potrebbe spingervi ad attendere qualche mese per un eventuale calo di prezzo.

8 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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Child of Eden

PS3, Xbox 360

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