Chronos: Before the Ashes - recensione
Un prequel diverso dal solito, forse troppo!
Remnant: From the Ashes ha festeggiato proprio in questi giorni il superamento di un traguardo importantissimo di cui pochi titoli possono fregiarsi: 2.5 milioni di copie vendute. Come sottolineammo nella nostra recensione un anno abbondante fa, il gioco di Gunfire Games è stato una delle sorprese più piacevoli dello scorso anno. Il successo crescente ha convinto gli sviluppatori texani, che hanno al loro attivo anche il terzo capitolo di Darksiders, a darsi da fare per dare un seguito a quel piccolo capolavoro.
Un seguito che in realtà è un prequel, mutuato da un single-player RPG sviluppato da Gunfire e pubblicato quattro anni fa per Oculus. Da quel progetto Chronos: Before the Ashes ha ereditato la meccanica di gameplay principale e più interessante, di cui parleremo a breve, ma purtroppo anche tutte le spigolosità.
Chronos era un gioco particolare, con una visuale in terza persona e inquadrature fisse. Ricordava da vicino Theseus, titolo dalla grande atmosfera sviluppato appositamente per la realtà virtuale. Before the Ashes è fondamentalmente lo stesso gioco visto su VR con visuale passata dietro alle spalle e telecamere libere... ma la transizione non è andata esattamente liscia.
Fin dai primi passi nel mondo di Chronos è chiaro che c'è "qualcosa che non va". I movimenti del/della protagonista sono esageratamente lenti, le animazioni legnose e la risposta ai comandi soffre di un fastidioso lag che rende i combattimenti tutt'altro che dinamici e divertenti. In più si nota spesso un riciclo di assets che rende le prime location tutte identiche e di difficile navigazione. Tutto questo riconduce appunto al tipico stile dei giochi VR (di medio o basso livello), nei quali è necessario concedere al giocatore una mobilità limitata, non è necessario un dettaglio grafico particolarmente alto e la risposta ai comandi non propriamente fulminea non è un difetto grave come nei giochi "normali".
Ciò che Gunfire voleva creare riplasmando l'esperienza originale era un Action-RPG dal gameplay classico, contraddistinto da un sistema di combattimento estremamente immediato e un'esplorazione degli scenari dal ritmo moderato. In questo senso il compito è stato svolto abbastanza bene ma qui siamo di fronte ad un titolo che verrà inevitabilmente paragonato con Remnant: From the Ashes, gioco che faceva della velocità e intensità degli scontri un punto di forza.
È inevitabile che da questa sfida il buon Chronos esca con le ossa rotte ed è un peccato perché qualche merito ce l'ha anche lui. L'immaginario creato da Gunfire seppur non originalissimo è abbastanza affascinante e alcune delle creature che si incontrano durante l'avventura hanno un design molto interessante. C'è poi da spiegare quella meccanica a cui accennavamo prima, che purtroppo rappresenta un piccolo diamante incastonato in un prodotto mediocre.
Pur non essendo un Souls-like, come la selezione iniziale del livello di difficoltà dimostra, Chronos: Before the Ashes è un gioco discretamente impegnativo. Vi capiterà spesso di morire, purtroppo non sempre per colpa vostra, ed ogni volta che questo accadrà il vostro personaggio invecchierà di un anno. Ripartirete dall'ultimo checkpoint mantenendo inalterate le vostre abilità e i potenziamenti acquisiti, con tutti i mostri uccisi in precedenza che torneranno puntualmente al loro posto.
Le prime volte non noterete particolari cambiamenti ma passando dalla giovinezza alla maturità e infine alla vecchiaia le vostre attitudini in combattimento cambieranno. Se durante la gioventù, tra i 20 e i 40 anni circa diciamo, saranno potenza e velocità a darvi le maggiori possibilità di vittoria, dopo i 50 queste lasceranno il passo a poteri magici elementali. Tale feature va tenuta in conto quando ad ogni passaggio di livello dovrete potenziare almeno due delle caratteristiche di base. Privilegiando unicamente potenza e velocità vi troverete con dei vantaggi all'inizio, ma invecchiando questi verranno meno e rimpiangerete di non aver aumentato il valore del potere arcano.
Non finisce qui. Ogni volta che supererete un numero di anni pari alle decine (20, 30, 40 e così via) vi verrà data la possibilità di potenziare un'abilità specifica scegliendo tra tre. Queste meccaniche sopperiscono in maniera originale all'impossibilità di personalizzare il personaggio iniziale nel corso dell'avventura e alla mancanza di un vero e proprio loot nel gioco. Le armi sono poche e possono essere potenziate in modo basilare, così come le quattro caratteristiche di base. Nonostante questo alla fine ci si ritrova con un eroe/eroina discretamente caratterizzato non tanto esteticamente quanto nelle sue attitudini sul campo.
Non esiste la possibilità di specializzarsi in qualcosa ma la discreta varietà di nemici che incontrerete vi costringerà ad adottare strategie leggermente diverse in base alla situazione. Con alcuni, pochi a dire la verità, potrete essere più spavaldi e tentare l'approccio diretto. Altri richiederanno schivate laterali per raggiungere il loro punto debole o una parata al momento giusto per aprire la guardia. Altri ancora vi bersaglieranno dalla distanza quindi dovrete tentare un modo alternativo per raggiungerli e colpirli. Un discorso a parte meritano i boss. Prima di poter arrivare al nemico finale dovrete affrontare una manciata di Guardiani che oltre ad essere mediamente MOLTO più grandi di voi hanno davvero pochi punti deboli.
Abbiamo giocato Chronos: Before the Ashes in retro-compatibilità su PlayStation 5. Il gioco non ha mostrato tentennamenti in termini di fluidità ma purtroppo graficamente i problemi non sono mancati. Non essendo ottimizzato per la nuova console Sony sono saltate subito all'occhio alcune distonie cromatiche, una palette di colori troppo tendente al chiaro, un pesante aliasing in determinate ambientazioni e frequenti fenomeni di pop-up. Ci auguriamo che successivamente all'uscita venga rilasciato un aggiornamento in grado di risistemare un po' la situazione.