Citizen Sleeper Recensione, un sorprendente RPG cyberpunk oscuro e spietato
Una peculiare avventura testuale a bordo della stazione spaziale Erlin's Eye.
Avventurarsi nei territori del cyberpunk è un processo decisamente rischioso, dato che trattandosi di un genere estremamente codificato, il pericolo di lasciarsi andare a qualche cliché di troppo è sempre dietro l’angolo. E sotto il profilo videoludico, viste anche le disavventure del tribolato titolo sviluppato da CD Projekt Red, l’azzardo è ancora maggiore, a meno di non avere ben chiaro come e cosa si voglia portare sullo schermo.
Fortunatamente è questo il caso di Citizen Sleeper, nuovo titolo di Jump Over the Age (ovvero il singolo sviluppatore Gareth Damian Martin), che grazie ad un eccellente lavoro di scrittura, unito ad un insieme di regole ludiche semplici ma tutt’altro che scontate e banali, riesce a tratteggiare un’esperienza cupa e brutale. Un mondo, quello della produzione in questione, che sotto l’immaginario futuro celato dietro le luci al neon e ad una tecnologia avanzata e decadente, assume quasi i contorni di una sorta di allegoria del moderno capitalismo, un universo in cui il profitto finisce per calpestare ogni elemento sociale ed umano.
Citizen Sleeper è un titolo maturo e complesso, sicuramente non adatto a tutti i palati, vista la sua particolare indole videoludica, che tra corposi muri di testo (rigorosamente in sola lingua inglese) ed un gameplay sicuramente minimal, per quanto molto strategico, potrebbe finire per scoraggiare una consistente fetta di pubblico. Che finirebbe, però, per perdersi una delle produzioni più interessanti uscite in questo scoppiettante 2022.
Nel gioco vestiremo i panni di uno Sleeper, un involucro umanoide al cui interno è stata impiantata la copia artificiale di una coscienza umana vera e propria, venduta dal proprietario in carne ed ossa (ovviamente in cambio di denaro sonante) alla corporazione Essen-Arp. Una volta scelta la nostra classe di appartenenza, tra le tre disponibili e che differiscono tra di loro per una manciata di statistiche, ci risveglieremo a bordo della fatiscente stazione spaziale di Erlin’s Eye (meglio conosciuta come The Eye).
Spaesati e assillati da un’eco di memorie lontane e confuse, verremo accolti bruscamente da uno degli abitanti del luogo, che ci introdurrà alla vita a bordo della struttura: banalmente il nostro compito sarà quello di lavorare e sopravvivere, così da poter guadagnare il denaro (Cryo) necessario al sostentamento del nostro corpo meccanico. Niente di epocale, che già non accada nella nostra effettiva quotidianità, non fosse che l’involucro in questione, per evitare la fuga degli Sleeper, sia vittima di un’obsolescenza programmata imposta dalla stessa Essen-Arp.
Oltre che reperire sufficienti crediti per racimolare qualche razione di cibo, pertanto, dovremo ben presto preoccuparci di mettere le mani su dei particolari stabilizzatori iniettabili, così da prolungare la nostra esistenza. Come criceti in una gigantesca e futuristica ruota, vedremo le nostre giornate (o Cicli, come vengono chiamate nel gioco) scandite da svariati compiti tra cui scegliere, mentre il mondo attorno a noi inizierà ad intrecciare le sue trame con il nostro passato ed il nostro presente.
Sorretta da una narrazione di ottimo livello, ricca di sfaccettature e personaggi ben tratteggiati, l’avventura vissuta in Citizen Sleeper non mancherà di sollevare più di un interrogativo nel giocatore, che si troverà ben presto ad empatizzare in modo assai marcato con il proprio personaggio. Tra spunti filosofici che strizzano in più di un’occasione l’occhio a quanto vissuto nell’ottimo SOMA, cospirazioni corporative, cacciatori di taglie in pieno stile Blade Runner e momenti tipicamente slice of life, sarà davvero molto semplice lasciarsi travolgere dal mondo tratteggiato da Gareth Damian Martin, che pur essendo fortemente riconoscibile non mancherà di presentare una propria, peculiare identità.
Un’esperienza decisamente non lineare, quella di Citizen Sleeper, in cui è lasciata ampia libertà di scelta al giocatore, che proprio per la natura intrinseca dello Sleeper potrà decidere di volta in volta quali task preferire. Un elemento, questo, che unito ai dialoghi spesso a scelta multipla, che andranno ad avere un impatto tangibile sul proseguo delle vicende, garantisce al tutto una buonissima dose di rigiocabilità. Le vicende, comunque, non saranno influenzate unicamente dalla volontà del player, dato che Citizen Sleeper mette sul piatto anche una corposa dose di aleatorietà, che va ad impattare sui momenti puramente più ruolistici dell’esperienza.
Se è vero che la parte narrativa è estremamente in linea con il corso inaugurato dal celebrato Disco Elysium, grazie ad un’importante mole testuale, non mancheranno anche situazioni in cui il gameplay si avvicina in modo consistente alle esperienze ruolistiche cartacee: all’inizio di ogni ciclo il gioco ci assegnerà dei dadi, il cui valore sarà determinato casualmente, mentre il loro numero varierà a seconda delle nostre condizioni fisiche (da un minimo di 1 ad un massimo di 5).
Ne potremo impiegare uno a nostra scelta per ciascuna attività che decideremo di svolgere ed il loro valore andrà ad incrementare o diminuire le nostre probabilità di successo, ovviamente anche grazie ai vari modificatori garantiti dai nostri tratti peculiari. Se è vero che, a patto di avere sbloccato una particolare skill, dovremo sottostare al fattore caso, va anche sottolineato come il titolo ci lasci margini anche per far fruttare degli sfortunati risultati pari a 1 o 2.
Questi ultimi, in moltissimi casi, potranno essere utilizzati all’interno del cyberspazio per hackerare peculiari nodi, indispensabili sia per avanzare in alcune quest che per recuperare preziosi oggetti in grado di fruttarci qualche Cryo. Sebbene, come nel titolo ZA/UM, l’azione sia del tutto assente, una volta entrati nel mood della produzione e capite le meccaniche base, questo flow che alterna momenti survival, dilatazioni narrative e piccoli momenti gestionali (in fatto di tempo), renderà davvero difficile staccarsi dal nostro Sleeper.
Questo senso di affezione nei confronti del gioco, oltre che dall’intrigante e riuscito mix di meccaniche, è acuito anche da una direzione artistica che, per quanto molto essenziale, riesce a caratterizzare in modo efficace il decadente e disperato microcosmo della Erlin’s Eye. Alla visuale a volo d’uccello della stazione spaziale, caratterizzata da piccole animazioni in grado di renderla più viva di quanto questa prospettiva distaccata possa lasciar intuire, si accompagnano le pregevoli illustrazioni di Guillaume Singelin.
A metà strada tra lo stile fumettistico transalpino e le suggestioni care a Masamune Shirow, questi piccoli ritratti hanno il pregio di trasmettere con semplicità il carattere dei personaggi con cui ci troveremo ad interagire nel corso del gioco. Pregevole anche la colonna sonora orchestrata da Amos Roddy, delicata e sempre puntuale, senza risultare mai invasiva, che con le sue partiture che a tratti ricordano le atmosfere eteree degli Air ed il lavoro svolto da Michael McCann nei recenti Deus Ex, fornisce un ulteriore boost all’esperienza generale.
A voler proprio essere pignoli si potrebbe avere qualcosa da ridire sull’ottimizzazione dei controlli lato Nintendo Switch (la versione da noi testata), non sempre precisissimi, oltre che sulla grandezza del font utilizzato che, essendo davvero minuscolo, rende ostica la fruizione in mobilità (a patto di non avere una vista impeccabile). Siamo comunque davvero nell’ordine di piccolezze.
A metà strada tra ruolistico cartaceo, librogame e visual novel, Citizen Sleeper ha l’innegabile pregio di riuscire a mettere in piedi un’esperienza cyberpunk assai trasversale e decisamente ben costruita. Sorretta da una narrazione impeccabile e ricca di spunti interessanti e mai banali, la produzione Jump Over the Age ci immerge in un mondo oscuro e spietato, in cui il valore della vita e della coscienza viene quotidianamente messo in discussione, sacrificato sull’altare del profitto e dell’efficienza a tutti i costi.
Intelligente come scrittura e caratterizzato da un gameplay minimale ma mai banale e scontato, Citizen Sleeper è un titolo sicuramente ben orchestrato e realizzato, oltre che decisamente coraggioso. Questa sua spregiudicatezza, però, unità anche alla mancanza di una localizzazione in lingua nostrana, potrebbe scoraggiare una buona parte di coloro che sono in cerca di un’esperienza sicuramente più dinamica.
Dal canto nostro, comunque, non possiamo fare altro che spingervi a dargli una robusta chance, soprattutto se siete in cerca di un titolo maturo e complesso.