Clash of the Titans
Gioco di mani, gioco da Titani.
Si inizia con la spada regalataci dalla madre adottiva per finire con un arsenale di ben 80 armi, tutte guadagnate sul campo e tutte potenziabili tramite il confusionario menu di gioco. Oltre ai canonici attacchi avremo infatti la possibilità di eseguire svariati colpi tramite le armi secondarie, equipaggiabili in gruppi da quattro e a portata di pad tramite croce direzionale.
La mappatura dei tasti è comoda e nei primi scontri non si fa fatica a passare agevolmente da un’arma all’altra. Il problema è che con il variare dei nemici, si deve sempre più spesso passare dall’apposito menu e assegnare a ciascuna arma uno dei quattro slot disponibili. Tale procedura è macchinosa, lenta e spesso incomprensibile. Sarà possibile sconfiggere determinati avversari solo dopo essersi equipaggiati con specifiche armi, ma nulla vi indicherà quali di queste dovrete impiegare. Ciò significa che spesso e volentieri vi ritroverete ad andare per tentativi sperando di beccare la tecnica e lo strumento giusto.
Le armi secondarie, inoltre, non possono essere utilizzate da subito, ma solo dopo aver riempito l’apposita barra delle anime. Come si ottengono le anime? Sconfiggendo i nemici, naturalmente. Il problema allora è: come faccio a sconfiggere i nemici se non posso utilizzare la sola arma che può eliminarli e che può consentirmi di riempire la suddetta barra? Bel problema.
Gli scontri con i Boss non sono poi particolarmente impegnativi, ma prima di lanciarsi in azione è comunque consigliabile aggiornare tutte le armi e salvare nel punto più vicino. A proposito di salvataggi: essi sono deputati ad un gufo meccanico, tanto inquietante quanto ridicolo.
Per il resto, gli scontri con i colossali bestioni seguono pattern più o meno identici e non dovrebbero crearvi grossi problemi se non l’estenuante lentezza con cui solitamente procedono. Non si tratta di una vera sfida, ma solo di una incomprensibile dilatazione del tempo atta unicamente a sfiancare il giocatore. Schiva, rotola e colpisci. E ancora: schiva, rotola e colpisci. Ab Aeternum…
Mediocre il comparto tecnico. Le cutscene, girate con il motore grafico del gioco, sembrano l’opera di un neofita di machinima. I personaggi parlano come se stessero presenziando a quei testa a testa politici, in cui ogni candidato ha un tempo limite a sua disposizione. Si attende l’inquadratura, si recita il copione, e si attende la replica del proprio interlocutore, con uno stacco netto di tre secondi buoni tra una battuta e la successiva.
In conclusione, quand’anche foste dei fan della pellicola (qualcuno mi dia delle valide ragioni che rendano plausibile tale ipotesi) il nostro consiglio è quello di lasciare a scaffale la sua versione videoludica. C’è solo una cosa epica in tutto il gioco: la mestizia che inevitabilmente sopraggiungerà a seguito dei titoli di coda.