Cocos: Shark Island, Atomic Ghost Fleet, David Attenborough's First Life VR - recensione
Alla scoperta degli abissi con PlayStation VR.
Il problema, allo stato attuale dei fatti, è lo stesso denunciato, poche settimane fa con Virry VR, altro documentario del domani, nonché ulteriore tassello di una realtà virtuale ossessivamente alla ricerca di una propria identità che, certamente, travalicherà e si estenderà ben oltre la sola e semplice fruizione videoludica.
Il terzetto di esperienze prodotte da Alchemy VR hanno un minimo comune denominatore: l'oceano. Si tratta, in soldoni, di video della durata di un quarto d'ora ciascuno, incentrati su argomenti specifici che immergono letteralmente l'utente in ambientazioni sottomarine. L'intento, sottolineato dalla voce fuori campo che commenterà l'azione e snocciolerà interessanti nozioni in materia, è chiaramente e puramente didattico.
Cocos: Shark Island, come facilmente ipotizzabile, vi condurrà in un vero e proprio paradiso terrestre, nell'omonima isola al largo della Costa Rica che l'indimenticabile Jacques Cousteau definì, senza mezzi termini, la più bella al mondo. Il filmato, girato avvalendosi di un avveniristico batiscafo, naturalmente munito di telecamera in grado di riprendere a trecentosessanta gradi, mostra suggestive riprese della ricca fauna marina che popola il fondale sabbioso e gli scogli che circondano l'isola, prima di concludersi con una sequenza piuttosto impattante, per non dire vagamente terrificante, di un nutrito branco di squali che, con il favore delle tenebre, si organizza in una vera e propria battuta di caccia ai danni dei pesci che cercano riparo tra anfratti e insenature.
La scena è di per sé suggestiva ma mette in risalto quelli che sono i due più grandi difetti del prodotto. Da un lato,la già rivedibile qualità video, contrappasso da scontare per contenere il più possibile le dimensioni del software, proprio a causa della scarsa luce, subisce un ulteriore peggioramento. Dall'altro si lamenta la totale assenza di una regia degna di questo nome, coil risultato che le riprese, quando non tradiscono un'eccessiva staticità, non riescono a mostrare chiaramente ciò che sta accadendo.
Ben più ambizioso, anche in termini nozionistici, Atomic Ghost Fleet. Il documentario alterna video risalenti agli Anni '40 a riprese contemporanee, ovviamente a trecentosessanta gradi, nel tentativo di ricostruire gli eventi legati all'operazione Crossroads, test effettuato dagli Stati Uniti D'America, nell'Atollo di Bikini, per comprovare gli effetti della bomba atomica. Gli esperimenti coinvolsero un gran numero di vascelli e imbarcazioni da guerra ormai destinate alla rottamazione ed è proprio tra i relitti di queste navi che si concentrano gran parte delle riprese.
Nonostante anche in questo caso la bassa risoluzione sporchi l'immagine, complici i giganteschi carapaci metallici appoggiati sul fondale marino e una regia sicuramente più accorta, l'impatto di questa produzione è notevolmente maggiore. Pesa maggiormente l'assenza dei sottotitoli, visto che la voce narrante è esclusivamente in inglese, ma laddove non arriva l'eventuale comprensione dell'utente non anglofono, ci pensano le immagini a scaturire quel "sense of wonder" che solo la realtà virtuale è in grado di veicolare.
David Attenborough's First Life VR, dal canto suo, è l'unico del terzetto che fa a meno di filmati in live action e propone una ricostruzione in computer grafica incentrata sulla nascita e sviluppo della vita sul nostro pianeta. Si tratta, in soldoni, di un viaggio nel tempo attraverso milioni di anni, che vi accompagnerà dalla comparsa della prima cellula nei mari di una Terra primordiale, sino all'evoluzione in forme di vita ben più complesse, un attimo prima che avvenisse la conquista della terraferma. Tra tutti, è ovviamente il documentario più coinvolgente e appassionante, l'unico che, per forza di cose, si avvale di una regia briosa e d'impatto. Anche la qualità video è nettamente superiore.
Tutti e tre i documentari, insomma, oltre ad essere accomunati dall'habitat di riferimento, l'oceano per l'appunto, fanno a meno dell'interazione rendendo l'utente a tutti gli effetti un mero spettatore alla stregua di un qualsiasi show televisivo.
Cocos: Shark Island, Atomic Ghost Fleet e David Attenborough's First Life VR, come si diceva in apertura, purtroppo soffrono dello stesso problema di Virry VR: a discapito di un'idea progettuale potenzialmente vincente e interessante, offrono fin troppo poco nonostante il prezzo vantaggiosissimo con cui si propongono su PSN. Ogni documentario costa 4,99 euro, mentre il pacchetto completo richiede l'esborso di 15 euro, un prezzo tutto sommato contenuto che tuttavia risulta sproporzionato considerando che i video durano un quarto d'ora ciascuno.
La realtà virtuale targata Sony sta tentando in tutti i modi di offrire qualcosa di unico e specifico. Le linee guida ci sono ma manca la sostanza. Questi documentari del futuro, considerando anche Virry VR, hanno tanto potenziale finora largamente inespresso. Perché, del resto, acquistare uno di questi tre prodotti, quando non è affatto difficile imbattersi in produzioni ben più ricche, sia da un punto di vista meramente quantitativo, che da quello qualitativo, pur dovendo rinunciare agli indiscutibili vantaggi della realtà virtuale?
Cocos: Shark Island, Atomic Ghost Fleet e David Attenborough's First Life VR sono insomma destinati ad essere un piacevole capriccio di chi ha investito tanto in un PlayStation VR e vuole vederne i frutti. Per il tempo che durano si avrà la netta sensazione di avere uno sguardo privilegiato sul futuro ma, purtroppo, l'esperienza dura davvero fin troppo poco.