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Commodore LEO - recensione

Dopo il PET, ecco lo smartphone entry level di Commodore.

Sembra ieri e invece è già passato un annetto dalla nostra recensione del PET, lo smartphone che riportava il marchio Commodore sugli scaffali dopo anni di assenza, anche se in un settore merceologico completamente diverso da quello degli home computer in cui l'azienda americana aveva fatto la storia, nel bene e nel male, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Novanta.

Un gruppetto d'intrepidi imprenditori italiani aveva pensato di riesumare il marchio dalle sue ceneri e anche se non si tratta della stessa azienda, lo scopo messo in evidenza col PET era quello di riproporre un brand dal potenziale nostalgico pazzesco, soprattutto per i quaranta-cinquantenni come il sottoscritto, cresciuti a pane e Commodore 16/64/Amiga.

Evidentemente il primo esperimento non deve essere andato poi così male se a stretto giro di posta è arrivato un nuovo modello. Il LEO, questo il nuovo nome del dispositivo di Commodore, parte da un presupposto commerciale diverso da quello del PET. È un prodotto di fascia leggermente più bassa, intorno a 250 euro, aspetto confermato dalle caratteristiche tecniche che vedono schermo e prestazioni leggermente inferiori. Siamo di fronte a uno smartphone da cinque pollici, dotato di una CPU meno performante, ma comunque un prodotto pensato per soddisfare le esigenze di un pubblico che esige prestazioni di fascia media.

Il nostro unboxing del Commodore LEO, che si rivela meno potente ma più economico e più rifinito del PET sul fronte dei materiali.Guarda su YouTube

L'unboxing che trovate qui sotto mostra chiaramente le sue caratteristiche in termini di forma e di materiali. Da questo punto di vista il LEO ci è piaciuto molto e si conferma uno smartphone accattivante grazie a una forma alla iPhone abbastanza pronunciata. Non ci sono molti fronzoli oltre allo slot per la SIM/microSD, quello di ricarica mini-USB, la presa delle cuffie e il tasto del volume e accensione.

L'aspetto è veramente molto gradevole grazie a due fattori: la cornice argentea che in concomitanza con le lettere stampate nella parte posteriore dà un tocco molto raffinato al dispositivo. E sempre nella parte posteriore, la superficie ha un feeling molto "vetroso" a conferma dell'utilizzo di materiali di ottima qualità, usati in concomitanza con un assemblaggio altrettanto valido.

Lo smartphone è un pezzo unico privo di aperture per la batteria di qualsiasi genere e questo va vantaggio di una rigidezza assoluta del telaio, che si riflette in un'ottima sensazione di solidità complessiva. Lo slot laterale ha una doppia funzione: quella di ospitare una o due SIM in simultanea oppure una SIM e una microSD per aumentare le dimensioni dello storage fino a 64GB.

Linee pulite e un look alla vista e al tatto d'ispirazione Apple. Ecco il LEO di Commodore.

All'accensione abbiamo trovato installato un sistema operativo Android Lollipop 5.1 assolutamente standard e questo un po' ci è spiaciuto: come avevamo avuto modo di dire in occasione della recensione del PET, un sistema operativo Android mascherato da Amiga OS a livello di icone, magari modernizzato nel design per farsi apprezzare anche da chi ignori l'eredità Commodore, avrebbe contribuito a dare maggiore personalità al prodotto. Sono spariti anche gli emulatori C64 e Amiga preinstallati, anche se ci abbiamo messo un attimo a scaricarli dal Playstore. Il che è una chiara indicazione di come stavolta tutta l'attenzione del produttore sia stata concentrata sul design dello smartphone più che sui contenuti software.

L'uso è in ogni caso gradevole: il telefono risponde bene nel passaggio da un'applicazione all'altra e anche la navigazione è eccellente sia con il browser integrato, sia installando Google Chrome. Il processore installato è il MediaTek MT6735 quad-core da 64-bit, piuttosto popolare in molti modelli di questa fascia di prezzo ,così come i 2GB di memoria installati affiancati ai 16 GB di storage disponibili, che tramite microSD possono arrivare fino a 64 GB.

Abbiamo scaricato varie app e anche qualche vecchia gloria dell'emulazione per il gioco come Bubble Bobble per C64 e Forgotten Worlds per Amiga, riuscendo a giocare senza problemi. Lo schermo, brillante e definito, anche grazie a un bell'effetto borderless nella parte laterale, ha una resa un filo inferiore rispetto a quello del PET in virtù delle dimensioni ridotte, ma è comunque luminoso e di buona qualità.

Il comparto audio/video è buono ma ci ha sorpreso la mancanza di un paio di cuffie all'interno della confezione, anche perché siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla pulizia della resa audio. Collegando un paio di auricolari standard Samsung abbiamo notato una riproduzione decisamente equilibrata negli alti, medi e bassi, che in dispositivi di questa fascia non è sempre presente. Valide sono anche le fotocamere: quella posteriore da 16 megapixel è in grado di scattare foto e girare video di ottima qualità, quella anteriore da 8 megapixel è più che sufficiente per ogni genere di selfie e videochiamata tramite Skype. Molto buona è anche la ricezione della radio FM integrata, che pero richiede un paio di cuffie per funzionare correttamente, come avviene per ogni altro modello simile.

Nell'uso quotidiano la batteria da 2200 milliampere integrata non ci ha deluso: abbiamo alternato giorni di scarso utilizzo a giornate di uso moderato e molto intenso mescolando navigazione, telefonate e riproduzione di audio e video. Nell'ultimo caso una volta siamo stati costretti a ricorrere a una ricarica verso la tarda serata, ma possiamo confermare che con un utilizzo normale, la classica giornata di lavoro è garantita alla maggioranza degli utenti. Molto buona anche la gestione del GPS.

La parte retrostante integra la videocamera, da 16 megapixel, veramente ottima.

Abbiamo usato per un paio di settimane questo Commodore LEO è possiamo dire che si tratta di un valido smartphone, leggermente inferiore ad alcuni modelli della concorrenza per quanto concerne alcune specifiche tecniche, in particolare la RAM, ma che recupera sul fronte delle feature e della qualità costruttiva. A 249 euro non tutti possano vantare una fotocamera da 16 megapixel, doppia SIM, radio FM ma soprattutto finiture e materiali di ottimo livello, che lo rendono molto intrigante per chi sia in cerca di qualcosa di diverso.

Come per il PET, la mancanza di personalità sul fronte software non gli permette di differenziarsi dai tanti smartphone di buon livello presenti sul mercato. Siamo ancora convinti che un OS Android anche solo personalizzato nella grafica con temi Amiga o Commodore 64, e app atte a riproporre l'attitudine al gaming del brand, sarebbero dei plus notevoli per far leva sulla nostalgia del pubblico più maturo.

Così com'è il Commodore LEO è un solido smartphone, al livello della concorrenza più agguerrita nella sua categoria di prezzo, che si rivela persino più appetibile del fratello maggiore nei confronti dell'utenza di fascia media. Per solleticare le emozioni dei retrogamer d'annata, però, serve un'identità che renda giustizia al blasone che porta.

8 / 10