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FIFA 10 Vs PES 2010

EA contro Konami: l’evoluzione del calcio virtuale analizzata a mente fredda.

FIFA e PES sono i giochi che hanno acceso l’ottobre italiano sotto il profilo videoludico e infiammato il nostro portale all’insegna della sfida infinita tra Electronic Arts e Konami. Statistiche alla mano, la recensione di FIFA 10 ha avuto un numero di lettori triplo rispetto a quello di Modern Warfare 2, mentre PES 2010 si è dovuto ‘accontentare’ di doppiare il titolo di Activision Blizzard, che pure al momento pare essere destinato a diventare il videogame più venduto della storia. È quindi di fronte a questi dati oggettivi che abbiamo deciso di proporvi un’analisi comparativa dei due prodotti a distanza di varie settimane dalla loro uscita, perché le passioni nella vita è sempre meglio analizzarle a mente fredda…

Quando si parla di calcio, si possono intavolare discussioni da bar, ma anche argomentazioni pseudo filosofiche su tattica e psicologia degli atleti. Quando, invece, si passa al calcio virtuale, si scende obbligatoriamente tra i campi digitali di PES e FIFA e le chiacchiere lasciano il posto al pad. Perché al di là di opzioni, contenuti scaricabili e aggiornamenti vari, al di là dell’uomo di copertina delle varie edizioni (quest’anno sarebbe un match in “casa” tra Del Piero e Chiellini), quello che conta è il verdetto del manto erboso.

Il PES di quest’anno ricorda il FIFA della passata edizione, soprattutto come approccio al gioco: ritmo più lento, giocate più ragionate, per una risposta ai comandi leggermente più “ritardata” rispetto al solito…

Undici contro undici, poi che siano vincenti o meno (quanto ho amato Winning Eleven!), lo decidiamo noi, acquirenti col portafoglio in mano e con la passione per il pallone che ci scorre nelle vene. Per chi viene dalla vecchia scuola, la situazione “pallonara” ha vissuto momenti di grande crescita, di stasi e di potenziali ribaltoni. Per anni si è vissuto a colpi di Pro Evo, prima nella sua incarnazione giappo, con tanto di ideogrammi da tradurre, quindi il suo meritatissimo innalzarsi a gioco popolare, proprio come il calcio.

E FIFA? Beh, veniva annualmente devastato, sul campo e pure nella zona “mista” dedicata alle interviste. Fatti e parole erano esageratamente in scia con la produzione Konami, con mister Seabass seduto su una delle panchine più calde del panorama calcistico, ma anche su una delle più vincenti. Il risultato? Scontato, con FIFA sbaragliato, così come ogni altro tentativo di attacco al trono (Sony col suo This Is Football ha fatto la fine che ha fatto…).

Forse soltanto il Football Manager di Sports Interactive (il “fu” Championship Manager) è riuscito a tenere botta nel tempo, anche per il suo essere un’alternativa tutta nomi e numeri, alla simulazione da giocare del football (come dicono gli inglesi) made in Konami. Poi è arrivato il vento della Next-Gen, un vento freddo dal Canada, misto alla passione europea per questo sport, che ha risvegliato un livello di sfida che si era ormai perso.

EA è stata sbeffeggiata in questi anni, ma ha avuto la forza di resistere, di reagire e di invertire la tendenza. Oggi FIFA è un gioco di nuova generazione a tutti gli effetti, nelle intenzioni come nella praticità dei giocatori che ci accompagnano in ogni match. Lo è per le idee, per l’impostazione dell’online (tra l’altro ancora migliorabile), per il motore di gioco, per l’Intelligenza Artificiale, per il suo farti sentire il peso e la fatica di una partita di calcio.

La parte più debole di FIFA rimangono i modelli poligonali dei calciatori. Nelle zoomate infatti perdono di realismo per il loro scimmiottare, più che esultare…

PES, invece, è rimasto a guardare, soffrendo di un’identità immobile nel tempo, quasi per regalare una copia di se stesso a quello specchio dentro il quale ci si guarda per ritrovare ogni volta ulteriori conferme di vitalità. Un suo essere IL gioco di calcio che ha resistito fin quando EA, sbandando, è riuscita ad imboccare la via giusta in termini di guida tecnologica e spirituale (e la mano dell’europeo David Rutter si vede tutta), sposando un progetto fatto di simulazione, in certi casi estrema (il “dosaggio” delle finte a partita è una delle feature più realistiche di FIFA) e licenze ufficiali.

Dal canto suo Pro Evo con l’edizione 2010 si è rimesso in carreggiata, ha corretto gli errori madornali del 2009 (forse il vero passo falso nella storia della serie) e si è riproposto al grande pubblico con elementi interessanti e un trampolino di lancio, quello del classico “l’anno prossimo sarà rivoluzione!”, che Seabass continua inesorabile a sventolare ai quattro venti.

Il titolo Konami si trova quindi in fase di rincorsa, incredibile a dirsi e, per molti di voi, anche a dimostrarsi, ma ho visto in prima persona Pessari convinti convertirsi al tocco cadenzato e ragionato del nuovo FIFA. A dimostrazione che la concorrenza stimola e che ogni anno, sarà sempre e di più, FIFA vs PES!

Ma ora vediamo meglio nel dettaglio come i due titoli si approcciano al gioco del calcio…