Console next-gen: la partita ora si gioca in Cina - articolo
Per gli hardware di Sony e Microsoft, non riuscire a coinvolgere il pubblico cinese significherebbe restare schiacciati in un mercato sempre più di nicchia.
Il lancio di PlayStation 4 e Xbox One in Cina non ha generato molto clamore, forse perché sia Sony che Microsoft sapevano di aver di fronte una battaglia molto difficile, con il rischio di generare grosse delusioni se si fossero create aspettative iniziali troppo ambiziose. Pochi giorni fa abbiamo potuto osservare le prime proiezioni di vendita, provenienti dagli analisti di Niko Partners, secondo i quali le due piattaforme insieme venderanno circa mezzo milione di unità nel corso di quest'anno. Non male, ma senz'altro una goccia nell'oceano del mercato cinese.
Ovviamente bisogna ricordare che non si tratta di cifre ufficiali. Quelle realizzate dagli analisti sono solamente previsioni: alcune finiscono per risultare azzeccate, altre molto meno, quindi prenderle senza beneficio d'inventario è sempre rischioso. Ad ogni modo, la conclusione globale del report effettuato da Niko Partners è piuttosto diretta e al momento sembra poco contestata e contestabile: a quanto pare, le console da gioco "next-gen" non avranno per ora un grande impatto sul pubblico cinese.
Ci sono innumerevoli ragioni alla base di ciò. Per cominciare, il mercato cinese è tutt'altro che affamato di nuovi hardware: l'abbondante importazione parallela da Hong Kong, da Taiwan e dal Giappone ha già provveduto a rendere il settore praticamente saturo. Tale fenomeno non è scomparso dalla sera alla mattina a seguito del lancio ufficiale delle nuove console, anche perché va ricordato che il software originale è estremamente poco reperibile in Cina. Il risultato è che i gamer sono abituati a rivolgersi al mercato "grigio" per acquistare i loro videogiochi, e dunque finiscono per ricorrere agli stessi canali anche quando si tratta di comprare un nuovo hardware.
C'è anche un'altra grande barriera culturale da superare. Le console da gioco sono tipicamente prodotti "difficili" da vendere, specialmente alle famiglie, in paesi in cui non siano già fortemente radicate. Il loro attuale successo in Occidente deriva abbondantemente dalla presenza di genitori che sono già abituati ad avere una console in casa: tornando con la mente agli anni '80 o '90, però, si può ricordare come molti genitori fossero diffidenti nei confronti dell'intero settore dei videogame, non solo per le polemiche sulla violenza o altri aspetti controversi, ma anche perché una console è a tutti gli effetti un computer spogliato di tutti gli aspetti istruttivi e focalizzato esclusivamente sull'intrattenimento.
Io stesso non ho posseduto una console finché non ho comprato una PlayStation, perché i miei genitori, pur essendo molto ben disposti ad acquistare personal computer di ogni tipo, non hanno mai voluto accogliere in casa uno SNES. Questa è esattamente la situazione che le console stanno incontrando oggi in Cina, una situazione ulteriormente aggravata dalla natura molto pressante dell'educazione scolastica nella società cinese, che probabilmente rende i genitori ancora più riluttanti ad introdurre nelle loro case un prodotto che finirebbe per distogliere l'attenzione dei propri figli dallo studio.
Nonostante quanto detto finora, comunque, i cinesi (sia adulti che adolescenti) sono già oggi grandi consumatori di videogame. I titoli per PC sono enormemente popolari, così come quelli mobile. Di certo la Cina non è un territorio "vergine" per questo settore, bensì un mercato già sviluppato e complesso: per inserirsi in questo contesto, un nuovo e costoso hardware ha bisogno di presentare le giuste attrattive. Anche a causa delle restrizioni locali ai contenuti, né PS4 né Xbox One sembrano abbastanza appetibili al momento, o appaiono in grado di diventarlo nell'immediato futuro. Per avere un impatto reale su un mercato così maturo sarebbe necessaria un'enorme quantità di contenuti molto mirati: non soltanto videogame, ma anche servizi e prodotti aggiuntivi. Uno sforzo che al momento sembra al di fuori delle possibilità e delle intenzioni sia di Sony che di Microsoft. La cosa più probabile è che entrambe le compagnie si limitino a vendere i loro prodotti in Cina per soddisfare la domanda pre-esistente, rinunciando all'ambizione di crearne di nuova e allargare la propria base di utenza.
Non è un dettaglio ininfluente: la Cina è il più grande mercato del mondo, con una classe media in rapida crescita e desiderosa di acquistare beni di lusso, tra cui anche prodotti di tecnologia. Apple ottiene ricavi sempre più abbondanti dal mercato cinese e non c'è dubbio che anche i produttori di hardware da gioco vorrebbero fare lo stesso, se solo la missione non fosse così complicata. Se non si crea un solido mercato in Cina, il potenziale di crescita globale della games industry è molto limitato: gli attuali paesi sviluppati vedono già una diffusione molto ampia delle console da gioco, quindi continuare a crescere su quei territori è sempre più difficile, anche a causa del calo delle nascite che affligge non soltanto l'Europa, ma anche il Giappone e gli USA. Di conseguenza, intercettare il mercato cinese è senz'altro una prospettiva molto importante per i produttori di console.
La missione risulta ancora più centrale se si vede la Cina come un indicatore di tendenza. Si tratta di un paese per molti versi unico (le leggi, la cultura, il contesto mediatico e non ultimo l'enormità della popolazione), ma anche al centro di uno sviluppo che non è troppo diverso da quello di altre nazioni emergenti, in cui si sta formando una corposa classe media. Se la difficoltà maggiore nel conquistare la Cina risiede nelle restrizioni legali e regolamentazioni del mercato, allora forse Sony e Microsoft potranno trovare terreno più fertile in Brasile, India, Indonesia, nelle Filippine e nei numerosi paesi attualmente in sviluppo, dove il pubblico per il mercato dell'intrattenimento è sempre più numeroso. In tal caso, la Cina finirebbe per essere la mosca bianca: l'unico paese in cui la penetrazione delle console è ostacolata per ragioni politiche e culturali.
Il problema con la Cina potrebbe però rivelarsi anche più strutturale, e ciò sarebbe un pessimo segnale per il futuro. Non dobbiamo infatti dimenticare che, in assenza delle console "tradizionali", molti paesi emergenti hanno già adottato da tempo altre piattaforme e sistemi da gioco: invertire questa situazione consolidata potrebbe rivelarsi molto complicato, sia a livello finanziario che sul piano culturale, per Sony e Microsoft. In poche parole, PS4 e Xbox One potrebbero non riuscire mai ad ottenere una situazione di dominio pari a quella che hanno nei mercati tradizionali. Ovviamente, i videogiochi continueranno a proliferare anche in questi nuovi territori, su piattaforme come il PC e i dispositivi mobile, o magari su altri hardware che al momento neanche immaginiamo (come le smart TV). In una simile situazione, però, la diffusione delle console finirebbe per risultare molto limitata a livello geografico, con una forte presenza solamente nei "vecchi" mercati, e un potenziale di crescita fortemente limitato sui nuovi territori.
Non sarebbe, ovviamente, la fine del mondo. I paesi più ricchi, quelli in cui le console oggi sono più affermate, lo rimarranno probabilmente ancora per molto tempo e continueranno a sostenere il mondo delle console con le loro decine di milioni di appassionati. Inoltre, la futura frammentazione del mercato dei videogiochi è uno scenario ineluttabile: culture, gusti e contesti differenti faranno sì che sia sempre più difficile trovare un titolo universalmente giocato ed apprezzato. I titoli migliori potranno continuare a generare incassi enormi anche se il loro successo sarà limitato "soltanto" agli USA o all'Europa, ma allora sarà inevitabile considerarli un prodotto "locale", il cui potenziale di crescita è molto ristretto. Un simile scenario porrebbe inevitabilmente dei limiti al potenziale di investimento nello sviluppo: spendere sempre più soldi nella creazione dei propri titoli è possibile solamente a fronte di un mercato che diventa sempre più grande, o disposto a spendere di più... e nessuna di queste due condizioni pare al momento realistica per quanto riguarda l'industria tradizionale dei videogame.
Sarà molto interessante scoprire quali saranno i veri dati di vendita delle console sul mercato cinese, anche se è improbabile che le previsioni di Niko Partners si rivelino totalmente sbagliate. La scelta da parte di Sony o Microsoft di impegnarsi seriamente per la conquista della Cina e degli altri mercati emergenti potrebbe essere la chiave decisiva per ottenere il successo nel corso di questa generazione, e per segnare il futuro della games industry nel suo complesso.