Contrast - review
Non c'è ombra senza luce.
Nei videogiochi il dualismo tra luce ed ombra è un ingrediente quasi essenziale di una buona storia. Alcuni, come Soul Reaver e Psychonauts, hanno tentato di materializzarlo nei propri mondi, creando universi in cui passare dall'oscurità alla luce (o, nel caso di Psychonauts, dal sogno alla realtà) era semplice come attraversare una porta. Altri hanno sottinteso questa separazione in modo molto più leggero, come una metafora del comportamento del giocatore che sceglieva consapevolmente se vivere nella luce o nel buio.
Pochi però sono stati quei titoli che, come Contrast, hanno deciso di puntare tutto su questo aspetto, facendo una scommessa coraggiosa e pericolosa allo stesso tempo. L'esito è un gioco che, così come nei suo presupposti, vive di luci e ombre, in un'altalena che rovina parzialmente quello che sarebbe potuto diventare un vero capolavoro. Ma andiamo con ordine.
Contrast è la storia di Didi, una bambina di 9 anni ritrovatasi a vivere in un mondo che, pur somigliando all'America degli anni '20, vi si discosta per una sottile ma importante differenza. Questo grottesco scenario è abitato solo da ombre e Didi sembra essere l'unico essere umano a possedere un corpo in carne ed ossa. L'unico ad eccezion fatta di Dawn, un'attraente acrobata del circo in grado di trasformarsi liberamente in ombra.
Il compito del giocatore, al comando di Dawn, sarà quindi quello di sfruttare tale potere per aiutare la ragazzina nelle sue avventure/disavventure, guidandola alla scoperta della verità sui suoi genitori (anch'essi semplici ombre) e il mondo che la circonda.
"Basta spingere un interruttore o accendere una luce per poter animare una stanza vuota solo pochi attimi prima"
Un presupposto interessante e particolarmente ispirato, in grado di dare vita ad un universo grottesco e inquietante che ricorda da lontano quello dell'Alice di American McGee o dello Psychonauts di Tim Schafer. Il giocatore si troverà infatti a muoversi in una serie di ambientazioni in continuo mutamento che, da un momento all'altro, sono in grado di trasformarsi anche considerevolmente.
Basta spingere un interruttore o accendere una luce per poter animare una stanza vuota solo pochi attimi prima. È appunto questo il meccanismo su cui il titolo si incentra, partendo dall'ovvio assunto che, senza luce, i personaggi di Contrast non possono muoversi, né parlare, né tantomeno esistere.
Gli sviluppatori si sono insomma sforzati di costruire un mondo, o meglio una dimensione parallela, che non fosse legata alle nostre leggi fisiche (non a tutte almeno) e che desse l'opportunità di creare enigmi originali in grado di sfruttare il peculiare potere di Dawn che, trasformandosi in ombra, può camminare sulle pareti, utilizzare altre ombre come piattaforme, sfruttare le luci per creare nuovi percorsi e così via. Peccato solo che quest'occasione non sia stata colta appieno.
Contrast stuzzica il giocatore con tutte queste meccaniche sin dall'inizio dell'avventura, ma ben presto si arresta non riuscendo a osare oltre. In uno dei primi enigmi ad esempio, utile anche a prendere confidenza col gameplay, il giocatore era chiamato a spostare una serie di riflettori, in modo tale da illuminare degli strumenti musicali su di un piccolo palco. Una volta fatto, ciò le ombre dei musicisti sarebbero apparse ed avrebbero cominciato a suonare un motivetto jazz sulle ombre degli strumenti ora proiettate sul muro.
"Siamo riusciti a completare il titolo in circa 3 ore di gioco, raccogliendo anche buona parte dei collezionabili"
A questo genere di puzzle, piuttosto interessanti e ben studiati, si frappongono però degli enigmi più scialbi dove saremo costretti a spostare le solite casse per attivare i soliti interruttori e aprire le solite porte. Meccaniche già viste e che stonano con l'originale ed curatissima direzione artistica del titolo, nonostante il tentativo degli sviluppatori di ravvivarle inserendo alle volte anche in questi enigmi il ricorso a luci e ombre, magari per proiettare sui muri le piattaforme necessarie a raggiungere questa cassa o quell'interruttore.
Un'altra nota stonata è rappresentata dalla longevità del titolo. Nonostante Contrast richieda una certa scaltrezza e una buona dose di pensiero laterale per risolvere alcuni enigmi, non ci è mai capitato di restar fermi per più di qualche minuto a riflettere su un puzzle particolare e siamo riusciti a completare il titolo in circa 3 ore di gioco, raccogliendo anche buona parte dei collezionabili presenti e delle sfere di luce (necessarie per attivare interruttori e risolvere enigmi) sparse nei livelli.
Durante le tre ore che abbiamo impiegato a completare l'avventura abbiamo inoltre anche esplorato buona parte delle ambientazioni e sbloccato circa il 70% degli obiettivi disponibili. Anche volendo finire il gioco completamente, sbloccando tutto e trovando ogni segreto, difficilmente s'impiegheranno più di 4 ore, non proprio il massimo della longevità se si considera il costo del titolo su Steam.
Contrast è quindi, neanche a dirlo, è il gioco dei contrasti. Ad uno stile curatissimo e ispirato si contrappone una realizzazione tecnica approssimativa, un sistema di controllo non sempre preciso, animazioni legnose e qualche compenetrazione poligonale. Ad una trama semplice ma ben raccontata, si contrappone un finale agrodolce, aperto e che arriva troppo in fretta, lasciando una certa insoddisfazione. A un ottimo presupposto iniziale, si contrappongono infine enigmi altalenanti, in grado prima di stupire e poi di annoiare il giocatore.
È per questo che dare un voto secco a un gioco come Contrast è molto difficile. Da un lato ci siamo innamorati del suo stile, in grado di spiccare senza fatica anche nell'affollato panorama odierno. Dall'altro non posiamo fare a meno di guardare il gioco da un punto di vista il più possibile oggettivo, soppesando pregi e mancanze di quella che sarebbe potuta essere una piccola gemma di fine generazione ma che, a conti fatti, è solo un buon gioco che ci farà godere per poche ore il fascino noir di un'occasione sprecata.