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Control: AWE - recensione

“Ritorno”, un libro di Alan Wake.

Fino a che punto si può cercare di riscrivere la propria storia. Fino a che punto ci si può spingere per ingannare una forza apparentemente inscalfibile. Qual è il limite oltre il quale l'inganno rischia di ritorcersi contro di noi. Quando sarà arrivato il momento decisivo sapremo riconoscere quell'ultimo passo che ci separa dal perdere noi stessi? Sapremo fermarci sull'orlo dell'oblio?

Jesse Faden e l'Hiss, Alan Wake e Mr. Scratch, luce e oscurità. Gli opposti si rincorrono, una costante che in modi decisamente inaspettati ci ha presi per mano accompagnandoci fino a questo momento. Un momento che forse solo il fan più accanito e ottimista di Remedy e del buon Sam Lake avrebbe avuto il coraggio di prevedere sul serio, una situazione su cui pochissimi avrebbero scommesso ma che incredibilmente ha preso forma restituendoci quello che oggi ha perfino un nome alla Marvel Cinematic Universe: Remedy Connected Universe.

"Return", Ritorno. Correva il lontano 2010 quando l'iconico scrittore e baluardo della luce contro l'Oscurità di Cauldron Lake iniziò a scrivere le prime parole della sua opera più importante. Erano le battute finali di quel The Writer che a conti fatti sarebbe stata l'ultima vera avventura degna di nota e narrativamente cruciale (non me ne voglia lo spin-off Alan Wake's American Nightmare) del personaggio che oggi torna a essere molto più di un semplice easter egg o di un file nascosto tra una miriade di collezionabili.

Tormentato, devastato, perso. Il ritorno di Alan Wake è fugace ma buca lo schermo.

Control aveva seminato diversi indizi ma i fatti di Bright Falls continuavano a essere un orpello sullo sfondo della storia di Jesse, della Oldest House e del Federal Bureau of Control. La prima espansione, Control: The Foundation, aveva invece ignorato completamente i riferimenti allo scrittore e alla sua scomparsa concentrandosi solo sull'universo dell'ultima fatica di Remedy. Ma Control: AWE è una creatura completamente diversa.

Certo, AWE è un acronimo che corrisponde ad Altered World Events, quegli eventi soprannaturali particolarmente rilevanti che attirano il Federal Bureau of Control ma sin dall'annuncio le immagini dedicate al DLC hanno parlato chiaro. Alan Wake non è presente quanto ci sarebbe piaciuto ma è effettivamente il perno narrativo di un DLC che può essere completato in circa 4-5 ore e che offre anche qualche missione secondaria curiosa e una sorta di modalità sfida all'interno di un cabinato soprannaturale. In ogni caso è sicuramente la storyline principale ad attirare la nostra attenzione con il buon Alan che "contatta" la nostra protagonista attraverso il Telefono rosso. Uno strumento soprannaturale che ormai abbiamo imparato a conoscere decisamente bene e che in passato ci ha regalato monologhi molto interessanti e rivelatori. Anche in questo caso non deluderà le aspettative.

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Tutte le scene in cui l'eroe dello sfortunato gioco omonimo compare su schermo lasciano il segno, soprattutto se siete fan dell'opera cult di Remedy. Merito di una scrittura come sempre di altissimo livello e di un'interpretazione incredibilmente riuscita sia fisicamente (Ikka Villi presta fisico e volto) che dal punto di vista puramente vocale (Matthew Porretta, interprete anche del Dr. Darling di Control) con un doppiaggio che è disponibile solo in lingua inglese con la presenza dei sottotitoli in italiano.

Gli intrecci tra Control e Alan Wake si sprecano e i più attenti si porteranno a casa delle chicche davvero imperdibili che gettano una luce tutta nuova e molto affascinante sulla struttura stessa dell'universo condiviso tratteggiato da Sam Lake e soci. Non possiamo rivelare assolutamente nulla ma i risvolti accennati hanno sotto molti aspetti dell'incredibile.

Ma prima di guardare al futuro non possiamo non soffermarci più in dettaglio su ciò che propone AWE a livello puramente contenutistico. Ci siamo ritrovati a esplorare l'area del Settore Investigativo, una porzione della Oldest House dal design e dall'aspetto piuttosto standard e, purtroppo, piatto che in precedenza era stata sigillata a causa di una presenza particolarmente letale e pericolosa. Si apre quindi una vera e propria caccia a una creatura mostruosa degna dei migliori videogiochi horror ed è proprio con l'horror che flirtano certe atmosfere e certe situazioni di gioco in cui l'Oscurità più opprimente colpisce la nostra Jesse costringendoci a cercare riparo nel fascio di luce più vicino nel tentativo di ripristinare quanto prima i generatori dell'area.

Adesione è la nuova forma dell'Arma di Servizio. Rivoluzione no, interessante decisamente sì.

Per quanto il gameplay sia quello classico di Control, fatto di combattimenti molto dinamici in cui combinare al meglio poteri paranormali e capacità di fuoco dell'Arma di Servizio, alcune novità alla formula di gioco non mancano. Le più basilari sono la presenza di un nuovo nemico Hiss e di una nuova forma della nostra arma chiamata Adesione. Se il nemico aggiuntivo non si rivela nulla di trascendentale, evidenziando ancora una volta come questo aspetti mostri il fianco a qualche critica, Adesione sa dimostrarsi una risorsa quanto meno interessante con la sua capacità di sparare tre granate adesive da far successivamente esplodere in contemporanea.

Le situazioni meno standard rispetto ai puri combattimenti sono invece quelle che maggiormente rimandano ad Alan Wake e in particolare al connubio luce/oscurità. Non avendo dalla nostra l'utilissima torcia della situazione, l'unica soluzione per riuscire a braccare il mostro che si aggira per il settore è quella di affidarsi a faretti di fortuna e a generatori vari. Si creano così fasi che non solo flirtano con l'horror e regalano anche qualche jumpscare ma che allo stesso tempo richiedono di risolvere qualche piccolo enigma basato proprio sulla luce. Nulla di particolarmente complesso ma è un cambio di ritmo e situazione sicuramente interessante e presente anche all'interno della boss fight finale.

Non si può parlare di Alan Wake senza luce e oscurità.

Se graficamente e tecnicamente AWE è pressoché inattaccabile, almeno nella versione PC da noi testata, lo stesso non si può affermare parlando della qualità complessiva dell'espansione. La nascita vera e propria dell'universo condiviso di Remedy è molto affascinante ma per certi versi toglie qualcosa a Control affidandosi meno a quell'impronta new weird che tanto aveva convinto nel gioco base e osando decisamente poco soprattutto a livello di ambientazione, troppo standard considerando gli spazi impossibili a cui ci ha abituati la Oldest House. D'altronde l'intreccio con Alan Wake dà e toglie, regala chicche imperdibili a livello di lore e sviluppi narrativi e dei personaggi che lasciano il segno senza riuscire a bilanciare a pieno gli aspetti migliori dell'ultimo titolo del team finlandese.

Per quanto l'atteso ritorno del romanziere diventato vero e proprio oggetto di culto non sia sostanzioso come avremmo sperato, va sottolineato come Control: AWE sia solo un seme, l'inizio di qualcosa che ha tutte le carte in regola per sbocciare nel più rigoglioso dei capolavori di world building, di scrittura e perché no gameplay, considerando i passi in avanti compiuti dagli sviluppatori in questi anni. Purtroppo in linea di massima ambientazione e scontri a fuoco non regalano nulla di superiore allo standard e in certi casi si dimostrano anche leggermente sotto tono.

Anche il finale in sé lascia un leggero amaro in bocca ma è una di quelle sensazioni in realtà molto positive, tipiche di chi non vede l'ora di scoprire cosa ci riserverà il prossimo tassello di questo universo. Control: AWE non è né il meglio di Control né il meglio di Alan Wake ma è il possibile inizio di ciò che ci era stato "promesso". Ritorno.

7 / 10