Conway Disappearance at Dahlia View Recensione: Un oscuro thriller dai creatori di The Occupation
Chi ha rapito la piccola Charlotte?
Il genere poliziesco o, più precisamente, il thriller poliziesco, ha un bacino di appassionati straripante e chi meglio di Hollywood ha saputo intercettare questo amore, sfornando produzioni anche milionarie per tenere incollato il pubblico ai tanti film che hanno reso celebre questa categoria?
Dal grande schermo si è passati anche al piccolo, con numerosissime serie TV più o meno di successo, come ad esempio CSI: Las Vegas, che ha dato seguito ad un'impennata di iscrizioni a lauree e corsi in criminologia.
Per non parlare dei tanti autori di gialli e noir che affollano le librerie, vere e proprie istituzioni della letteratura moderna che molto spesso, anche se non sempre con i risultati sperati, hanno abbandonato la carta scritta per tentare la strada di sceneggiatori e registi delle proprie opere da portare al cinema o su gli attuali servizi di streaming con abbonamento.
In campo videoludico ci sono stati timidi tentativi di portare nomi blasonati anche su console e PC come Agatha Christie e Sherlock Holmes, forti di un nome altisonante non sufficiente però a sorreggere dei prodotti tecnicamente limitati e poco brillanti. A credere maggiormente in questo genere è stato il mondo indie, con tante piccole produzioni dalle ambizioni ridotte ma che hanno saputo farsi notare per il proprio talento.
Oggi non vi parleremo di un gioco che può attingere a fondi sostanziosi e contare su una grande forza lavoro ma vi faremo conoscere ciò che il piccolo ma promettente studio di nome White Paper Games ha saputo creare. Dopo essersi messo alla prova con The Occupation qualche anno fa ed aver ricevuto un riscontro più che positivo, il team di Manchester si è messo al lavoro per sfornare un altro gioco in grado di catturare l'attenzione.
Ed eccoci quindi a sviscerare Conway: Disappearance at Dahlia View, il thriller investigativo dove abbiamo vestito i panni di un ex investigatore privato alle prese con un caso che ha scosso profondamente il quartiere in cui vive. White Paper Games dimostra di avere una vivida passione per i gialli e polizieschi e lo si capisce già dal nome affibbiato a questa immaginaria location che fa da sfondo alla propria ultima fatica.
Gli amanti del genere noir conosceranno sicuramente la terribile storia della Dalia Nera, alias Elizabeth Short, la bellissima ragazza divenuta famosa purtroppo non come attrice, ruolo a cui ambiva ma per il suo brutale omicidio, tuttora avvolto nel mistero. Ed in un quartiere che porta questo triste quanto evocativo nome, non poteva che succedere qualcosa di altrettanto cupo e spaventoso. I Morgan, vicini di casa del nostro protagonista, vivono il più grande incubo che un genitore possa immaginare: il rapimento della propria figlia Charlotte di soli otto anni.
Seppur in pensione e costretto su una sedia a rotelle, l'investigatore in pensione Robert Conway è determinato a scoprire cosa sia successo alla piccola ed offre il suo aiuto al padre distrutto dall'avvenimento. Questo è il prologo di un'appassionate avventura che ci ha visto protagonisti in Conway: Disappearance at Dahlia View, che ad ogni sezione è riuscito ad intrigarci e a coinvolgerci tanto da voler scoprire il colpevole quanto prima.
L'ultima produzione del team inglese, se si ha un po' di dimestichezza con i punti e clicca e il genere investigativo, vi impegnerà ben poco e non per molto, e in poche ore vi ritroverete con la verità in pugno. Seppur non troppo longevo, Conway: Disappearance at Dahlia View unisce una narrativa davvero incalzante e ricca di colpi di scena a giusti ritmi ed enigmi mai troppo frustranti.
Anche la modalità investigativa e la discreta libertà di movimento riescono a dare pienezza ad un titolo che brucia le tappe velocemente, esaurendo il contenuto che, a nostro avviso, avrebbe potuto essere di qualche ora in più. Come un punta e clicca degli anni 2000, in Conway è possibile muoversi in aree ben delineate non potendo compiere un'esplorazione completa, e il poter lasciare un appartamento o una determinata zona di investigazione è possibile solamente quando avremo raccolto tutte le prove ed indizi.
Il gioco, dunque, scorre su binari ben saldi e il fatto che per proseguire nell'investigazione sia necessario trovare tutti gli oggetti o esaurire le linee di dialogo, smorza un po' le speranze di riuscire a trovare il colpevole senza aiuti. Al netto di questo difetto e di limitazioni tecniche accettabili da un piccolo studio, Conway: Disappearance at Dahlia View è davvero un gioco che ci ha sorpreso in più di un'occasione.
Sin dai primi momenti è chiaro che abbiamo a che fare con un prodotto che mette sul tavolo il meglio del genere, offrendo quel tipo di interazioni fluide e ben congeniate che riescono a farci calare nella parte. L'uso della macchina fotografica e la possibilità di apporre le foto su di una lavagna, da collegare poi con dei fili rossi per poter elaborare le nostre teorie, sono dei cliché, è vero, ma sono anche quei piccoli dettagli che rendono piacevoli queste produzioni.
Anche la narrativa, molto spesso, si basa su banalità da genere thriller, ovvero far credere che tutte le prove puntino su un colpevole che ben presto si rivela innocente. Tutto quello che c'è all'interno di Conway: Disappearance at Dahlia View in realtà è già visto e rivisto ma nonostante tutto la storia è talmente ben realizzata che l'aver a che fare con niente di innovativo non ci ha in alcun modo disturbati. Al contrario, il prodotto di White Papers Games ci dimostra che non sempre ci devono essere novità o chissà quale gameplay per confezionare un gioco avvincente e appassionante.
Conway: Disappearance at Dahlia View è artisticamente ottimo; tutti gli appartamenti e le location in cui ci siamo trovati ad indagare sono ricchi di dettagli e con una cura quasi maniacale nel rendere vivo l'ambiente di gioco. Il che è la cornice ideale per un'esperienza da vivere tutta d'un fiato, spiando i vicini, cercando prove e ponendo domande scomode per riuscire a scoprire chi mai rapirebbe una bambina di 8 anni.
E dato che vi rovineremmo la sorpresa parlando oltre della trama di questo gioco, vi basti sapere che, come sempre, tutto quello che vediamo può forviare e trarre in inganno e, molto spesso, la verità è sempre stata sotto il nostro naso.
Conway: Disappearance at Dahlia View parte dunque come l'ennesimo titolo investigativo, ma si dimostra ben presto un gioco che riesce a distinguersi per capacità realizzativa, pur senza fare niente di nuovo ma facendo tutto bene.