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Cooler Master Storm Quick Fire TK Stealth - review

Cooler Master ci propone una tastiera da gaming… inusuale.

Nel gaming le periferiche possono fare la differenza. I produttori lo sanno e sviluppano hardware studiato e dedicato proprio a chi vuole giocare anche in maniera competitiva. Con la serie Storm, Cooler Master si rivolge proprio a questo segmento: abbiamo già recensito in passato periferiche di questo brand, e oggi andremo ad analizzare la tastiera Quick Fire TK Stealth.

Si tratta di una tastiera meccanica caratterizzata da un design particolare. I tasti sono completamente neri, privi di qualunque indicazione sulla parte superiore. Per evitare che l'uso intenso possa scolorire se non rimuovere le lettere e i numeri, questi sono stati applicati sulla parte frontale e pertanto visibili solo guardando la tastiera in maniera inclinata, pertanto si tratta di un prodotto certamente non indicato a chi non si muove agilmente fra i tasti.

La confezione di vendita non è particolarmente voluminosa, difatti la tastiera risulta essere molto compatta. Le dimensioni della periferica sono di 377.5 mm di lunghezza, 138 mm di larghezza e 33 mm di spessore. Colpisce invece il peso, 936 grammi: in pratica un autentico mattone che rimarrà praticamente ancorato alla vostra scrivania.

Osservando la tastiera da una prospettiva leggermente inclinata è possibile individuare le lettere che designano i tasti.

Oltre alla tastiera, all'interno della scatola troveremo il manuale d'uso e una pinzetta o key-puller, necessario per rimuovere i singoli tasti per effettuare pulizie profonde quando necessario. Ovviamente si tratta di una tastiera cablata USB, con connettore placcato oro e cavo intrecciato per evitare attorcigliamenti e garantirne una lunga durata; la lunghezza complessiva del cavo è di 1.8 metri.

Date le dimensioni estremamente compatte, i tasti direzionali sono integrati direttamente nella zona del tastierino numerico. Con un apposito pulsante si attiva la modalità per il movimento, che li retroillumina rendendo il tastierino numerico destinato alle direzioni e i vari tasti funzione allo scroll delle pagine.

Disattivando i tasti inizio e fine la pressione restituirà i numeri. Compattare queste due zone che solitamente sono separate ha reso sì la tastiera più compatta, ma sicuramente non troppo agevole per chi la utilizza in maniera ibrida scrittura/gaming. Parlando di retroilluminazione, contrariamente a quanto si possa pensare la tastiera non è retroilluminata completamente.

Attivando certe funzioni verranno illuminati i tasti interessati, oltre ai già citati tasti direzionali ad esempio il blocco del tasto Windows attiverà un led per segnalarci la funzionalità in corso.

Il layout è sicuramente inusuale. Nessuna indicazione superiore per i pulsanti e assenza dei tasti direzionali, questi ultimi integrati nel tastierino numerico.

La tastiera che abbiamo avuto l'occasione di provare era equipaggiata con i Cherry MX Brown, ma è possibile ordinarla anche con quelli Blue o Red. Per farvi capire meglio di cosa stiamo parlando, apriamo una piccola parentesi sugli interruttori meccanici.

I cherry MX sono i dispositivi meccanici prodotti dalla Cherry Corporation. Fondata negli Stati Uniti nel 1953, l'azienda ha iniziato a produrre le tastiere nel 1967 ed è il più antico produttore di tastiere ancora in attività al mondo. La sua linea di switch più popolare, la serie Cherry MX, è stata introdotta intorno al 1985. Questi interruttori sono di solito il riferimento per il settore degli switch meccanici, e si differenziano dal loro colore che denota caratteristiche di digitazione e forza necessaria per azionarli in centi-newton (cN) o grammi (g). I più noti sono:

Interruttori lineari

Gli interruttori lineari sono i più semplici. Il movimento verso l'alto e verso il basso non ha alcun feedback tattile supplementare o click che permetta di capire l'attivazione. Ci sono due tipi comuni di interruttori lineari: nero e rosso.

I Cherry MX Black sono interruttori introdotti nel 1984, il che li rende uno dei più vecchi switch Cherry in circolazione. Hanno una forza di attenuazione medio-alta, di 60 cN, che li posiziona tra gli interruttori più rigidi della gamma. In genere non sono considerati ideali per la digitazione a causa della loro elevata resistenza.

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Hanno trovato impiego nei videogiochi RTS, dove l'alta resistenza può evitare la pressione accidentale dei tasti che potrebbe verificarsi con interruttori più sensibili. La molla più dura significa anche un ritorno più veloce. Al contrario, i Cherry MX Red hanno una forza di azionamento bassa, a 45 cN, valore in comune con quelli di tipo Brown. Gli MX Red sono stati commercializzati come switch da gioco, date la reattività di azionamento e la buona forza di ritorno.

Interruttori Tattili, non Clicky

Gli Interruttori tattili forniscono, come suggerisce il nome, un feedback tattile supplementare come quello restituito dall'azionamento di una chiave. Quando si preme il tasto si percepisce il raggiungimento della sua attivazione.

Il tipo più popolare di interruttore tattile non clicky è il Cherry MX Brown. Questo switch è stato introdotto nel 1994 come interruttore speciale, ma è diventato rapidamente uno dei più popolari. Oggi, la maggior parte delle tastiere meccaniche sono vendute con interruttori Brown, in quanto lo switch risulta una buona opzione sia per la digitazione che per il gioco.

Interruttori Tattili, Clicky

Gli interruttori Clicky aggiungono un 'click' sonoro durante la pressione, consentendo un miglior feedback della digitazione. Questo rende più facile percepire il momento in cui il tasto raggiunge il punto di attivazione. In quel momento il cursore viene spinto verso il basso e il rumore viene prodotto. Il Cherry MX Blue è l'interruttore clicky più comune. Sono preferiti dai dattilografi grazie al feedback sia tattile che sonoro, meno apprezzati da chi gioca a causa della resistenza relativamente elevata di 50 cN.

Una volta attivati, i tasti direzionali vengono illuminati in questo modo. Sono gli unici, insieme ai tasti FN e F12, a disporre di illuminazione.

Tornando alla tastiera, essa non necessita di nessun tipo di driver o installazione, in quanto la mancanza di tasti programmabili o multimediali non richiede nessuna applicazione di personalizzazione. Basta inserire il cavo USB e la tastiera è subito funzionante, il che la rende anche virtualmente compatibile con qualunque sistema operativo esistente. Altra caratteristica è la possibilità di attivare fra le varie modalità 6KRO o NKRO acronimi di 6 key rollover e N-Key rollover, praticamente la possibilità di premere contemporaneamente 6 tasti o N, vale a dire un numero illimitato. Questa funzionalità è utile a chi voglia creare trigger per macro attivabili con la pressione di più tasti. Segnaliamo che la funzione NKRO p disponibile solo in ambiente Windows.

Durante l'uso, il peso elevato giova all'aderenza della tastiera. L'assenza di qualsiasi indicazione di lettere e numeri non rappresenta un particolare problema solo per le persone con una buona conoscenza della disposizione dei tasti. Il fatto di avere una retroilluminazione parziale e non completa è sicuramente una scelta discutibile, invece di non contrassegnare le lettere nel solito modo si sarebbe potuto optare per una zona trasparente all'interno del tasto superiore, da illuminare dall'interno. La soluzione sarebbe stata sicuramente più comoda per chi non si districa a memoria fra i tasti, e sicuramente più agevole anche in caso di utilizzo notturno. Poteva poi essere più indicato non inserire affatto il tastierino numerico, bensì una serie di tasti programmabili.

Il prezzo di vendita di questa tastiera è di circa 70 euro, giustificato da una qualità costruttiva e meccanica dei tasti che garantiscono anni di utilizzo intenso senza alcun genere di problema; rimane il fatto che questa TK Stealh sia un prodotto di nicchia estrema, considerando layout e dimensioni, decisamente inusuali per una periferica del genere. Gli stregoni della tastiera che hanno ormai imparato il layout a memoria e non necessitano di indicazioni visive per digitare velocemente la prendano caldamente in considerazione, sopratutto se dispongono di una postazione di lavoro molto angusta; tutti gli altri farannno bene ad orientarsi verso soluzioni più tradizionali.

7 / 10
Avatar di Marco Ballabio
Marco Ballabio: Adepto spirituale del Pastore fin dai tempi di TGM, è sempre alla ricerca dell’ultimo pezzo per completare il suo PC definitivo. Impresa, come quella di Dylan Dog e del suo galeone, infinita.

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