Skip to main content

Bloccati a casa? Ecco le serie TV e i film da recuperare su Netflix - articolo

Quando il binge watching diventa una via di fuga dal coronavirus...

In un momento storico unico, perché nessuna generazione vivente ha attraversato un periodo come questo, cosa sarebbe di noi senza la banda larga?

Benedette siano dunque sia essa e le società di streaming, che ci forniscono settimana dopo settimana, anzi giorno dopo giorno, sempre nuovi prodotti per intrattenerci, per alleggerire il peso di giornate più social e meno sociali di prima.

Vista l'enorme quantità di prodotti distribuiti, abbiamo sempre sottolineato il rischio di perdersi serie TV, film e documentari anche validi, per semplice umana mancanza di tempo. Ora possiamo porvi rimedio, non dimenticando di alternare al binge watching e all'assunzione di cibo, anche qualche momento di attività fisica, pena mal di schiena o attacchi di cervicale acuti, oltre che affaticamento oculare.

Noi stessi, stilando la lista dei consigli, ci rendiamo conto di una prevalenza di materiale made in Netflix, e per questo motivo in questa sede segnaliamo solo cose visibili su questa piattaforma. Nel prossimo articolo vi indicheremo invece cose utili a intrattenerci su Amazon Prime, Sky e Apple TV, dedicandoci però alle cose meno reclamizzate, anche meno recenti ma degne di visione.

Vista la maggior quantità di titoli anglosassoni, ricordiamo che spesso, almeno in campo thriller, prodotti del Nord Europa e paesi dell'Est possono riservare qualche sorpresa, dimostrandosi spesso più cupi e morbosi della concorrenza. Stesso discorso per alcune serie spagnole.

Fratelli coltelli.

Non trascuriamo inoltre l'idea di proseguire nella visione di seconde o terze stagioni di serie già affermate e magari interrotte per mancanza di tempo. E rimettersi a guardare Mad Men dall'inizio? O Sons of Anarchy, se pensavate che volessimo fare gli intellettuali?

Se non si vuole evadere troppo ci sono anche molte serie storiche, su eventi del passato, su personaggi politici e scandali epocali: insomma non c'è più scusa per non informarsi, per non restare sull'attualità, e questo grazie anche agli show di tanti "stand up comedian", fra i quali segnaliamo il piacevolissimo Hasan Minhaj con il suo Patriota indesiderato.

La prima serie Netflix di cui parliamo è Giri/Haji, Dovere/Vergogna, originale produzione anglo-giapponese, con un detective di Tokyo che, per mantenere la pace fra le varie cosche locali, deve andare a Londra, catturare suo fratello e riportarlo in patria, dove sarà ammazzato per vendicare un torto fatto a un boss.

La storia prenderà pieghe inaspettate, con l'inserimento di personaggi laterali anche bizzarri, per concludersi con un episodio stilisticamente molto originale. Belle le facce dei due protagonisti, tra cui lo stanco Takehiro Hira e l'enigmatico Yosuke Kubozuka (Silence di Scorsese); anche tutto il resto del cast è scelto con grande precisione.

Saltando fra i generi troviamo Chef Show, con il simpatico Jon Favreau, che finché continua a fare questa serie, non potrà mai buttare già la pancia. Il suo è un cooking show per appassionati degli Avengers, serie di film in cui Jon Favreau interpretava Harry Hogan, bodyguard di Tony Stark.

Amici intorno a un tavolo.

A Favreau era giàpiaciuto cucinare su un furgone nel divertente film Chef - La ricetta perfetta. Adesso ripercorre gli States, dal Texas alla California, andando a trovare personaggi come Gwyneth Paltrow, Robert Downey Jr, Tom Holland, Kevin Feige e altri del giro Marvel, oltre a Robert Rodriguez, spettacolarizzando ricette succulente di un'attraente cucina multietnica, che fanno alzare il colesterolo solo a guardarle, condite dalla simpatia dei protagonisti.

Poi andando avanti a curiosare nel catalogo troviamo Collateral, glaciale noir politico inglese scritto dal commediografo David Hare (Il danno, The Hours, The White Crow); The Good Cop, poliziesco per ridere, con un complicato rapporto fra un figlio poliziotto troppo ligio alle regole e un padre radiato dal corpo, per comportamenti troppo disinvolti, ma validissimo come investigatore.

Dal Brasile arriva Omniscient, dove l'autore di 3% torna per raccontare una distopia stile Grande Fratello, in cui tutti i cittadini sono osservati costantemente da miriadi di piccoli droni. La Giustizia funziona in base alle registrazioni video e sembra che così i delitti siano azzerati. Ma quando una giovane donna trova morto il padre, il sistema nega l'evento e la donna inizierà a indagare per conto proprio.

Gentefied è una serie americana che racconta le avventure della famiglia messicana Morales, che dopo anni a gestire a L.A. un negozietto di ottimo fast food, si trova ad affrontare le conseguenze della "gentrificazione" del proprio quartiere di Bolye Higjts, East Side, Ma la seconda generazione non è preparata quanto gli anziani, illusa da anni di una pur blanda integrazione. La serie (puntate brevi, mezz'ora scarsa) fa ridere e meditare anche se non si appartiene quell'etnia. Sorprende trovare in un ruolo bonario la faccia poco rassicurante di Joaquin Cosío, visto in innumerevoli film in ruoli da villain.

Uno sguardo lo merita Hinterland, serie thriller/noir ambientato nel Galles, parlata parte in inglese, parte in cimrico (sottotitolato), cupa e lenta, di realistica desolazione. I delitti su cui indaga il tormentato ispettore Mathias sono efferati anche se dovuti a cause meschine ma non per questo con conseguenze meno tragiche. Rancori e vendette giungono da lontano, le ferite mai rimarginate negli anni, tutto nascosto sotto una facciata di austero perbenismo in un territorio legato alle tradizioni. Ambientazione, fotografia e un cast di facce comuni, rendono ancora più credibili le storie.

Godless, ma con una banda numerosa!

River invece è un detective che vede persone morte. Lo perseguita soprattutto l'ex collega Jackie, della cui morte si sente responsabile. Stretto fra i suoi fantasmi e le necessità di un'indagine complessa, scoprirà che anche nel mondo reale ci sono poche certezze. La serie fa affidamento sulla faccia segnata e stanca di Stellan Skarsgård, mentre prende coscienza delle tante menzogne di cui sono costellate le vite di tutti, fra inganni e ipocrisie.

In Lilyhammer, un mafioso, gola profonda dell'FBI, viene spedito nella glaciale cittadina delle Olimpiadi del '94 per salvargli la pelle. Viene così bene accolto dalla comunità locale, pur tanto diversa da lui, da riuscire a replicare il suo "schema" originario. È una tragicomedy ricca di citazioni di genere, con un ottimo Steven Van Zandt, ex Sopranos, chitarrista storico di Springsteen.

In AJ and the Queen l'esplosivo RuPaul, attore, cantante, presentatore, dopo tanti cameo è per la prima volta protagonista di una serie TV, dopo il reality RuPaul's Drag Race. Interpreta Ruby, una drag queen truffata dal suo amato. Insieme a una cinica ragazzina, che a modo suo intende sfruttarla pure lei, per fare due soldi è costretta a una turnè su un camper, con Oprah come nume tutelare. Fra pailettes e lustrini c'è più vita vera di molti reality in questa storia di formazione on the road, divertente e amarognola, con figure di contorno ben descritte. Insieme a Ru Paul scrive Michael Patrick King, quello di Sex and the City.

Godless è un'anomala serie western alla cui realizzazione ha collaborato Steven Soderbergh, scritta da Scott Frank (Logan, Wolverine, Minority Report), con un grande Jeff Daniels. Sulla fine dell'800 un fuorilegge spietato scorrazza con la sua banda nel territorio del New Mexico alla ricerca del suo pupillo, che lo ha tradito e abbandonato. Troveranno pane per i loro denti nella cittadina di La Belle, dove si è istituito un insolito matriarcato. Spiccano splendidi panorami, grandi crudeltà, fotografia citazionista, un'emozionante, lunga sparatoria conclusiva, caratteri ben scritti e cast di ottimo livello.

La folle Happy (almeno la prima stagione) è tratta dal fumetto di Grant Morrison e Darick Robertson. Un ex poliziotto devastato da ogni tipo di abuso, dopo un infarto scopre di poter vedere un buffo, tenero unicorno volante blu, con l'aiuto del quale deve salvare una figlioletta che ignorava di avere. Violentissimo e surreale, vanta un'esilarante prestazione di Chris Meloni, uso a ben altro genere di ruoli.

La guardia del Sistema.

Emigriamo ora in Francia per Chiama il mio agente, brillante serie che ironizza sull'ambiente degli agenti dei divi, ricca di cameo autoironici di varie celebrità. Agenti e divi sono tutti equamente devastati da insicurezze, idiosincrasie, ambizioni e follie. Inevitabile pensare a Entourage.

Passando ai polizieschi/thriller troviamo Glacé, dove il capello di un serial killer incarcerato da anni, viene trovato sulla testa di un purosangue decapitato. Mentre le indagini proseguono e si verificano anche alcuni decessi umani, la serie perde di vista la componente più "gialla" attorcigliandosi sul versante psicologico, dove però non riesce a costruire bene caratteri e motivazioni, con investigatori dai comportamenti improbabili. L'inizio però è buono, le location sui Pirenei sono belle e bellissima è la cover di Hurt dei Nine Inch Nails.

Anche un altro thriller francese, Black Spot, parte benissimo quanto ad atmosfere e personaggi strambi, per poi perdersi un po' per strada, in un mix difficilmente sostenibile fra crime e superstizione, fra veri assassini e creature fantastiche. Pure qui troviamo investigatori improbabili, tutti afflitti da personalità disturbate che mettono a rischio le indagini con comportamenti irresponsabili.

Negli impenetrabili boschi dell'Alvernia avvengono molti delitti misteriosi, mentre una comunità omertosa intralcia le indagini e gli adolescenti fanno di tutto per finire nei guai. Vagamente simile per ambientazione e tipo di personaggi è anche La foresta, altro prodotto d'oltralpe, dove le colpe dei padri le pagano sempre i figli, e anche se il paesino è piccolo la gente mormora moltissimo. Bella l'ambientazione nelle foreste delle Ardenne.

Spostiamoci in Germania per la più politica Noi siamo l'onda, tratta dal film del 2008 L'onda, che a sua volta si rifaceva all'esperimento sociale la Terza onda, condotto nel 1967 in un liceo a Palo Alto, mirava a mostrare quanto fosse facile influenzare una mente giovane per piegarla agli ideali autoritari. Qui il nuovo arrivato in una mortifera cittadina riesce in poco tempo ad assurgere al ruolo di guida di un gruppetto di scontenti ragazzi, coinvolgendoli in azioni di lotta contro le ingiustizie della società. La serie sposta il focus della narrazione rispetto all'originale, per attualizzarla e avvicinarla a un pubblico di adolescenti, target del prodotto, ma perdendo in efficacia.

La follia è un unicorno azzurro?

La sezione film di Netflix, che si aggiorna di titoli nuovi e vecchi in continuazione, consente mese dopo mese grandi recuperi di classici nel proprio genere, come Un giorno di ordinaria follia, film memorabile nel suo mostrare come l'uomo della strada possa subire una certa quantità di pressione, oltre la quale può esplodere. Si possono rivedere Lock & Stock e Snatch per fare i compiti in vista del prossimo film di Guy Ritchie, The Gentlemen, dato in uscita in sala per maggio, oppure recuperare un ottimo thriller spagnolo, Contrattempo, di cui è stato fatto un remake italiano, Il testimone invisibile.

Poi ci sono gli inediti come Hell or High Water, del 2016, storia scritta da Taylor Sheridan, ormai volato verso la notorietà grazie a film come I segreti di Wind River (raccomandatissimo), Soldado e alla serie Yellowstone, con un ottimo Kevin Costner (in prossima uscita su Sky, da non perdere). Si tratta di uno splendido quasi-western crepuscolare, esempio da manuale di quel cinema indipendente americano che ci mostra cos'è veramente l'America, e che ci spiega (se abbiamo orecchie per ascoltare) perché poi Donald Trump vinca le elezioni.

Due fratelli, ultimi esemplari dei tanti Jessie James, dei Billy the Kid che bussano bussano alle porte di quel Paradiso che, se dio esistesse, dovrebbe aprire, percorrono quelle strade infinite che tagliano il nulla, vie che dividono pianure riarse da centri abitati piatti e desolati, immensi depositi di veicoli e rottami e polvere, tanta polvere e la povertà come un'infezione che si trasmette di generazione in generazione.

Ma la Legge, lo Sceriffo (un memorabile Jeff Bridges) non può esimersi dal compiere il proprio lavoro. Fra i titoli più nuovi segnaliamo Diamanti grezzi, notevole spaccato dell'ambiente dei commercianti di gioielli ebrei di NY, con un superlativo Adam Sandler, rovinato dal vizio del gioco d'azzardo.

E come non nominare i documentari? Citiamo il thriller Giù le mani dai gatti, un'inquietante storia vera; Dirty Money, sugli scandali finanziari americani, diretto dallo specialista Alex Gibney; Made in USA-Una fabbrica in Ohio, documentario sui problemi legati alla globalizzazione che, prodotto dagli Obama, ha appena vinto l'Oscar.

E poi Wild Wild Country, sul discusso santone Osho; Rotten sulla follia del sistema-agricoltura oggi; The Family (da non confondere con la serie thriller), docuserie che raccontando di un'associazione cristiana, ci porterà a un network di potere ultraconservatore, che di religioso non ha più nulla. Da evitare invece produzioni dai titoli ansiogeni, come Pandemia totale.

Qualora vi sentiste esausti per la lettura di cotanto articolo (e all'idea di tutto il lavoro che vi attende per mettervi in pari), sappiate che nel nostro prossimo articolo approfondiremo i titoli delle altre piattaforme di streaming.