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Cossacks 3 - recensione

I vecchi sapori di una volta…

Era il lontano 2001 quando il primo titolo della serie Cossacks veniva pubblicato da GSC Game World e gli appassionati del genere RTS ebbero l'opportunità di gustarsi quello che diventò una sorta di 'instant classic' per intenditori. Il periodo storico spesso considerato marginale, l'interfaccia non troppo curata e in generale una curva d'apprendimento un po' impervia, fecero infatti di Cossacks un titolo non troppo conosciuto dal mercato di massa relegandolo a un apprezzamento che, seppur convintissimo, era decisamente 'di nicchia'.

Ciò nonostante si trattava di un titolo estremamente interessante che riusciva nell'arduo compito di portare qualcosa di nuovo nel genere, sperimentando meccaniche anche piuttosto complicate per l'epoca (l'uso dei moschetti e delle formazioni soprattutto). Cossacks 3 è il tentativo moderno di riportare lo stesso gameplay ai fasti della tecnologia contemporanea, cambiando il meno possibile e appellandosi ancora ai gusti di quella stessa fetta di mercato di appassionati RTS che desiderano qualcosa di diverso dal solito.

Poco infatti è cambiato nella formula di gameplay dai tempi dell'originale. Si tratta di un classico 'carta-forbice-sasso' in cui melee, range e cavalleria si combinano tra loro per offrire scelte tattiche veloci e immediatamente appaganti. Le unità disponibili sono 70 ma le differenze sono abbastanza limitate e alla fine, nel momento in cui dovete prendere le decisioni, si torna alle tre categorie illustrate poco sopra, magari condite con l'utilizzo delle formazioni.

I combattimenti sono quindi interessanti e dotati di un certo spessore, sulla carta. Peccato che ci siano diversi problemi specifici di cui dover parlare. Innanzitutto il fatto che, a livello di interfaccia, la gestione del proprio esercito sia perlomeno problematica. I gruppi per la selezione veloce non hanno alcun indicatore a schermo, cosa molto bizzarra se si considera che sono presenti diversi pulsanti per formazioni, comportamenti delle unità e gestione delle risorse.

Ah, i bei momenti in cui s'impazziva litigando con l'interfaccia per imbarcare le unità sulle navi. Cossacks 3 vi farà passare la nostalgia!

Questa impostazione si riflette anche sul fatto che nessuno dei sistemi moderni di semplificazione della gestione di un RTS sia stato utilizzato; molto bene la nostalgia e il ritorno a un tempo 'più innocente', ma sfruttare anche qualche innovazione già sperimentata da altri titoli sarebbe stato decisamente meglio. Ad esempio, selezionare tutte le unità dello stesso tipo è possibile (tramite il consueto doppio clic), ma quelle fuori dallo schermo non saranno incluse...

In generale l'interfaccia è decisamente fastidiosa e inutilmente involuta. Compiere azioni come utilizzare una nave per attraversare un fiume richiede una gran quantità di clic, tempo e pazienza, sempre che non si incontri qualche bug come sprite che rimangono incastrati da qualche parte o unità morte nel tentativo di salire a bordo (?).

Inoltre è piuttosto chiaro che l'impatto delle formazioni e della strategia generale è piuttosto limitato. Una volta in contatto, infatti, i contingenti di truppe si comportano in maniera piuttosto randomica con risultati sempre diversi e con le formazioni che si squagliano dopo pochissimi secondi. In generale l'utilizzo delle formazioni sembra decisamente sotto-utilizzato e poco interessante e/o determinante.

L'intelligenza artificiale è piuttosto problematica anche sul lato delle decisioni strategiche. Quando le missioni non sono completamente scriptate e l'IA deve agire in attacco assisterete ad assalti sempre uguali e temporizzati in maniera identica; questo vuol dire che, seppur offrendo una sfida abbastanza impegnativa, si tratta più di un fastidio continuo che di un challenge interessante e stimolante. Come molto del resto dell'esperienza, anche qui al giocatore è richiesto più di resistere a un lungo fastidio che di divertirsi giocando con la strategia.

Le formazioni sono sceniche e divertenti da mettere insieme, ma al contatto con il nemico si sciolgono come neve al sole

La gestione delle risorse è gestita anch'essa in maniera 'old style' con sei diverse risorse che permettono la costruzione di edifici, di unità e le innovazioni che migliorano la forza dei vostri eserciti. I 'peasant' costruiscono i vari edifici e vengono anche utilizzati come raccoglitori delle risorse. Tutto come una volta, tutto uguale alla vecchia, notissima formula. Come detto, questo non è necessariamente un male ma può esserlo quando si intravede una certa pigrizia nell'offrire, senza alcun miglioramento, una formula che potrebbe essere aggiornata e ripulita dai vecchi vizi.

Nel gioco sono presenti sei mini campagne molto variegate sotto il punto di vista dell'ambientazione, della storia e delle unità coinvolte. Come detto si tratta di raccolte di missioni molto scriptate in cui continui briefing testuali vi daranno istruzioni precise su come procedere; il sistema è decisamente meccanico e pieno di trigger e si ha un po' la sensazione di trovarsi in un tutorial eterno in cui le opportunità per inventarsi veramente un approccio strategico originale siano molto, molto limitate. Limitate sono anche le soddisfazioni che otterrete dalle campagne: un testo e l'accesso alla missione successiva.

Oltre alle campagne c'è la possibilità di fare partite skirmish e di giocare in multiplayer. In queste modalità Cossacks 3 viene giocato ovviamente senza scripting e rivela così le sue potenzialità come RTS classico. Iniziamo col dire che l'IA è decisamente brutale ed estremamente efficiente; dovrete fin da subito gestire le risorse in maniera estremamente efficiente per costruire le unità giuste e upgradarle subito se non volete terminare la partita dopo il primo rush che la CPU vi lancerà. In caso di sopravvivenza vi converrà continuare sulla stessa china, magari lanciando qualche attacco ogni tanto per intaccare, lentamente, le capacità produttive. Solo così, dopo un paio d'ore, forse, riuscirete a emergere vittoriosi. Dimenticavo, tutto questo al livello di difficoltà 'normale', che è anche il più semplice disponibile (!). La linea del 'fastidio da evitare' e della frustrazione più che del divertimento continua anche qui.

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Il comparto estetico è probabilmente la cosa migliore di Cossacks 3 con unità molto variegate a seconda della nazionalità ed edifici anch'essi molto diversi e molto numerosi nella varianti disponibili. Spesso il gioco si rivela una gioia per gli occhi, soprattutto se siete inclini alla nostalgia e non avete problemi con qualche animazione che si incanta o qualche altro leggero glitch. Lo zoom è limitato ed è piuttosto complesso avere un'idea delle proprie truppe e del campo di battaglia quando le quantità di truppe aumentano; anche qui la natura 'old style' si ripercuote direttamente su una mancanza a livello di gameplay. La musica è molto adatta e gli effetti sonori riproducono abbastanza bene il caos della battaglia e la sensazione del metallo e della polvere da sparo.

In definitiva Cossacks 3 sembra una grande occasione sprecata di riportare in auge una serie che aveva un posto speciale nel cuore di tanti appassionati. La strada della nostalgia può offrire diverse interessanti opportunità, a patto però di attualizzarla e di ripulirla per dare anche ai giocatori moderni una valida alternativa ai titoli presenti oggi sul mercato.

Cossacks 3 sembra un'operazione commerciale fatta con 'poco cuore' e che ha comunque ancora tanto bisogno di polishing e di eliminazione di bug (abbondanti) e approssimazioni tecniche e di interfaccia. Comunque, anche risolti questi problemi, la limitatezza del gameplay e la riproposizione di una formula arcinota non permetterebbero al titolo di andare oltre alla sufficienza.

5 / 10
Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.

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