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Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy - prova

Il ritorno al futuro di Crash.

"Tieniti forte Marty, perché ne vedremo delle belle!", avrebbe esclamato Emmett "Doc" Brown se fosse stato con noi nella sala dell'hotel Mondrian di Londra, dove abbiamo potuto provare Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy. Durante l'evento, infatti, abbiamo assaporato l'immensa passione messa in campo da Vicarious Visions e Activision per riportare all'originario splendore la serie creata da Naughty Dog. Il risultato è un'equilibrata commistione tra il vecchio e il nuovo, tra il passato e il presente, quasi come se fossimo stati testimoni di un paradosso temporale.

Il titolo, disponibile dal prossimo 30 giugno per Playstation 4, è la rielaborazione della trilogia originaria, composta da Crash Bandicoot, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back e Crash Bandicoot 3: Warped, in grafica rimasterizzata in HD e col supporto dei 4K nella versione Playstation 4 Pro.

In quel di Londra abbiamo avuto la possibilità di testare in lungo e in largo tre livelli di Crash Bandicoot 3: Warped e il risultato è stato a dir poco intrigante. Per chi non lo ricordasse o per chi non avesse mai avuto il piacere di vivere le avventure di Crash, il terzo capitolo è caratterizzato dalla possibilità di viaggiare nel tempo, attraverso delle fratture spaziotemporali generate dal Tornado del Tempo.

Gli effetti di luce in Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy sono la vera ciliegina sulla torta.

Avviato Double Header, il quindicesimo livello ambientato in una uggiosa giornata nella Francia medievale, il primo elemento che ci cattura l'occhio è l'ottimo impatto grafico. L'uso dei colori e delle luci è raffinato, ma soprattutto rende giustizia al concept originario di Naughty Dog. Avventurandoci lungo la strada in terriccio sentiamo subito la morbidezza del sistema di controllo, nettamente più sensibile della versione del 1998, così come sono più fluide le animazioni che vedranno soccombere i nemici, travolti dalle micidiali piroette del marsupiale.

Durante la prova Kara Massie di Vicariuos Visions ci ha confidato che di base Crash N. Sane Trilogy è stato pensato per i fan nostalgici, e per seguire questa idea hanno provato ad esaltare il più possibile una figura iconica come Crash, a nostro parere riuscendoci deliziosamente. Nonostante questa dichiarazione di intenti spinga prepotentemente sul fattore vintage, l'impressione è che questa edizione rimasterizzata possa suscitare l'interesse anche in una nuova fetta di pubblico, ovvero per chi Crash non l'ha mai conosciuto da vicino o per chi, magari, negli anni Novanta non era ancora neanche nato.

Per rendere giustizia allo spirito burlone delle tre opere originarie, alcune animazioni di morte del marsupiale sono state rese ancora più buffe. Nel quindicesimo livello, ad esempio, se Crash viene colpito dai giganti dotati di due teste finirà spiaccicato di faccia direttamente sul nostro schermo. A quanto pare, quindi, ogni livello potrebbe presentare qualche novità di questo genere. Queste nuove animazioni comunque non intaccano il gameplay e corrono sullo stesso stile dei giochi originari.

Lo spirito goliardico su cui era basata la trilogia di Naughty Dog è ancora presentissimo.

Qualche piccolo cambiamento è stato quindi effettuato ma Vicariuos Visions è stata attenta a non eliminare alcuni elementi vitali per gli speedrunner. Ad esempio, proprio nel quindicesimo livello molti amanti delle giocate rapide coglievano la possibilità di correre sui muri lungo il perimetro della mappa di gioco, evitando così facilmente il contatto con i nemici e raggiungendo più velocemente il traguardo finale. Questa possibilità è rimasta anche in Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy.

Il secondo livello che abbiamo potuto toccare con mano è stato il ventunesimo, Gone Tomorrow, ambientato negli Stati Uniti del futuro. Anche qui tutto è fedelmente ricalcato sui tratti di Warped e gli effetti di luce sono ancora più spettacolari, richiamando le colorazioni neon. Uno dei maggiori punti di forza di questa remastered è l'attenzione che è stata posta sui dettagli che circondano il marsupiale. Tale scrupolosità, in ogni caso, non inquina il quadro di gioco ma riesce a costellare i contorni senza far distogliere lo sguardo dal centro dell'azione.

Orange Asphalt è stato il terzo e ultimo livello che abbiamo giocato, il ventiduesimo di Warped. La leggendaria gara svolta al tramonto nel deserto del Nevada degli anni Cinquanta sembra essere la sezione di gioco che sente maggiormente i benefici della remastered di Activision. Le ruote della motocicletta di Crash sono saldamente inchiodate sull'asfalto rovente e regalano maggiore soddisfazione nei momenti in cui si salta da una rampa e si riatterra pesantemente al suolo, mettendo a dura prova gli ammortizzatori. C'è da precisare che la minuzia di particolari non preclude mai la fluidità delle azioni, infatti il frame rate è più che solido e non ha mai dato segni di cedimento durante la prova dei tre livelli.

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Il lavoro sull'audio è accurato e sinceramente pensato per suscitare le stesse sensazioni dei primi tre Crash. È stata colta l'opportunità di aumentare e modernizzare il doppiaggio con il ritorno dei vecchi doppiatori, che hanno aiutato a rendere questa versione ancora più profonda. La soundtrack è stata completamente riarrangiata tenendo come saldi punti di riferimento i pezzi originali, dotati di una spiccata dissonanza propria delle musiche anni novanta.

Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy riesce a riavvolgere a dovere i ricordi dei fan storici, dotandosi contemporaneamente di un appeal grafico che potrebbe incuriosire le nuove generazioni. Lo spirito di Crash è rimasto fedele ma nonostante ciò la realizzazione tecnica del titolo Activision sembra impeccabile e priva di sbavature, almeno per quello che abbiamo visto sinora. Un vero e proprio paradosso temporale caricato a nitroglicerina che ci ha convinti. Siamo quindi pronti ad accendere il flusso canalizzatore, con la speranza che quando metteremo le mani sul prodotto completo potremo finalmente esclamare tutti assieme "Grande Giove!"